CONTRATTO

Rinnovo CCNL Scuola: prosegue il negoziato, ma anche la FENSIR dice la sua — “Tanto rumore per aumenti ridicoli”

Roma, 31 ottobre 2025 – Incontro ARAN sul rinnovo del CCNL “Istruzione e Ricerca” 2022/2024

Si è svolto nella mattinata del 31 ottobre 2025 il previsto incontro tra ARAN e le organizzazioni sindacali per la prosecuzione del negoziato sul rinnovo del contratto 2022/2024 del comparto “Istruzione e Ricerca”.
La prossima convocazione è fissata per mercoledì 5 novembre, quando la trattativa entrerà nella fase conclusiva.

L’Agenzia ha illustrato i valori stipendiali ipotizzabili per i settori scuola, università, ricerca e AFAM.
Per la scuola, l’Aran ha confermato che nel futuro CCNL 2025/2027 gli aumenti medi a regime potrebbero attestarsi intorno ai 135 euro lordi mensili (142 per i docenti e 104 per il personale ATA).
Per l’attuale triennio 2022/24, tuttavia, gli incrementi effettivi restano molto più contenuti: tra 25 e 53 euro lordi mensili, considerando che oltre il 60% degli aumenti è già confluito in busta paga con il DL “Anticipi” n.145/2023.


CISL Scuola: “Chiudere subito l’intesa”

La segretaria generale Ivana Barbacci ha ribadito l’urgenza di chiudere la trattativa nel più breve tempo possibile:

“Arrivare rapidamente alla firma dell’intesa è indispensabile non solo per aprire la tornata successiva, ma anche per garantire subito ai lavoratori il saldo e gli arretrati spettanti.”


SNALS-CONFSAL: “Equità nell’una tantum e valorizzazione delle funzioni aggiuntive”

Il sindacato guidato da Elvira Serafini ha espresso la disponibilità a chiudere subito la parte economica, chiedendo però equità nella distribuzione dell’una tantum da 240 milioni di euro prevista dal Governo.
Lo SNALS ha inoltre sollecitato la chiusura delle sequenze contrattuali ancora aperte, il riconoscimento delle funzioni aggiuntive del personale docente e ATA, l’introduzione di indennità specifiche (sedi disagiate, bilinguismo, turni, responsabilità) e criteri più chiari per la mobilità verticale e le posizioni economiche ATA.


Federazione Gilda-Unams: “Serve un contratto autonomo per la docenza”

Il coordinatore nazionale Vito Carlo Castellana ha sottolineato la difficoltà di gestire in modo unitario un comparto che riunisce scuola, università, AFAM e ricerca:

“Il maxi-comparto è ingestibile, perché raccoglie realtà troppo diverse. Serve una contrattazione separata per la docenza, che riconosca la specificità del ruolo e delle responsabilità educative.”

La Federazione Gilda-Unams ha inoltre denunciato la forte discrepanza tra inflazione reale e risorse contrattuali: mentre l’aumento dei prezzi nel triennio ha superato il 16%, le risorse stanziate per il rinnovo coprono appena il 6%, aggravando il distacco retributivo rispetto al resto del pubblico impiego.


ANIEF: “Maggiori risorse al trattamento fondamentale”

Il sindacato ha chiesto di privilegiare gli incrementi tabellari, mantenendo la proporzione tra stipendio base e indennità già adottata nei precedenti contratti, e di destinare tutte le risorse disponibili al trattamento fondamentale.
Ha inoltre sollecitato la definizione delle somme accantonate nel CCNL 2019/2021 e il richiamo ai fondi di valorizzazione previsti dalle Leggi di Bilancio 2022 e 2024.
Per il triennio successivo 2025/2027, l’Aran stima un aumento medio del 5,4%, pari a circa 167 euro per il personale tecnico-amministrativo e 229 euro per ricercatori e tecnologi.


UIL Scuola

Al momento nessuna nota ufficiale è stata diffusa dalla UIL Scuola sull’incontro del 31 ottobre.


Gli aumenti reali in busta paga (fonte: ARAN / FLC CGIL)

Secondo le tabelle fornite dall’Aran, gli incrementi effettivi lordi che si concretizzeranno alla firma del contratto 2022/24 sono:

  • Collaboratori scolastici: 25–47 € lordi (≈ 17–30 € netti)
  • Assistenti ATA: 43–54 € lordi (≈ 28–36 € netti)
  • Docenti: 51–76 € lordi (≈ 34–50 € netti)
  • Funzionari e DSGA: 60–84 € lordi (≈ 40–55 € netti)

FENSIR – Giuseppe Favilla: “Tanto rumore per aumenti ridicoli”

Pur non partecipando alla contrattazione in quanto non rappresentativo, il sindacato FENSIR interviene con una posizione fortemente critica.

Il segretario generale Giuseppe Favilla dichiara:

“Siamo di fronte a tanto rumore per nulla. Dopo mesi di incontri e comunicati, gli aumenti reali in busta paga saranno tra i 17 euro netti del personale ATA e i 50 dei docenti.
In un contesto di inflazione che nel triennio ha superato il 15%, questi numeri sono del tutto insufficienti. Non si può parlare di valorizzazione della scuola con incrementi così modesti.”

Favilla aggiunge che l’attuale architettura del contratto, unica per tutto il comparto, non riflette la complessità e la varietà delle funzioni professionali presenti nella scuola.
A suo avviso, occorre avviare una riflessione strutturale sulle aree professionali, a partire dalle Elevate Qualificazioni (EQ):

“La figura delle Elevate Qualificazioni (EQ), introdotta con l’ultimo rinnovo e riservata oggi al solo personale ATA, avrebbe dovuto rappresentare un primo passo verso un middle management scolastico capace di integrare competenze gestionali e organizzative.
Tuttavia – osserva Favilla – la sua attuazione è ancora parziale, in attesa di indicazioni operative chiare e di un reale riconoscimento economico che valorizzi chi assume maggiori responsabilità.”

Favilla sottolinea infine la necessità di una nuova strutturazione collegiale delle funzioni quadro, appunto del middle management, che possa coinvolgere figure diverse – amministrative, tecniche e didattiche – in un modello di governance più partecipato e coerente con le esigenze delle scuole autonome.

“Senza una revisione dell’ordinamento e un riconoscimento chiaro delle responsabilità intermedie – conclude Favilla – il contratto continuerà a restare un documento formale, senza reale impatto sul lavoro quotidiano del personale scolastico.”

I comunicati diffusi tra il 30 e il 31 ottobre 2025 fotografano un negoziato ancora aperto, che proseguirà domani, 5 novembre, con l’obiettivo di chiudere la parte economica del contratto.
Tutte le sigle condividono l’urgenza di arrivare alla firma, ma divergono sulla valutazione dei risultati: gli aumenti previsti sono giudicati modesti e inadeguati a fronte dell’inflazione e della perdita di potere d’acquisto.

La FENSIR insiste sulla necessità di riconoscere la specificità del lavoro docente e di valorizzare le funzioni intermedie, come le Elevate Qualificazioni (EQ), all’interno di un sistema più coerente ed equilibrato di professionalità scolastiche, capace di distinguere con chiarezza le diverse responsabilità e competenze, per i docenti in un’ottica di partecipazione collegiale nell’individuare le funzioni quadro appartenenti al middle management.

Al tempo stesso, la FENSIR critica con forza l’operato delle sei sigle rappresentative, accusandole di aver ormai assunto un ruolo subalterno e compiacente nei confronti dell’amministrazione.
Secondo il segretario generale Giuseppe Favilla, queste organizzazioni «non rappresentano più i veri interessi dei lavoratori, ma piuttosto le logiche di gestione del sistema, accettando compromessi al ribasso e rinunciando a difendere con coraggio le condizioni retributive e professionali del personale della scuola».

Favilla avverte inoltre che, senza un cambio di rotta nella politica contrattuale, la scuola pubblica italiana rischia di rimanere imbrigliata in logiche burocratiche, dove a pagare il prezzo dell’immobilismo sono sempre coloro che operano quotidianamente nelle aule, negli uffici e tra i corridoi della scuola con funzioni di vigilanza e decoro.

Per la FENSIR, dunque, la priorità non è solo chiudere il contratto, ma cambiare metodo e prospettiva, restituendo alla contrattazione collettiva la sua funzione originaria: rappresentare i lavoratori!

Incontro tra ARAN e sindacati rappresentativi: primo confronto dopo la pausa estiva.

Lo scorso 4 settembre 2025, ARAN ha convocato i sindacati rappresentativi della scuola per il primo incontro contrattuale dopo la pausa estiva. In apertura della sessione, il Presidente Antonio Naddeo ha ribadito la necessità di dar seguito ai rinnovi del triennio 2022–2024 e, allo stesso tempo, di avviare quelli per il periodo 2025–2027, per i quali sono già previste risorse nella legge di bilancio.

Prossimo appuntamento fissato

Il confronto ripartirà il 24 settembre, a partire dalle ore 11:00.

Le risorse sul tavolo: 240 milioni, ma “una tantum”

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha annunciato che 240 milioni di euro saranno messi a disposizione “una tantum” per il rinnovo del contratto del personale scolastico — docenti, ATA e altri.

La bozza del decreto indica che queste risorse derivano da anticipazioni sul nuovo ordinamento professionale del personale ATA e dai fondi residui destinati al miglioramento dell’offerta formativa, oltre a stanziamenti già previsti nel fondo per la valorizzazione.

Non si tratta però solo di spinta economica immediata: dal 2026 al 2029 è previsto un incremento strutturale di 15 milioni di euro annui, esteso dal 2030 in avanti, per consolidare il finanziamento destinato alla retribuzione e alla qualità dell’istruzione.

Zangrillo: “Possibile chiusura entro 10 giorni”

A contribuire al clima di attesa, il Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo ha assicurato che entro dieci giorni è previsto un incontro con le organizzazioni sindacali sul rinnovo dei contratti dell’istruzione e degli enti locali, esprimendo ottimismo sulla possibilità di una chiusura in tempi rapidi.


Il commento della Fensir: rassegnazione e provocazione

Durissimo il giudizio del Segretario Generale della Fensir, Giuseppe Favilla, che ha commentato così l’esito dell’incontro:

“Ennesima dimostrazione che i cosiddetti sindacati rappresentativi non abbiano forza contrattuale. Pronti ad inserire nuove norme e sicuramente ne vedremo delle belle, a fronte di pochi spiccioli. Forse non saranno 240 milioni, ma anche se fossero 300 milioni, con un aumento di 10/15 euro in più ai 40 annunciati, non si copre nemmeno lontanamente il gap tra salario e caro vita. La casta dei rappresentativi, chiusa al dialogo con gli altri sindacati e con le associazioni di categoria, continua ormai da 55 anni imperterrita la sua corsa non agli interessi dei lavoratori della scuola, ma a mantenere i loro privilegi.”

ASSEGNAZIONI E UTILIZZI: AL VIA LE DOMANDE DAL 14 FINO AL 25 LUGLIO

Dal 14 al 25 luglio 2025, il personale DOCENTE E ATA potrà presentare domanda di assegnazione provvisoria per l’anno scolastico 2025/26 attraverso la piattaforma ministeriale Istanze Online. Tuttavia, mentre la procedura ufficiale si avvia, il personale scolastico è ancora una volta lasciato nell’incertezza più assoluta: non è stato ancora reso pubblico il contratto integrativo nazionale che regola l’intera operazione, né è stata diffusa l’ordinanza ministeriale di riferimento.

La FENSIR condanna con fermezza questa grave mancanza di trasparenza, che si somma a un sistema sindacale chiuso, autoreferenziale e poco democratico. In un contesto in cui i lavoratori dovrebbero avere accesso chiaro e tempestivo a tutte le norme che li riguardano, si continua invece a procedere con logiche di riservatezza e filtraggio delle informazioni.

Novità e categorie ammesse: aumentano le deroghe e si amplia la platea degli aventi diritto

Dalle informazioni frammentarie e non ancora supportate dall’ordinanza ministeriale, apprendiamo che una delle principali novità di quest’anno consisterebbe nell’ampliamento delle deroghe e dei destinatari delle assegnazioni provvisorie. Se confermato, ciò consentirebbe anche a categorie di personale che negli anni precedenti risultavano escluse di presentare domanda.

Tuttavia, la FENSIR invita alla massima cautela, in quanto l’assenza di fonti ufficiali e la mancata pubblicazione dei documenti impedisce ad oggi una lettura chiara e certa dei criteri applicabili, fiduciosi comunque che non ci saranno ulteriori e nuove interpretazioni. Il sindacato chiede con urgenza la diffusione integrale e immediata del contratto integrativo e dell’ordinanza ministeriale, per restituire ai lavoratori il diritto alla conoscenza e alla trasparenza.

Chi può presentare domanda: requisiti e categorie coinvolte

L’assegnazione provvisoria è rivolta al personale a tempo indeterminato che intenda richiederla per uno dei seguenti motivi:

  • Ricongiungimento ai figli o affidatari;
  • Ricongiungimento al coniuge, parte dell’unione civile o convivente di fatto (Legge 76/2016);
  • Ricongiungimento a parenti o affini con stabile convivenza anagrafica;
  • Assistenza a soggetto con disabilità (Legge 104/92), anche se non convivente;
  • Gravi esigenze di salute del richiedente;
  • Ricongiungimento al genitore.

L’assegnazione provvisoria può avvenire solo verso un comune diverso da quello di titolarità, salvo suddivisione in distretti sub-comunali.

Categorie di personale che, secondo le anticipazioni, potrebbero essere ammesse

Docenti

  • Assunti a tempo indeterminato fino all’a.s. 2022/23;
  • Neoassunti dal 2023/24 anche con sola nomina giuridica (a.s. 2024/25), se rientranti nelle deroghe (allegato G);
  • Docenti da GPS I fascia sostegno, se hanno superato l’anno di formazione e prova e risultano in deroga;
  • Assunti da procedura straordinaria ex art. 59, DL 73/2021, in deroga;
  • Assunti dal concorso PNRR 1 (a.s. 2024/25), se abilitati e rientranti nelle deroghe.

Personale ATA

  • Tutti gli assunti a tempo indeterminato, anche se coinvolti in precedenti mobilità;
  • Personale dell’Area dei Funzionari e dell’Elevata Qualificazione, anche se neo-assunto;
  • Personale ex LSU ed ex co.co.co. con contratto part-time (su spezzone corrispondente all’orario di servizio in essere).

FENSIR: serve una svolta nella trasparenza e nella rappresentanza

La FENSIR ribadisce con forza la necessità di riformare radicalmente l’attuale sistema della rappresentanza sindacale, che oggi si rivela inefficace e opaco. I lavoratori meritano di essere informati in modo diretto, completo e tempestivo. La segretezza che circonda le trattative sindacali e la pubblicazione del CCNI solo a ridossi degli eventi è un’offesa alla partecipazione e alla dignità professionale del personale scolastico.

Supporto FENSIR: assistenza alla compilazione dal 14 al 25 luglio

La FENSIR comunica che, dal 14 al 25 luglio, sarà a completa disposizione dei propri iscritti e di coloro che intendano iscriversi per fornire assistenza nella compilazione delle domande di assegnazione provvisoria. Un supporto competente, professionale e sempre trasparente.

TUTTA LA DOCUMENTAZIONE A SUPPORTO

DOMANDE DOCENTI TRAMITE ISTANZE ON-LINE

IL RESTANTE PERSONALE IN MODALITA’ CARTACEA (ATA – IRC – PERS. ED)

Perché i diritti non si delegano: si conoscono, si esercitano e si difendono.


DOCUMENTI MOBILITA’ DI FATTO

Assegnazioni provvisorie e utilizzazioni 2025‑2026: novità e tempistiche.

Dopo la conclusione della mobilità territoriale e professionale (esiti pubblicati il 23 maggio), si guarda già alla mobilità annuale: assegnazioni provvisorie e utilizzazioni per il prossimo triennio 2025–2028. La fase operativa è attesa a breve.

Rinnovo del CCNI mobilità annuale

Il Contratto Collettivo Nazionale Integrativo (CCNI) sulla mobilità annuale – che regola le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie – sarà rinnovato in coerenza con il contratto triennale per la mobilità territoriale e professionale 2025‑2028. Nei prossimi giorni si terranno incontri tra il Ministero dell’Istruzione e le organizzazioni sindacali per definire le regole operative del nuovo triennio.


Deroghe per docenti vincolati

Anche i docenti soggetti al vincolo triennale potranno partecipare alla mobilità annuale grazie ad alcune deroghe. Le casistiche che consentiranno la deroga includono:

  • Genitori con figli minori (fino a 16 anni);
  • Docenti con disabilità o con familiari disabili (art. 21 e 33 della legge 104/1992);
  • Chi assiste soggetti disabili o familiari anziani;
  • Coniugi o figli di persone invalide o mutilate;
  • Figli di genitori con più di 65 anni.

Queste condizioni saranno meglio definite nel nuovo CCNI, ma è attesa una conferma dell’impostazione già vista per l’anno scolastico 2025/26.


Requisiti per le assegnazioni provvisorie

Per presentare domanda di assegnazione provvisoria sarà necessario indicare motivazioni precise, tra cui:

  1. Ricongiungimento al nucleo familiare;
  2. Gravi motivi di salute documentabili.

Si prevede inoltre un aggiornamento della tabella dei punteggi: ad esempio, per ogni figlio di età inferiore a 6 anni potrebbero essere riconosciuti 5 punti.


Tempistiche: domanda tra fine giugno e inizio luglio

L’apertura delle domande è attesa tra l’ultima settimana di giugno e la prima di luglio 2025, subito dopo la pubblicazione del bando ministeriale.


Riepilogo dei punti principali

TemaDettagli principali
Data bandoFine giugno – inizi luglio 2025
Rinnovo CCNIModifiche per triennio 2025‑2028
Deroghe ai vincoli triennaliFigli, disabili, genitori anziani, invalidi civili
Punteggio famiglia+5 pt per figli < 6 anni (previsione)
Motivi per la domandaRicongiungimento familiare o gravi problemi di salute

Assistenza sindacale con Fensir

Il sindacato Fensir, insieme alle sigle federate SADOC e SAATA, accompagnerà il personale scolastico nella procedura di mobilità annuale, offrendo supporto per la compilazione delle domande di utilizzazione e assegnazione provvisoria.

Una volta pubblicate le date ufficiali dal Ministero, sarà possibile prenotare uno slot di assistenza personalizzata con i consulenti sindacali.

Fondo Espero: Conviene Davvero per il Personale della Scuola di Ruolo e Non di Ruolo?

Numerosi lavoratori della scuola — in particolare i neoassunti a tempo indeterminato e i supplenti — ci chiedono se aderire al Fondo Pensione Espero sia una scelta vantaggiosa ai fini pensionistici.

📌 Attenzione al meccanismo del silenzio-assenso

In base all’Accordo ARAN del 16 novembre 2023, sottoscritto da CGIL, CISL, UIL, SNALS, Gilda e ANP, il 16 agosto 2024 è scaduto il termine di 9 mesi previsto per informare i neoimmessi in ruolo dal 1° gennaio 2019 riguardo al rischio di iscrizione automatica al Fondo Espero tramite il meccanismo del silenzio-assenso.

Secondo le disposizioni ufficiali:

  1. Chi è stato assunto dal 1° gennaio 2019 dovrebbe ricevere un’apposita informativa dal proprio dirigente scolastico.
  2. Da quel momento decorrono 9 mesi per poter esercitare il diritto di diniego.
  3. Il diniego deve essere presentato alla scuola, non al Fondo Espero.
  4. In caso di mancata opposizione entro i 9 mesi, si viene automaticamente iscritti al fondo.
  5. Una volta iscritti tramite silenzio-assenso, è comunque possibile recedere entro 30 giorni dalla comunicazione ufficiale del Fondo.

🔴 Segnalazione importante: in molte scuole l’informativa non è ancora stata inviata oppure sono state diffuse circolari con scadenze improprie, ad esempio limitando la scelta a 15 giorni invece dei 9 mesi previsti.

➡️ FENSIR invita tutti i lavoratori della scuola a verificare con il dirigente scolastico l’invio dell’informativa e a prendere una decisione consapevole, valutando vantaggi e svantaggi dell’adesione.


🎓 Cos’è il Fondo Espero

Il Fondo Espero è il fondo nazionale di previdenza complementare per il personale scolastico, nato per offrire un’integrazione alla pensione pubblica. È un fondo negoziale, cioè riservato a una specifica categoria di lavoratori sulla base del contratto collettivo nazionale.

👥 Chi può aderire

  • Docenti, personale ATA e dirigenti scolastici delle scuole statali;
  • Personale AFAM (Alta Formazione Artistica e Musicale);
  • Personale a tempo determinato (se iscritto almeno 3 mesi prima della scadenza del contratto);
  • Dipendenti di scuole private paritarie legalmente riconosciute;
  • Familiari fiscalmente a carico di un aderente.

L’adesione è volontaria, anche se oggi, come visto, il silenzio può valere come assenso.


💼 Come funziona il fondo

Contribuzione

Il versamento al fondo è composto da:

  • una quota a carico del lavoratore (scelta liberamente);
  • una quota a carico del datore di lavoro;
  • il conferimento del TFR maturato.

Il contributo del datore viene riconosciuto solo se il lavoratore aderisce volontariamente, non se si lascia solo il TFR nel fondo.


💰 Prestazione pensionistica

L’ammontare finale dipende da:

  • durata dell’adesione;
  • importo dei versamenti;
  • rendimento degli investimenti;
  • aspettativa di vita.

Alla fine del percorso, la prestazione potrà essere erogata in forma di rendita vitalizia o capitale, secondo diverse opzioni (es. reversibile, certa, con restituzione del capitale, ecc.).


📊 Comparti di investimento

  • Comparto Garanzia: prudente, con orizzonte breve, pensato per chi è vicino alla pensione. Prevede una garanzia di restituzione del capitale.
  • Comparto Crescita: più dinamico, con orizzonte medio e rischio moderato. Mira a rendimenti superiori all’inflazione del 2%.

💸 Costi del fondo

I costi influiscono direttamente sulla rendita finale. Ecco i principali:

  • Quota di adesione: 2,58 € a carico dell’iscritto e 2,58 € a carico del datore di lavoro;
  • Spese annue di gestione:
    • Comparto Garanzia: 0,30% + 0,02%;
    • Comparto Crescita: 0,14% + 0,02%;
  • Spese per operazioni: tra 5,50 € e 10,50 € per anticipazioni, riscatti, trasferimenti, ecc.

🧾 Vantaggi fiscali

  • I contributi versati (fino a 5.164,57 € annui) sono deducibili dal reddito imponibile;
  • La prestazione finale è tassata tra il 9% e il 15% (a seconda degli anni di permanenza);
  • I rendimenti finanziari sono tassati al 12,5% per titoli di Stato e 26% per gli altri investimenti (meno rispetto ad altri strumenti finanziari).

⚖️ Conviene aderire? I Pro e i Contro

Vantaggi

  • Integrazione della pensione pubblica;
  • Contributo aggiuntivo del datore di lavoro;
  • Agevolazioni fiscali;
  • Gestione professionale del risparmio;
  • Maggiore trasparenza rispetto a fondi bancari e assicurativi.

Svantaggi

  • Costi che riducono la rendita;
  • Rischi legati ai rendimenti del mercato;
  • Vincoli di lungo periodo: non è facile disinvestire liberamente;
  • Scarsa personalizzazione: il fondo è “standardizzato”.

📍 Conclusione

Aderire al Fondo Espero non è obbligatorio, ma è una scelta che richiede consapevolezza. Se sei giovane, con molti anni di lavoro davanti e vuoi sfruttare i vantaggi fiscali e contributivi, può essere uno strumento utile.

Se invece sei vicino alla pensione, in difficoltà economica, o preferisci gestire da solo i tuoi risparmi, potresti valutare soluzioni diverse, come investimenti autonomi o un fondo pensione aperto più flessibile.

👉 FENSIR consiglia a tutti i lavoratori della scuola di informarsi bene, chiedere la documentazione al dirigente scolastico, e valutare attentamente se aderire o esercitare il diritto di rinuncia.


Proroga dei contratti di supplenza del personale ATA: chiarimenti e condizioni operative

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, con la nota n. 119043 del 23 maggio 2025, ha autorizzato la possibilità di prorogare i contratti di supplenza del personale ATA in scadenza al 30 giugno, per l’anno scolastico in corso.

Secondo quanto disposto, i Dirigenti scolastici potranno avanzare richiesta di proroga solo in presenza di effettive e documentate necessità, nei casi in cui non sia possibile garantire il regolare svolgimento dei servizi scolastici utilizzando il personale di ruolo o i supplenti annuali.

Le motivazioni ritenute valide comprendono, tra le altre:

  • lo svolgimento degli esami di Stato;
  • il recupero dei debiti formativi nelle scuole secondarie di secondo grado;
  • situazioni eccezionali che possano compromettere l’organizzazione scolastica e il corretto avvio del prossimo anno;
  • le attività amministrative connesse all’aggiornamento delle graduatorie di terza fascia ATA, particolarmente gravose quest’anno a causa della necessità di verificare le CIAD presentate dagli aspiranti per lo scioglimento della riserva.

Tali procedure richiedono un impegno amministrativo rilevante, aggravato dal numero consistente di posizioni da esaminare e dalla necessità di aggiornare tempestivamente le graduatorie per il 2025/2026.

Le richieste di proroga, motivate e formalmente redatte, dovranno essere trasmesse dagli istituti scolastici agli Uffici Scolastici Regionali competenti, che provvederanno ad autorizzarle entro i limiti e secondo i criteri previsti dalla nota ministeriale.

Il Ministero ha richiamato anche il riferimento normativo dell’art. 1, comma 7 del D.M. 430/2000, e le istruzioni precedenti (nota prot. n. 8556/2009 e nota n. 74742/2024), sottolineando la continuità interpretativa e operativa.

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