COMUNICATI STAMPA

ASSEGNAZIONI E UTILIZZI: AL VIA LE DOMANDE DAL 14 FINO AL 25 LUGLIO

Dal 14 al 25 luglio 2025, il personale DOCENTE E ATA potrà presentare domanda di assegnazione provvisoria per l’anno scolastico 2025/26 attraverso la piattaforma ministeriale Istanze Online. Tuttavia, mentre la procedura ufficiale si avvia, il personale scolastico è ancora una volta lasciato nell’incertezza più assoluta: non è stato ancora reso pubblico il contratto integrativo nazionale che regola l’intera operazione, né è stata diffusa l’ordinanza ministeriale di riferimento.

La FENSIR condanna con fermezza questa grave mancanza di trasparenza, che si somma a un sistema sindacale chiuso, autoreferenziale e poco democratico. In un contesto in cui i lavoratori dovrebbero avere accesso chiaro e tempestivo a tutte le norme che li riguardano, si continua invece a procedere con logiche di riservatezza e filtraggio delle informazioni.

Novità e categorie ammesse: aumentano le deroghe e si amplia la platea degli aventi diritto

Dalle informazioni frammentarie e non ancora supportate dall’ordinanza ministeriale, apprendiamo che una delle principali novità di quest’anno consisterebbe nell’ampliamento delle deroghe e dei destinatari delle assegnazioni provvisorie. Se confermato, ciò consentirebbe anche a categorie di personale che negli anni precedenti risultavano escluse di presentare domanda.

Tuttavia, la FENSIR invita alla massima cautela, in quanto l’assenza di fonti ufficiali e la mancata pubblicazione dei documenti impedisce ad oggi una lettura chiara e certa dei criteri applicabili, fiduciosi comunque che non ci saranno ulteriori e nuove interpretazioni. Il sindacato chiede con urgenza la diffusione integrale e immediata del contratto integrativo e dell’ordinanza ministeriale, per restituire ai lavoratori il diritto alla conoscenza e alla trasparenza.

Chi può presentare domanda: requisiti e categorie coinvolte

L’assegnazione provvisoria è rivolta al personale a tempo indeterminato che intenda richiederla per uno dei seguenti motivi:

  • Ricongiungimento ai figli o affidatari;
  • Ricongiungimento al coniuge, parte dell’unione civile o convivente di fatto (Legge 76/2016);
  • Ricongiungimento a parenti o affini con stabile convivenza anagrafica;
  • Assistenza a soggetto con disabilità (Legge 104/92), anche se non convivente;
  • Gravi esigenze di salute del richiedente;
  • Ricongiungimento al genitore.

L’assegnazione provvisoria può avvenire solo verso un comune diverso da quello di titolarità, salvo suddivisione in distretti sub-comunali.

Categorie di personale che, secondo le anticipazioni, potrebbero essere ammesse

Docenti

  • Assunti a tempo indeterminato fino all’a.s. 2022/23;
  • Neoassunti dal 2023/24 anche con sola nomina giuridica (a.s. 2024/25), se rientranti nelle deroghe (allegato G);
  • Docenti da GPS I fascia sostegno, se hanno superato l’anno di formazione e prova e risultano in deroga;
  • Assunti da procedura straordinaria ex art. 59, DL 73/2021, in deroga;
  • Assunti dal concorso PNRR 1 (a.s. 2024/25), se abilitati e rientranti nelle deroghe.

Personale ATA

  • Tutti gli assunti a tempo indeterminato, anche se coinvolti in precedenti mobilità;
  • Personale dell’Area dei Funzionari e dell’Elevata Qualificazione, anche se neo-assunto;
  • Personale ex LSU ed ex co.co.co. con contratto part-time (su spezzone corrispondente all’orario di servizio in essere).

FENSIR: serve una svolta nella trasparenza e nella rappresentanza

La FENSIR ribadisce con forza la necessità di riformare radicalmente l’attuale sistema della rappresentanza sindacale, che oggi si rivela inefficace e opaco. I lavoratori meritano di essere informati in modo diretto, completo e tempestivo. La segretezza che circonda le trattative sindacali e la pubblicazione del CCNI solo a ridossi degli eventi è un’offesa alla partecipazione e alla dignità professionale del personale scolastico.

Supporto FENSIR: assistenza alla compilazione dal 14 al 25 luglio

La FENSIR comunica che, dal 14 al 25 luglio, sarà a completa disposizione dei propri iscritti e di coloro che intendano iscriversi per fornire assistenza nella compilazione delle domande di assegnazione provvisoria. Un supporto competente, professionale e sempre trasparente.

Perché i diritti non si delegano: si conoscono, si esercitano e si difendono.


Immissioni in ruolo 2025/2026: concorsi ordinari, straordinari e stabilizzazione per i docenti di religione cattolica

1. Quadro generale delle immissioni

Per l’anno scolastico 2025/2026, il Ministero ha avviato un piano articolato e atteso da anni che coinvolge:

  • Concorsi ordinari e straordinari per la scuola statale
  • Mini call veloce per il sostegno
  • Procedura straordinaria per i docenti di religione cattolica

FeNSIR esprime soddisfazione per l’avvio delle operazioni di immissione in ruolo sia su posto comune che su religione cattolica, considerandole una tappa fondamentale per il riconoscimento della stabilità professionale di migliaia di insegnanti.


2. Concorsi ordinari e straordinari – Scuola statale

  • Procedure digitali: l’intero processo avviene tramite la piattaforma Istanze OnLine:
    • Fase 1: scelta della provincia e della classe di concorso;
    • Fase 2: indicazione delle preferenze per le sedi.
  • Estensione delle classi di concorso: tra le integrazioni previste figura la A023 (italiano L2).
  • Mini call veloce per il sostegno: una procedura semplificata per i docenti in prima fascia GPS per coprire i posti residui sul sostegno.
  • Accettazione dell’incarico: le assegnazioni effettuate entro il 1° settembre devono essere confermate entro 5 giorni. La mancata risposta equivale a rinuncia automatica (DL 45/2025).

3. Immissione in ruolo dei Docenti di Religione Cattolica

  • Contingente completo assegnato: secondo le ultime informative, il contingente autorizzato – oltre 4.500 posti – sarà interamente utilizzato. Dopo oltre vent’anni di attesa, l’immissione in ruolo di migliaia di docenti di religione rappresenta un evento straordinario per il settore scolastico e sindacale.
  • Distinzione per ordine di scuola: il piano riguarda infanzia/primaria e secondaria, con graduatorie distinte e assegnazioni da completare entro il mese di agosto.
  • Idoneità ecclesiastica: resta vincolante il rilascio dell’idoneità da parte degli Ordinari diocesani per la firma del contratto.

4. Tutele economiche per i neoimmessi in religione

  • Assegno ad personam: come previsto dall’art. 1-ter della Legge 27/2006, i docenti di religione immessi in ruolo mantengono il netto percepito da incaricati annuali, tramite un assegno personale non riassorbibile.
  • Supporto operativo di FeNSIR: il sindacato ha predisposto un modello-decreto, nelle more che il Ministero predisponga la procedura informatizzata, da usare nelle segreterie scolastiche per applicare correttamente l’assegno. È fondamentale che il decreto sia allegato al contratto. FeNSIR invita i docenti a verificarne la presenza e a segnalare eventuali irregolarità e ritardi.

5. Azioni imminenti e aggiornamenti

  • Tavolo ministeriale dell’8 luglio 2025: FeNSIR ha preso parte all’incontro con il Ministero, finalizzato ad aggiornare sulle procedure, verificare lo stato delle graduatorie, discutere le riserve previste e pianificare le assegnazioni definitive.
  • Decorrenza degli incarichi: tutte le operazioni dovranno concludersi entro il mese di agosto, con presa di servizio il 1° settembre 2025.

🎙️ Dichiarazioni sindacali

Giuseppe Favilla, Segretario Generale FeNSIR, ha dichiarato:

“Sembra che finalmente si veda la luce in fondo al tunnel. Però siamo ancora in attesa, nella speranza che avvenga presto, della pubblicazione della graduatoria del concorso straordinario per la secondaria della Lombardia. Procedura terminata lo scorso 18 aprile ma ancora non definita. Siamo fiduciosi che l’Amministrazione non ci faccia lo scherzetto di pubblicarle talmente in ritardo da non permettere l’assunzione ai fini giuridici ed economici.”

Mariangela Mapelli, Segretaria Nazionale SAIR – Sindacato Autonomo Insegnanti di Religione, aggiunge:

“Dopo quasi vent’anni di lotte sindacali e dibattiti politici, riflessioni territoriali e sui social, sembra finalmente arrivato il momento dell’assunzione in ruolo dei docenti di religione, almeno per una buona fetta dei precari storici. Non vogliamo però nemmeno dimenticare situazioni spiacevoli verificatesi durante la procedura concorsuale, che hanno visto mortificare, con l’attribuzione di punteggi bassissimi, i colleghi con molti anni di esperienza a fronte di una prova concorsuale dignitosa e completa. A questi colleghi non possiamo che esprimere la nostra solidarietà e il nostro sostegno. Non è in quel momento, unico e di pochi minuti, che è stata misurata la professionalità, ma sono i lunghi anni di servizio, il sostegno agli alunni e alle famiglie, ai colleghi e, talvolta, anche ai dirigenti, che danno valore al lavoro di ciascuno. Auguri a tutti!”


✅ In sintesi

AreaTipologiaTempisticheNote
Scuola stataleConcorsi ordinari e call veloceFino al 1° settembreInclusa classe A023
Religione cattolicaProcedura straordinariaEntro agostoOltre 4.500 posti assegnati
Tutela economica (religione)Assegno ad personamAll’atto della firmaDa allegare al contratto

FeNSIR conferma il proprio impegno costante per un processo trasparente e regolare. Il sindacato continuerà a fornire supporto operativo e tutela contrattuale a tutti i docenti coinvolti nelle assunzioni 2025/2026, con uno sguardo particolare ai diritti economici e alla dignità professionale dei docenti di religione.

La Corte UE difende i precari della scuola: “Card da 500 euro anche ai supplenti brevi”

Lussemburgo, 3 luglio 2025 – La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha dato ragione a una docente italiana precaria che era stata esclusa dal bonus annuale di 500 euro per la formazione, previsto dalla “Carta del docente”. Secondo i giudici europei, negare l’accesso al bonus ai supplenti con contratti brevi rappresenta una discriminazione ingiustificata, in violazione del diritto dell’UE.


Il caso

ZT, un’insegnante italiana con incarichi temporanei e saltuari, aveva fatto ricorso dopo essere stata esclusa dal beneficio previsto dalla legge 107/2015 (“Buona Scuola”). La norma italiana assegna ai docenti di ruolo (e in parte a quelli con supplenze annuali) una card elettronica da 500 euro l’anno per spese legate ad aggiornamento e formazione. Ma chi ha contratti brevi – come ZT – ne viene sistematicamente escluso.

Il Tribunale di Ravenna ha quindi chiesto alla Corte UE se questa esclusione fosse compatibile con l’Accordo quadro europeo sul lavoro a termine, che vieta trattamenti meno favorevoli rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato, se non giustificati da motivi oggettivi.


La decisione

La Corte è stata netta: la discriminazione non è giustificabile. Il bonus formazione, essendo parte delle condizioni di impiego, va riconosciuto anche ai precari con contratti brevi, a meno che lo Stato non dimostri valide ragioni oggettive per escluderli.

“Non può escludersi un lavoratore solo perché ha un contratto più corto”, si legge nella sentenza. “Il principio di parità di trattamento vale per tutti i lavoratori a termine.”


Perché è importante

Questa decisione rappresenta un precedente potente per decine di migliaia di supplenti italiani che ogni anno lavorano con contratti di pochi mesi, spesso coprendo ruoli essenziali nel sistema scolastico.

La sentenza potrebbe aprire la strada a ricorsi in massa e ad adeguamenti legislativi, obbligando il Ministero dell’Istruzione a garantire il bonus anche ai docenti “brevi”.


Cosa succede ora

Il tribunale nazionale dovrà pronunciarsi tenendo conto del verdetto europeo. Nel frattempo, si attende una risposta da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito, che potrebbe essere chiamato a riconoscere il bonus arretrato a migliaia di insegnanti esclusi negli anni passati.

Smartphone vietati a scuola: una scelta miope che ignora la pedagogia e mortifica la professionalità docente

Con la nota ministeriale del 16 giugno 2025, il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ha formalizzato il divieto pressoché totale dell’uso degli smartphone nelle scuole secondarie di secondo grado, richiamando il principio della “distrazione digitale” come nemico della concentrazione e del rispetto delle regole scolastiche.Un provvedimento che, seppur motivato da esigenze educative e disciplinari, solleva forti perplessità sia sul piano pedagogico che sindacale.

Un’occasione persa per una vera educazione digitaleDa un punto di vista pedagogico, questa decisione sembra ignorare una verità ormai consolidata: l’educazione al digitale non può passare attraverso la rimozione degli strumenti, ma attraverso il loro uso critico e consapevole.Proibire l’uso dello smartphone equivale a negare agli studenti l’opportunità di apprendere come e quando usarlo correttamente. La scuola dovrebbe essere il luogo dove si educa all’autonomia e alla responsabilità, non dove si perpetua un clima di sorveglianza e controllo totale.Le buone pratiche didattiche dimostrano che l’uso mirato e guidato del telefono può potenziare l’apprendimento: app educative, ricerche online, attività di coding, fruizione di contenuti multimediali. Con questo divieto, si sceglie di chiudere la porta al futuro.

Una lesione dell’autonomia professionale dei Docenti sul piano sindacale, il provvedimento rappresenta una pericolosa interferenza nell’autonomia didattica degli insegnanti, ai quali viene di fatto negata la possibilità di decidere se e come integrare il digitale nei propri percorsi formativi.Il MIM impone una norma dall’alto, omogenea e cieca alle differenze tra indirizzi, contesti e stili educativi. Un gesto che tradisce un’idea centralista e burocratica di scuola, dove i docenti sono esecutori di regole calate dall’alto, non professionisti della pedagogia capaci di scegliere i metodi migliori per le proprie classi.Il contratto collettivo riconosce il valore dell’autonomia professionale. Con questa misura, lo Stato si arroga un potere che non gli spetta, svuotando il patto educativo tra scuola, studenti e famiglie.

Alternative educative più mature e condivise Invece del divieto, serviva una cornice di regolazione flessibile e responsabilizzante, capace di:Valorizzare il ruolo dei consigli di classe nel definire l’uso degli strumenti digitali.Incentivare progetti di educazione civica digitale.Prevedere la formazione del personale sulla gestione consapevole della tecnologia in aula.Avviare percorsi di “patentino digitale” per gli studenti, in collaborazione con le famiglie.

La posizione di FENSIR – Federazione Nuovi Sindacati Istruzione e Ricerca

Come sindacato FENSIR, esprimiamo forte dissenso nei confronti di un provvedimento che non solo indebolisce la funzione educativa della scuola, ma svilisce anche la professionalità docente. Riteniamo che la scuola non debba essere un ambiente repressivo, ma un luogo dove si educa alla cittadinanza anche digitale. Chiediamo:Il rispetto pieno dell’autonomia didattica dei docenti; Un reale coinvolgimento delle comunità scolastiche nelle scelte educative;Politiche formative anziché repressive;Un rilancio della scuola come spazio di innovazione e responsabilità condivisa.

Una scuola che vieta non educa: serve fiducia, non divieti!

Il divieto generalizzato degli smartphone in aula non è la risposta ai problemi educativi del nostro tempo. È un riflesso di sfiducia verso gli studenti e verso i docenti. La scuola ha bisogno di risorse, formazione e dialogo, non di decreti punitivi.

FENSIR continuerà a battersi per una scuola viva, capace di educare senza reprimere, moderna ma umana, e saldamente fondata sulla professionalità dei suoi lavoratori.

https://www.mim.gov.it/documents/20182/7975243/m_pi.AOODPIT.REGISTRO+UFFICIALE%28U%29.0005274.11-07-2024.pdf/bc4c9df9-c36f-aa79-d582-e0903ac162e3?version=1.0&t=1720722711827

Concorso IRC, silenzio imbarazzante sulle graduatorie: pubblicazione ancora ferma a due mesi dalla fine delle prove orali

A oltre due mesi dalla conclusione delle prove orali per il concorso straordinario degli insegnanti di religione cattolica nella scuola secondaria (DD 1328 del 29/05/2024), in Lombardia non si ha ancora notizia della pubblicazione delle graduatorie regionali, suddivise per diocesi, come previsto dal bando. Un ritardo che inizia ad assumere contorni grotteschi e che rischia di compromettere il corretto svolgimento delle successive fasi di immissione in ruolo.

A sollevare con forza la questione è la FENSIR – Federazione Nuovi Sindacati Istruzione e Ricerca, insieme al sindacato federato SAIR, che in data 17 giugno 2025 ha protocollato una formale istanza di accesso agli atti presso l’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia. Le organizzazioni sindacali chiedono di ottenere copia delle graduatorie predisposte, dei verbali delle commissioni, delle schede di valutazione e – fatto ancora più significativo – di tutti gli atti interni che possano aver causato il blocco della pubblicazione.

Durissima la presa di posizione del segretario generale nazionale FENSIR, prof. Giuseppe Favilla, lui stesso concorrente della procedura:

“Il numero di coloro i quali hanno presentato la domanda è stato di 848 candidati, sappiamo che alcuni hanno rinunciato e non si sono presentati. Parliamo di colleghi e colleghe alle soglie della pensione. Le due commissioni hanno avuto tutto il tempo per redigere l’unica graduatoria regionale, per poi con un semplice filtro dividerla per diocesi… perché tutto questo ritardo, a quale vantaggio?
Sicuramente è vero che ci sono ancora oltre due mesi prima della presa di servizio, ma i colleghi e le colleghe devono avere il tempo di controllare, anche con gli stessi sindacati, la correttezza dei punteggi assegnati al servizio e ai titoli. Ridursi all’ultimo giorno e a ben quattro mesi dopo la fine della procedura crediamo che questa si tratta sì di cattiva amministrazione della cosa pubblica e per lo più a discapito proprio dei lavoratori della scuola, precari endemici dell’istruzione.”

Alle sue parole si aggiunge il commento della prof.ssa Mariangela Mapelli, segretaria nazionale del SAIR:

“Sappiamo benissimo anche del malcontento di alcuni colleghi e alcune colleghe riguardo la valutazione ottenuta in sede d’esame, ma sappiamo benissimo che la valutazione orale, nonostante le griglie di valutazione già predisposte, è qualcosa di immediato e difficilmente si può renderlo oggettivo. Nessun ricorso, dopo un lungo confronto con i colleghi malcontenti, è stato predisposto!
Piuttosto abbiamo incoraggiato i nostri colleghi lombardi: qualunque fosse stata la loro posizione in graduatoria, nell’arco di pochi anni, i più giovani di servizio – cioè a dire i semplici triennalisti – saranno in ruolo. Parliamo di massimo 10 anni, salvo drastiche riduzioni dell’organico. Ed è sempre meno tempo trascorso di chi a settembre sarà in ruolo dopo quasi 30 anni.
Nella fase di pubblicazione staremo ancora vicino ai nostri colleghi per il controllo dei punteggi attribuiti e che possono già controllare sui siti della FENSIR e del Nuovo SAIR.”

La situazione si inserisce in un clima generale di incertezza e malcontento, in cui la trasparenza e la tempestività dell’azione amministrativa sembrano essere state abbandonate. Le organizzazioni sindacali attendono ora una risposta formale dall’USR Lombardia entro i termini di legge. Ma il messaggio politico è già chiaro: non si può continuare a giocare con il destino professionale di centinaia di docenti, in attesa di una risposta che, a questo punto, non è solo burocratica, ma anche profondamente etica.

ACCESSO AGLI ATTI PRESSO USR LOMBARDIA

RICEVUTA PROTOCOLLAZIONE

Arretrati a giugno per docenti e ATA: il taglio del cuneo fiscale è una misura marginale contro la povertà salariale

Nel mese di giugno 2025, i lavoratori del comparto scuola – docenti e personale ATA – riceveranno in busta paga un accredito straordinario relativo al cosiddetto taglio del cuneo fiscale. Si tratta degli arretrati accumulati tra gennaio e maggio, che NoiPA provvederà a liquidare in un’unica soluzione. A ciò si aggiungerà, da giugno in poi, un aumento mensile dello stipendio netto, frutto della stessa misura fiscale.

Si parla di cifre che oscillano tra poche decine e qualche centinaio di euro. Ma al di là dell’entità numerica, resta una domanda aperta: si tratta davvero di un aiuto concreto per chi lavora nella scuola, o solo di un’operazione marginale priva di effetti strutturali?


Il taglio del cuneo fiscale: cosa significa e a chi si applica

Il cosiddetto “cuneo fiscale” è la somma delle tasse e dei contributi che gravano sul lavoro. Nel concreto, rappresenta la differenza tra il costo lordo che un datore di lavoro sostiene e lo stipendio netto che il lavoratore riceve. Il taglio operato dal Governo interviene sui contributi a carico del dipendente, riducendo la sua quota di versamento all’INPS.

Per l’anno in corso le percentuali sono:

  • Riduzione del 7% per redditi fino a 25.000 euro lordi annui;
  • Riduzione del 6% per redditi tra 25.001 e 35.000 euro.

Al di sopra di queste soglie, la misura non si applica.

La riduzione non comporta un danno pensionistico immediato (i contributi vengono accreditati come figurativi), ma riduce leggermente la base imponibile pensionabile, il che può avere effetti nel lungo termine. Tuttavia, l’impatto è generalmente contenuto.


Arretrati e aumenti mensili: quanto cambia davvero

Come riportato da Tuttolavoro24.it, nel cedolino NoiPA di giugno compariranno gli arretrati spettanti dal 1° gennaio al 31 maggio 2025.

Le cifre variano a seconda del profilo professionale (ATA, docente, grado di istruzione), dell’anzianità di servizio e della fascia stipendiale.

Secondo le tabelle pubblicate da Tuttolavoro24.it (che andrebbero inserite integralmente per completezza), gli importi netti una tantum sono i seguenti:

ProfiloArretrati netti stimati (gennaio–maggio)Aumento netto mensile (da giugno)
Collaboratore scolastico63 – 150 €10 – 25 €
Assistente amministrativo80 – 200 €15 – 35 €
Docente scuola primaria/infanzia90 – 280 €20 – 55 €
Docente scuola secondaria I/II grado110 – 416 €25 – 83 €

Fonte: Tuttolavoro24.it, 22 maggio 2025

Anche nella fascia più alta, parliamo di non più di 400 euro lordi complessivi per cinque mesi di arretrati e un incremento mensile che, in media, non supera i 50 euro netti. Sono importi che, pur rappresentando un piccolo sollievo, non incidono in modo significativo sul tenore di vita del personale scolastico.


Accettare o rinunciare al taglio? Scelta tecnica, impatto modesto

Tecnicamente, il lavoratore ha la possibilità di rinunciare al taglio del cuneo fiscale, scegliendo di continuare a versare l’intera quota contributiva. La rinuncia può essere effettuata tramite l’area riservata del portale NoiPA (sezione “Agevolazioni fiscali”).

Le sigle identificative sul cedolino sono:

  • E11 = riduzione contributiva (taglio cuneo fiscale);
  • E12 = ulteriore detrazione fiscale.

Ma in quali casi può avere senso rinunciare?

Può essere utile rinunciare se:

  • Si è vicini alla pensione e si vuole massimizzare la base contributiva.
  • Si ha una situazione pensionistica già fragile o discontinua.
  • Si ritiene poco significativo l’aumento netto rispetto al sacrificio futuro.

Nella maggior parte dei casi, invece:

  • Accettare la riduzione è più conveniente, poiché il beneficio immediato è tangibile e la perdita futura minima.
  • L’impatto sulla pensione si traduce in differenze annuali marginali, spesso inferiori a 50 euro annui.

Una misura tampone, non una riforma strutturale

Il taglio del cuneo fiscale è stato più volte presentato come uno strumento per ridare ossigeno alle retribuzioni medio-basse. Ma nel caso del personale scolastico, non affronta le vere criticità: stipendi tra i più bassi del pubblico impiego, blocco contrattuale decennale, carichi burocratici crescenti, e una forte svalutazione sociale della professione.

Questa misura non tocca il problema della povertà lavorativa, né interviene sulle dinamiche retributive che penalizzano soprattutto i più giovani e precari del comparto. È un intervento parziale e a scadenza, utile per alleggerire temporaneamente le spese di chi lavora, ma privo di prospettive di lungo periodo.

Graduatorie secondaria IRC Lombardia: tempi e modalità. Mapelli: “Verifiche USR e tempi diversi tra regioni”

843 candidati per 448 posti nella scuola secondaria. Graduatorie diocesane, ma pubblicazione unica regionale. Attesa per il concorso ordinario.

In Lombardia il concorso straordinario per l’insegnamento della religione cattolica (IRC) nella scuola secondaria si avvicina alla fase decisiva. Con 843 candidati per 448 posti, l’interesse e l’attesa sono altissimi, soprattutto per coloro che da anni operano in condizioni di precarietà.

A fornire un quadro aggiornato sui tempi e le modalità è Mariangela Mapelli, segretaria nazionale del Fensir SAIR.

Tutti ammessi con riserva: verifiche USR in corso

“I tempi della redazione, in teoria, non dovrebbero essere lunghi,” afferma Mapelli. “Tutti i candidati sono ammessi alla prova orale con riserva, in quanto l’Ufficio Scolastico Regionale deve verificare la corrispondenza tra quanto dichiarato nella domanda e la documentazione effettiva.”

L’USR potrà richiedere ulteriori documenti, ma è importante ricordare che non sarà possibile integrare titoli ecclesiastici o anni di servizio non precedentemente dichiarati.

Graduatorie diocesane, ma pubblicate insieme a livello regionale

Anche se le graduatorie saranno formalmente diocesane, la gestione operativa è centralizzata:

“Le verifiche saranno curate unicamente dall’USR e la pubblicazione delle graduatorie avverrà contestualmente per tutte le diocesi lombarde,” chiarisce Mapelli.

Formalmente esiste una graduatoria unica regionale, ma per natura e statuto stesso dell’IRC legata alla diocesi le graduatorie sono articolare in ambito diocesano.

Quando usciranno le graduatorie?

In base alle stime attuali, la pubblicazione delle graduatorie potrebbe avvenire in un arco di tempo compreso tra uno e tre mesi dalla conclusione delle prove orali, così da permettere l’immissione in ruolo entro il 1° settembre 2025. Tuttavia, eventuali rallentamenti nella fase di verifica potrebbero influire sulla calendarizzazione.

Infanzia e primaria ancora in ritardo

Diversa la situazione per il concorso straordinario IRC per la scuola dell’infanzia e primaria, dove in Lombardia sono ancora 1.063 i candidati in attesa di concludere le prove. Attualmente, è operativa una sola commissione, che sta lavorando con lentezza, determinando ritardi significativi.

Concorso ordinario: bando già pubblicato

Nel frattempo si aspetta la calendarizzazione della prova scritta previsto dal bando del concorso ordinario per IRC, che rappresenta il secondo canale di accesso all’insegnamento. Non sono ancora state fissate le date delle prove, ma l’avvio è atteso entro il 2025.

Questo concorso è aperto a una platea più ampia, inclusi i docenti con titoli recenti e minore esperienza, offrendo una nuova opportunità di stabilizzazione.

“Serve superare i limiti della legge 186/2003”

Infine, Mapelli ha espresso una riflessione critica sul numero di posti disponibili:

“Avremmo preferito che le assunzioni si effettuassero sul 100% dei posti vacanti, superando i vincoli imposti dall’art. 2 della legge 186/2003, che limita l’accesso al 70% dei posti disponibili. L’emendamento approvato non fa altro che confermare il 70% e dunque i posti messi a concorso”

Una scelta normativa del 2003 non risponde più alle esigenze reali della scuola e ostacola una più rapida stabilizzazione del personale docente IRC ormai al 97% formato da uomini e donne laici e laiche.

Il concorso straordinario rappresenta un passaggio fondamentale per il futuro dell’IRC in Italia. Con l’avvio del canale ordinario e la prospettiva delle assunzioni entro settembre 2025, si apre una stagione di svolta che potrebbe finalmente porre fine a un lungo periodo di incertezza per centinaia di insegnanti.

RPD anche ai precari: due sentenze confermano il diritto. La Fensir: “Giustizia per chi lavora, senza distinzioni contrattuali”

Due Tribunali. Due sentenze. Un principio comune: nessuna discriminazione salariale tra docenti a tempo determinato e indeterminato. Le recenti pronunce dei Tribunali di Udine (n. 697/2023) e Latina (n. R.G. 319/2024) hanno riconosciuto il diritto alla Retribuzione Professionale Docenti (RPD) anche al personale precario, sottolineando l’illegittimità di trattamenti economici differenziati a parità di mansioni svolte.

Una svolta giuridica che segna un passo decisivo nella battaglia per l’equità nel mondo scolastico, portata avanti con determinazione dal sindacato Fensir, da anni in prima linea nella difesa dei diritti del personale docente e ATA con contratti a termine.

Due tribunali, stesso principio: il lavoro ha lo stesso valore, sempre

A Udine, il giudice ha condannato il Ministero dell’Istruzione al pagamento di € 7.401,05 a favore di un docente precario, affermando che:

“Anche per i supplenti temporanei si pongono le medesime finalità di valorizzazione della funzione docente e di riconoscimento del ruolo svolto dagli insegnanti, in ragione delle quali il trattamento accessorio è stato istituito.”

A Latina, pochi mesi dopo, un’altra docente precaria ha ottenuto giustizia. Il Tribunale ha accolto il ricorso patrocinato dall’avv. Giovanni Battista Mascheretti, legale del Fensir, condannando il Ministero al pagamento di € 1.580,55. In questa occasione, il giudice ha sottolineato:

“La contrattazione collettiva non fa alcuna differenza tra docenti con supplenze brevi e saltuarie, docenti incaricati fino al 30 giugno o 31 agosto e docenti di ruolo. […] Non appare possibile desumere l’esclusione della corresponsione della RPD al lavoratore che svolga supplenze per brevi periodi.”

Fensir: “Una battaglia di civiltà. E non ci fermeremo qui”

Per il Segretario Generale del Fensir, Giuseppe Favilla, queste decisioni rappresentano una svolta che dà voce a un’ingiustizia annosa:

“La sentenza mette in risalto la profonda ingiustizia ancora una volta perpetrata nei confronti del personale precario effettuando una differenza di trattamento tra persone che svolgono professionalmente lo stesso identico servizio: siamo pronti ad impugnare in ogni tribunale d’Italia e debellare questa ingiustizia”.

Anche l’avv. Giovanni Battista Mascheretti, legale della Fensir e difensore in entrambe le cause, ha dichiarato:

“Una sentenza importante che sottolinea la necessità di trovare una soluzione legislativa, ma finché tale soluzione non sarà trovata è nostro dovere professionale difendere il personale supplente, docente o ATA, nell’ottenimento di un diritto oggettivo qual è la parità di trattamento salariale”.

Un segnale concreto per migliaia di lavoratori precari

Le due sentenze non hanno valore di precedente vincolante, ma rappresentano un forte segnale giurisprudenziale: un invito alla coerenza e al rispetto dei principi europei sul lavoro, che vietano disparità di trattamento non oggettivamente giustificate.

In un sistema scolastico che si regge sempre più spesso sul contributo dei supplenti brevi, è inaccettabile che il contratto diventi lo strumento per giustificare un trattamento economico differente a fronte di identiche responsabilità, impegno e competenze.

Fensir: tutela, supporto, azione

Il sindacato Fensir conferma il proprio impegno concreto accanto a docenti e personale ATA precari. Attraverso un’articolata rete legale e sindacale, il Fensir sostiene ricorsi individuali e collettivi in tutta Italia per affermare un principio semplice ma rivoluzionario: lo stesso lavoro merita lo stesso riconoscimento.

Chi ha prestato supplenze brevi negli ultimi anni può aver diritto alla RPD. Il Fensir invita tutti i lavoratori interessati a contattare le sedi territoriali per una verifica gratuita della propria posizione.

Ferie non godute ai precari: il Ministero si difende, la FENSIR contrattacca

Favilla (FENSIR): “La solita beffa ai danni dei più deboli. Ora basta!”

Con una circolare ministeriale prot. n. 75233 del 27/03/2025, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha fornito nuove indicazioni agli Uffici Scolastici Regionali in merito alla liquidazione delle ferie non godute da parte del personale docente assunto con contratto a tempo determinato.

Un intervento che arriva dopo numerose sentenze favorevoli ai lavoratori e orientamenti chiari della Corte di Cassazione, che ha stabilito – con ordinanze come la n. 16715/2024 e la n. 14268/2022 – che i docenti precari hanno diritto all’indennità per le ferie maturate e non fruite, a meno che l’amministrazione non dimostri di averli messi nelle condizioni di goderne realmente.

Il contesto normativo: tra Italia ed Europa

Il riferimento normativo principale rimane l’art. 5, comma 8, del DL 95/2012, che ha introdotto un divieto generale alla monetizzazione delle ferie per tutto il pubblico impiego, nell’ottica del contenimento della spesa pubblica. Tuttavia, una deroga inserita nella legge 228/2012 consente – solo al personale scolastico precario – la liquidazione delle ferie limitatamente ai giorni non fruibili per cause oggettive, come la breve durata dei contratti.

La Corte di Cassazione, in linea con il diritto europeo (direttiva 2003/88/CE e Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE), ha però ribadito che non si può presumere la fruizione automatica delle ferie durante la sospensione delle lezioni, se il docente non ha ricevuto una comunicazione chiara e tempestiva che lo invitasse a prenderle, con avvertimento espresso della loro possibile perdita.

La circolare del 27 marzo: responsabilità scaricate sui dirigenti

La risposta del Ministero è stata quella di scaricare la responsabilità gestionale sui dirigenti scolastici, invitandoli a notificare formalmente ai supplenti l’invito a godere delle ferie nei periodi di sospensione delle attività. In caso contrario – si legge nella circolare – non sarà possibile richiedere l’indennità sostitutiva.

Favilla (FENSIR): “Una beffa burocratica”

Il Segretario Generale della FENSIR – Federazione Nuovi Sindacati Istruzione e Ricerca, non ci sta:

Si tratta dell’ennesimo escamotage dell’amministrazione per giustificare una profonda ingiustizia. Tutti sappiamo che le ferie dei supplenti venivano spesso caricate nei periodi di sospensione didattica come Natale e Pasqua, e ciò senza un reale margine di scelta per i lavoratori.”
“È una norma figlia della spending review – aggiunge – che penalizza il personale a tempo determinato non solo sul piano contrattuale, ma anche umano: niente contratto fino al 31 agosto, ferie caricate in modo automatico, e nessuna reale parità di trattamento rispetto ai colleghi di ruolo. È una beffa nella beffa.

Un clima di tensione nelle scuole

A complicare ulteriormente il quadro, stanno emergendo segnalazioni gravi da parte dei lavoratori: in alcune scuole, i dirigenti scolastici pretendono la firma obbligatoria di presa visione delle circolari sulle ferie, e in caso di rifiuto minacciano sanzioni disciplinari. “Un atteggiamento che rischia di trasformarsi in abuso, poiché la presa visione non equivale a un’accettazione del contenuto si è messi a conoscenza di quanto comunicato dall’Amministrazione, ma la mancata presa visione non può trasformarsi in sanzione disciplinare: il personale in servizio conosce benissimo quali sono le proprie funzioni e responsabilità!” Conclude Favilla.

La FENSIR: “Basta ipocrisie. Servono tutele vere per i precari”

Per la FENSIR è tempo di interventi strutturali, non di norme tampone o cavilli burocratici. Il diritto alle ferie è un diritto fondamentale, riconosciuto dalla legislazione nazionale, comunitaria e dalla stessa Cassazione. Continuare a ignorare questa realtà significa accettare una scuola costruita sulla discriminazione e sulla precarietà sistemica. Inoltre se queste non sono godute devono tornare ad essere monetizzate in toto.

“Serve una svolta culturale e normativa – conclude Favilla –. Il precario non è un dipendente di serie B. Deve poter lavorare e vivere con dignità, senza dover ogni anno lottare per il riconoscimento di diritti basilari come le ferie retribuite.”

SCARICA QUI LA CIRCOLARE MINISTERIALE

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