FENSIR SINDACATO

Carta del Docente anche ai Supplenti Annuali: il Tribunale di Milano dà ragione a FENSIR

Milano, 15 maggio 2025 – Ancora una volta, la Federazione Nuovi Sindacati Istruzione e Ricerca (FENSIR) si conferma baluardo concreto nella difesa della dignità dei lavoratori della scuola. Con una nuova sentenza di grande rilievo, il Tribunale del Lavoro di Milano ha riconosciuto il diritto dei docenti a tempo determinato con incarico annuale a ricevere il bonus formativo di 500 euro annui previsto dalla “Carta del Docente”, finora destinato esclusivamente agli insegnanti di ruolo.

A essere premiata è stata la determinazione con cui FENSIR ha promosso e sostenuto questa azione legale, tutelando un gruppo di docenti precari da una grave e inaccettabile discriminazione.

La sentenza: “Disparità irragionevole e incostituzionale”

Il Giudice del lavoro ha accolto integralmente le tesi sostenute dai legali incaricati da FENSIR, stabilendo che:

“La limitazione del beneficio economico ai soli docenti a tempo indeterminato rappresenta una evidente discriminazione a danno dei docenti a termine… priva di una ragionevole giustificazione.”

La decisione richiama anche la giurisprudenza del Consiglio di Stato (sent. n. 1842/2022) e della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (causa C-450/21), sottolineando che:

“Non può dubitarsi che, nella misura in cui la P.A. si serve di personale docente non di ruolo per l’erogazione del servizio scolastico, deve curare la formazione anche di tale personale.”

Il Tribunale ha ribadito che il diritto alla formazione continua riguarda tutti i docenti, in quanto fondamentale per garantire la qualità dell’insegnamento agli studenti.

Anche chi è uscito dalla scuola ha diritto al risarcimento

Un altro aspetto innovativo della sentenza riguarda il riconoscimento del risarcimento danni per una docente non più in servizio. Il Giudice ha stabilito che:

“Non si vede come, in assenza di una norma che disponga diversamente, il diritto – già entrato nel patrimonio del docente – possa semplicemente estinguersi. Sarebbe un’ingiusta locupletazione dell’Amministrazione.”

La docente ha dunque ottenuto un risarcimento di 1.000 euro, a dimostrazione che il diritto alla Carta Docente matura durante l’attività lavorativa e non può essere cancellato retroattivamente.

FENSIR: una lunga serie di vittorie concrete

Questa decisione si inserisce in una lunga serie di successi ottenuti da FENSIR in tutta Italia, che ha scelto da tempo di combattere contro l’iniquità di un sistema scolastico che penalizza i docenti precari, pur essendo questi spesso la colonna portante della scuola pubblica.

“Il riconoscimento del diritto alla Carta del Docente anche per i supplenti annuali non è solo una vittoria giuridica, ma soprattutto una vittoria di giustizia sociale,” afferma la Segreteria Nazionale di FENSIR.
“Questa sentenza conferma che i diritti dei lavoratori non dipendono dalla durata del contratto, ma dalla funzione che svolgono ogni giorno nelle aule.”

Quali sono gli effetti concreti?

Grazie all’intervento di FENSIR, i docenti coinvolti riceveranno la Carta del Docente per ogni anno scolastico riconosciuto, con un valore annuo di 500 euro da utilizzare per libri, corsi di formazione, tecnologia e iniziative culturali. Dove la carta non è più utilizzabile, è previsto il risarcimento economico diretto.

Come ottenere il riconoscimento

FENSIR invita tutti i docenti precari, anche per incarichi passati, a contattare il sindacato per verificare la propria situazione e avviare, se del caso, l’azione legale per ottenere la Carta o il risarcimento. Sono migliaia i docenti a cui lo Stato ha negato questo diritto, ma oggi esiste un precedente chiaro e forte.

In arrivo i percorsi INDIRE per l’abilitazione sul sostegno

Siamo lieti di annunciare che prossimamente saranno attivati i percorsi INDIRE dedicati all’abilitazione sul sostegno. Si tratta di un’importante opportunità per tutti coloro che desiderano intraprendere o proseguire il proprio cammino professionale nel mondo della scuola con una specializzazione nel sostegno.

A breve saranno disponibili tutti i dettagli ufficiali, ma possiamo già fornirvi un’anticipazione delle caratteristiche principali, come indicate dal decreto ministeriale:

  • Art. 6 – Percorsi riservati ai docenti con almeno tre anni di servizio (triennalisti).
    Si tratta di percorsi a numero chiuso, con un contingente di posti che sarà stabilito dal Ministero. Vi aggiorneremo non appena riceveremo comunicazioni ufficiali sul numero dei posti disponibili per ECampus l’università con la quale siamo convenzionati.
  • Art. 7 – Percorsi destinati a coloro che hanno conseguito il TFA sostegno all’estero.
    In questo caso non è previsto un limite di posti, ma il percorso formativo deve rispettare alcuni criteri fondamentali:
  • L’università estera deve essere riconosciuta
  • Il percorso deve essere di almeno 60 CFU
  • Percorso di 48 CFU per chi ha solo conseguito il titolo all’estero;

Restate aggiornati: pubblicheremo tutte le informazioni non appena disponibili.

Se sei interessato/a invia una e-mail a segreteria@formazione.fensir.it

I percorsi saranno attivati presso l’Università ECampus

DL 45/2025: lotta ai diplomifici e sfida alla vera parità scolastica

A un mese dalla pubblicazione del Decreto-Legge 45/2025, l’intervento normativo comincia a far sentire il suo peso nel dibattito sull’istruzione italiana. Il provvedimento, centrato su una stretta sulle scuole paritarie, si propone come una risposta decisa a fenomeni distorsivi del sistema educativo, come quello dei cosiddetti diplomifici – istituti che offrono scorciatoie per ottenere titoli di studio, spesso senza un reale percorso formativo.

Tra i primi a commentare con attenzione il decreto è stato Giuseppe Favilla, Segretario Generale della Fensir, il sindacato che si occupa anche della scuola paritaria. In una dichiarazione rilasciata pochi giorni fa, Favilla ha sottolineato:

“Circa un mese fa veniva pubblicato il DL 45. Un nuovo dispositivo di legge con diversi emendamenti, al momento, molto interessanti per il contrasto ai così detti ‘diplomifici’. Ricordiamoci anche però di quelle scuole paritarie di eccellenza che garantiscono anche una formazione di qualità. Siamo convinti che una scuola che dia pari opportunità a tutte e a tutti sia la strada giusta da prendere”.

Parole che aprono una riflessione importante: la battaglia ai diplomifici è sacrosanta, ma rischia di mettere nel mirino anche quelle realtà virtuose che operano con rigore e dedizione, spesso supplendo alle carenze del sistema pubblico.

DL 45/2025: tra necessità di controllo e rischi di generalizzazione

Il decreto interviene con decisione su diversi fronti:

  • Limita a una sola classe terminale collaterale per ogni indirizzo nelle scuole paritarie, per evitare la creazione artificiale di “quinte parallele” finalizzate a diplomi facili.
  • Rafforza i controlli sugli esami di idoneità, imponendo che, in caso di salto di due anni, la commissione sia presieduta da un dirigente scolastico esterno.
  • Estende l’obbligo del protocollo informatico anche alle scuole paritarie, promuovendone la digitalizzazione e la trasparenza amministrativa.

Queste misure sono giustificate: le inchieste degli ultimi anni, come quelle di Repubblica e Tuttoscuola, hanno evidenziato un numero crescente di diplomifici, in particolare nel Sud Italia, dove in alcuni istituti venivano rilasciati centinaia di diplomi ogni anno con frequenze minime e percorsi opachi.

Scuole paritarie: un sistema complesso e variegato

Tuttavia, come ricorda giustamente Favilla, non tutte le scuole paritarie sono uguali. Accanto a realtà dubbie, esistono istituti di eccellenza, spesso gestiti da enti religiosi, fondazioni o cooperative, che erogano un servizio pubblico a tutti gli effetti, ma in regime di diritto privato. In molte aree del paese — specialmente nei piccoli centri — queste scuole rappresentano l’unica offerta formativa accessibile, e garantiscono inclusione, personalizzazione della didattica e qualità educativa.

Il rischio, quindi, è che una regolamentazione troppo rigida o indifferenziata soffochi queste esperienze virtuose, imponendo vincoli burocratici eccessivi o trattandole alla stregua delle realtà deviate. La vera sfida del legislatore, allora, non è solo “reprimere” gli abusi, ma anche promuovere e sostenere le buone pratiche.

Parità scolastica: un obiettivo ancora lontano

Il dibattito riapre anche una questione più ampia: che cos’è davvero la “parità scolastica”? Nella visione della legge 62/2000, le scuole paritarie sono parte integrante del sistema nazionale di istruzione e devono offrire pari opportunità. Ma nei fatti, molte famiglie non riescono ad accedervi per via dei costi, e gli stessi istituti paritari ricevono finanziamenti pubblici insufficienti per svolgere la loro funzione a pieno titolo.

In questo senso, la dichiarazione di Favilla lancia un messaggio importante: la lotta ai diplomifici non deve trasformarsi in una guerra ideologica contro l’intero comparto paritario, ma piuttosto in una riforma equa, che distingua tra chi imbocca scorciatoie e chi lavora per una scuola di qualità, accessibile e inclusiva. Parità anche del lavoro svolto, come la mancanza di riconoscimento ai docenti transitati nel sistema statale di vedersi riconosciuta per intero la carriera maturata nella scuola paritaria: “Riteniamo che sia assolutamente iniqua la norma a maggior ragione in presenza di norme che prevedevano fino al 2007 il riconoscimento del servizio nelle scuole pareggiate/parificate, oggi paritarie, nella carriera scolastica statale: bisogna modificare anche questa norma, una necessità nell’orizzonte dell’equità e della giustizia” conclude Favilla

Il DL 45/2025 è un primo passo importante per ripristinare fiducia nel sistema scolastico italiano, ma dovrà essere seguito da interventi più strutturali e differenziati. Punire chi svilisce il valore del titolo di studio è giusto, ma riconoscere e sostenere chi fa scuola con serietà è altrettanto necessario. La parità, come dice Favilla, è un valore democratico. Realizzarla davvero significa non solo vigilare, ma anche investire e credere in tutte le scuole che, ogni giorno, educano e formano coscienze.

Nuove Linee Guida per la Specializzazione sul Sostegno: I Decreti Ministeriale n. 75 e 77 del 24 Aprile 2025

Il Decreto Ministeriale n. 75 del 24 aprile 2025, emanato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, definisce i nuovi criteri e percorsi per la formazione dei docenti specializzati sul sostegno agli alunni con disabilità. Il provvedimento introduce importanti novità sul profilo professionale richiesto, i requisiti di accesso, la struttura dei corsi e il fabbisogno di personale, con l’obiettivo di garantire un’educazione inclusiva e qualificata entro la fine del 2025. in attuazione dell’articolo 6 del decreto-legge 31 maggio 2024, n. 71, convertito con modificazioni dalla legge 29 luglio 2024, n. 106.​Mi – Ministero dell’istruzione+3Mi – Ministero dell’istruzione+3Mi – Ministero dell’istruzione+3

Contenuti principali del decreto

  1. Profilo professionale del docente di sostegno
    L’Allegato A del decreto definisce il profilo professionale del docente specializzato per il sostegno didattico, evidenziando le competenze necessarie per supportare efficacemente l’inclusione degli alunni con disabilità.
  2. Attivazione dei percorsi di formazione
    Le università, autonomamente o in convenzione con l’INDIRE, possono attivare i percorsi di specializzazione se in possesso di determinati requisiti, tra cui:
  3. Requisiti e modalità di partecipazione
    Il decreto stabilisce i criteri per l’ammissione ai percorsi, i costi massimi, l’esame finale e la composizione della commissione esaminatrice. In caso di domande superiori al fabbisogno, vengono definite le modalità di selezione dei partecipanti.
  4. Fabbisogno di docenti specializzati
    L’Allegato B individua il fabbisogno di docenti specializzati per il sostegno didattico agli alunni con disabilità, al fine di attivare i percorsi formativi da concludere entro il 31 dicembre 2025.

Percorsi formativi specifici

Il decreto prevede:

  • un percorso di 40 crediti formativi per i docenti che hanno già svolto servizio sul sostegno per almeno tre anni negli ultimi cinque, ma senza titolo di specializzazione;
  • percorsi di 48 o 36 crediti formativi per gli insegnanti con titoli di specializzazione conseguiti in Paesi dell’Unione Europea e coinvolti in contenziosi con il Ministero, a seconda dell’esperienza professionale maturata. ​Mi – Ministero dell’istruzione+1Mi – Ministero dell’istruzione+1

Documentazione ufficiale

Puoi consultare i documenti ufficiali ai seguenti link:

Per ulteriori dettagli e aggiornamenti, puoi visitare la sezione dedicata sul sito del MIM:
👉 Decreto Ministeriale n. 75 del 24 aprile 2025 – MIM

​I PERCORSI DI SPECIALIZZAZIONE DM 77/2025

Il Decreto Interministeriale n. 77 del 24 aprile 2025, pubblicato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM), disciplina i percorsi di specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità. Tali percorsi sono attivati ai sensi dell’articolo 7 del decreto-legge 31 maggio 2024, n. 71, convertito con modificazioni dalla legge 29 luglio 2024, n. 106 .​Mi – Ministero dell’istruzione+5Mi – Ministero dell’istruzione+5Mi – Ministero dell’istruzione+5

Contenuti principali del decreto

1. Obiettivi del decreto
Il decreto definisce:

  • I contenuti dei percorsi di formazione per il sostegno, riferiti ai diversi gradi di istruzione, organizzati dall’INDIRE o dalle Università, autonomamente o in convenzione con l’INDIRE.
  • I criteri di ammissibilità dei percorsi formativi svolti all’estero per l’insegnamento su posto di sostegno ed i corrispondenti requisiti di qualità.
  • Le modalità di attivazione dei percorsi, i costi massimi, le modalità e i termini di presentazione delle domande di partecipazione, l’esame finale dei percorsi e la composizione della commissione esaminatrice .​Mi – Ministero dell’istruzione

2. Requisiti per l’attivazione dei percorsi da parte delle Università
Le Università possono presentare al Ministero dell’Istruzione e del Merito la disponibilità ad attivare i percorsi di formazione se in possesso dei seguenti requisiti:

3. Percorsi formativi per docenti con esperienza pregressa
Il decreto disciplina un percorso di 40 Crediti Formativi Universitari (CFU) per i docenti che hanno già effettuato servizio sul sostegno, pur senza titolo di specializzazione, per almeno tre anni negli ultimi cinque. Questo percorso mira a valorizzare l’esperienza maturata sul campo, facilitando l’accesso alla specializzazione .​Mi – Ministero dell’istruzione

4. Percorsi per il riconoscimento di titoli esteri
Per gli insegnanti che hanno acquisito un titolo di formazione specializzante sul sostegno in Paesi comunitari e che hanno un contenzioso con il Ministero, il decreto prevede la possibilità di completare la loro formazione attraverso specifici percorsi di:

Accesso al testo completo

Puoi consultare il testo integrale del decreto e l’Allegato A, che dettaglia i contenuti dei percorsi formativi, direttamente sul sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito:​Mi – Ministero dell’istruzione+4Mi – Ministero dell’istruzione+4Mi – Ministero dell’istruzione+4

👉 Decreto Interministeriale n. 77 del 24 aprile 2025

Graduatorie ATA 24 Mesi 2025/2026: Tutto Quello che Devi Sapere

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha aperto le domande per l’inserimento e l’aggiornamento nelle graduatorie ATA 24 mesi, valide per l’anno scolastico 2025/2026.
Queste graduatorie permanenti provinciali di prima fascia sono rivolte al personale Amministrativo, Tecnico e Ausiliario (ATA) che ha maturato almeno 24 mesi di servizio nelle scuole statali.


📅 Scadenze e Modalità di Presentazione

  • Periodo di presentazione: dal 28 aprile 2025 alle ore 14:00 del 19 maggio 2025.
  • Modalità: esclusivamente online tramite il portale POLIS – Istanze Online.
  • Accesso: necessario possedere credenziali SPID o CIE.

Le domande devono essere presentate per una sola provincia e solo per i profili per i quali si possiedono i requisiti richiesti.


✅ Requisiti di Accesso

  • Servizio: almeno 24 mesi (23 mesi e 16 giorni) di servizio, anche non continuativi, in scuole statali nel profilo ATA per cui si concorre.
  • Titoli di studio: variano a seconda del profilo. Ad esempio, per Assistenti Amministrativi e Tecnici è richiesto il diploma di maturità.
  • Certificazione CIAD: obbligatoria per i nuovi inserimenti in tutti i profili, eccetto per i Collaboratori Scolastici. La certificazione deve essere conseguita entro il 30 aprile 2025.

📝 Modelli da Compilare

  • Modello B1: per chi si inserisce per la prima volta.
  • Modello B2: per l’aggiornamento di chi è già inserito.
  • Modello F: per chi concorre solo per l’immissione in ruolo.
  • Modello H: per dichiarare la priorità nella scelta della sede ai sensi della Legge 104/92.

Successivamente, sarà disponibile l’Allegato G per la scelta delle sedi scolastiche.


📌 Novità e Informazioni Utili

  • Servizio Civile: estensione della riserva del 15% anche a chi ha svolto il Servizio Civile Nazionale, non più limitata ai soli partecipanti del Servizio Civile Universale.
  • Calcolo del servizio: i 24 mesi sono calcolati sommando tutti i giorni di servizio utili, considerando ogni 30 giorni come un mese e arrotondando eventuali frazioni superiori ai 15 giorni come mese intero.
  • Esclusioni territoriali: le domande non possono essere presentate per le province di Bolzano, Trento e la regione Valle d’Aosta, che adottano specifici provvedimenti autonomi per il reclutamento del personale ATA.

📚 Risorse e Supporto

Per assistenza e aggiornamenti ufficiali:


Scioglimento della Riserva e Inserimento della CIAD – Graduatorie di III Fascia ATA

A partire da oggi 28 aprile 2025 e fino al 9 maggio 2025 è possibile procedere allo scioglimento della riserva e all’inserimento della CIAD (Certificazione Internazionale di Alfabetizzazione Digitale) ai fini dell’aggiornamento delle graduatorie di istituto di III fascia del personale ATA avvenute lo scorso anno (2024).

I candidati che avevano presentato domanda con riserva possono ora integrare la propria posizione caricando la certificazione richiesta. Il possesso della CIAD è requisito obbligatorio per l’inserimento o il permanere nelle graduatorie, in base alle disposizioni vigenti.

Si raccomanda a tutti gli interessati di completare l’inserimento nei tempi previsti, accedendo all’apposita piattaforma ministeriale, per evitare l’esclusione dalla graduatoria.

Maggiori dettagli operativi nel video qui di seguito.

RSU nella scuola: tra rappresentanza e clientelismo. Più ombre che luci di un sistema da ripensare

Ogni tre anni, il personale scolastico è chiamato a eleggere le RSU – le Rappresentanze Sindacali Unitarie – un passaggio che dovrebbe essere l’emblema della democrazia interna e della tutela collettiva. Eppure, dietro la facciata formale, il meccanismo si sta sempre più trasformando in un terreno fertile per il clientelismo, svuotando di senso la funzione originaria delle RSU.

Molti dei candidati non si avvicinano alla rappresentanza sindacale per convinzione o per spirito di servizio, ma perché inseriti in lista al solo scopo di portare numeri alla sigla storicamente rappresentativa. Non sanno nemmeno cosa significhi essere rappresentanti sindacali, non conoscono i diritti, i doveri, né tantomeno hanno idea di come si strutturi un’attività sindacale seria. E spesso non interessa loro saperlo. Sono candidati “fantoccio”, scelti per garantire visibilità alla sigla più grande, non per rappresentare davvero i lavoratori.

La Fensir, sceglie di non scendere a compromessi. Il segretario generale, Favilla, racconta un retroscena preoccupante:

“Nelle settimane antecedenti la presentazione delle liste, a seguito di un nostro comunicato nelle scuole, abbiamo ricevuto molte telefonate da personale docente e ATA che ci chiedeva quali vantaggi avrebbero avuto candidandosi con noi. Abbiamo spiegato chiaramente che avremmo offerto supporto con la formazione, ma non certamente con altro. A parte qualcuno che ci ha chiesto addirittura un compenso economico per il ruolo di RSU – affermando che la sigla X e Y lo offrivano ai loro candidati – molti ci hanno riferito che, se si fossero candidati e ottenuto il seggio, avrebbero avuto in cambio permessi sindacali. Non per svolgere attività sindacale a scuola o in sede, ma semplicemente per farsi i fatti loro. Siamo rimasti senza parole”.

I numeri parlano chiaro: 12 giorni l’anno, 5 a bimestre

Il quadro normativo, all’apparenza chiaro, viene in realtà aggirato con molta disinvoltura. Secondo l’Accordo Collettivo Quadro del 4 dicembre 2017, per i docenti, che sono tenuti a garantire la continuità didattica, i permessi sindacali retribuiti non possono superare i 12 giorni lavorativi l’anno, con un massimo di 5 giorni per bimestre. Eppure, in molti casi, questo limite viene  “interpretato” in modo creativo grazie alla complicità di alcune dirigenze o all’assenza di controlli.

Nel caso del personale ATA, non essendoci vincoli legati alla didattica, il limite massimo non è rigidamente fissato, ma anche qui si assiste spesso a un utilizzo distorto dei permessi, svincolato dalle reali esigenze sindacali e più vicino a un benefit personale che a un diritto collettivo.

Rappresentatività: la finta democrazia che diventa monopolio

Ma il vero nodo della questione è il meccanismo della rappresentatività sindacale: un sistema autoreferenziale che impedisce di fatto ai sindacati non rappresentativi di accedere agli stessi strumenti di propaganda e presenza nelle scuole. Una prassi che nasce da un’errata e distorta interpretazione della Legge 300/1970 (Statuto dei Lavoratori), dove i sindacati che già detengono la maggioranza dei numeri continuano a scrivere le regole… a proprio esclusivo vantaggio.

Questo meccanismo si è trasformato in una casta blindata, che impedisce il pluralismo e la reale concorrenza di idee. Chi è fuori dalla rappresentanza formale viene sistematicamente escluso da spazi, comunicazioni, assemblee. “Una logica di controllo e chiusura che ha più del mafioso che del democratico” afferma Favilla.

Chi controlla il meccanismo, controlla anche l’accesso alla partecipazione. E così i sindacati storici consolidano il potere con dinamiche autoriproducenti, tagliando fuori le voci alternative, spesso più competenti e autenticamente impegnate.

I candidati Fensir: convinzione e responsabilità

In questo scenario distorto, i candidati RSU della Fensir si distinguono nettamente: partecipano alle elezioni non per convenienza o per ottenere vantaggi personali, ma per vera convinzione del ruolo che andranno a ricoprire. Sono persone formate o che verranno formati, consapevoli, che scelgono di impegnarsi per dare voce ai colleghi e per costruire una rappresentanza sindacale credibile, pulita e coerente con i principi dello Statuto dei Lavoratori.

La Fensir vuole spezzare questo cerchio vizioso. Basta con il sindacalismo che sopravvive solo per proteggere se stesso, che distribuisce permessi come ricompensa e che zittisce chi dissente. Basta con la rappresentanza ridotta a poltrona, con un pluralismo solo sulla carta.

Il sindacato deve tornare ad essere lotta, voce, coraggio. E chi vuole davvero difendere i lavoratori deve poterlo fare anche fuori dai circuiti blindati della rappresentatività. Perché il consenso si conquista con le idee e con la presenza, il servizio e la dedizione non con i numeri blindati. È tempo di un sindacato libero, trasparente e soprattutto senza padrini.

Stipendi dei docenti di religione: dal 2025 assenti voci retributive per gli incaricati annuali senza ricostruzione di carriera

Il FENSIR–SAIR denuncia una disparità retributiva sistematica a danno dei docenti di religione incaricati annuali senza ricostruzione di carriera

Da febbraio 2025, nei cedolini stipendiali di numerosi docenti di religione incaricati annuali senza ricostruzione di carriera, risultano assenti alcune voci retributive previste dal contratto collettivo nazionale. L’anomalia, riscontrata in diverse regioni, riguarda esclusivamente i docenti con contratto a tempo determinato che non hanno ancora ottenuto il riconoscimento della carriera pregressa.

Nei cedolini dei colleghi con analogo inquadramento (KR08) ma con ricostruzione di carriera già effettuata, le stesse voci risultano regolarmente presenti. Il FENSIR–SAIR, sulla base di numerose segnalazioni ricevute, ha attivato le necessarie interlocuzioni con la Ragioneria Generale dello Stato e il sistema NoiPA del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Voci stipendiali assenti

L’analisi dei cedolini mostra la completa assenza, per gli incaricati annuali senza ricostruzione di carriera, delle seguenti voci:

  • Indennità di vacanza contrattuale: prevista in attesa del rinnovo contrattuale, non compare da febbraio 2025.
  • Anticipo rinnovo CCNL 2022–2024: anche questa prevista ma non compare sui cedolini.

Si evidenzia inoltre che la voce “Esonero contributivo IVS” (cuneo fiscale), applicata fino al 2024, è stata rimossa per tutti i dipendenti pubblici a partire dal 2025, e non costituisce quindi una discriminazione specifica ma generalizzata e penalizzante.


Disparità tra profili uguali

Le differenze riscontrate determinano una riduzione significativa dello stipendio netto mensile, che colpisce solo i docenti di religione incaricati annuali privi di ricostruzione di carriera, pur svolgendo le stesse funzioni e avendo lo stesso inquadramento dei colleghi stabilizzati.

VoceCon ricostruzione di carrieraSenza ricostruzione di carriera
Indennità vacanza contrattualePresenteAssente
Anticipo rinnovo CCNLErogatoNon erogato

L’intervento del FENSIR–SAIR

A seguito delle segnalazioni ricevute, il FENSIR–SAIR ha formalmente chiesto chiarimenti agli uffici preposti. La Segretaria Nazionale, Mariangela Mapelli, ha dichiarato:

“Dopo diverse segnalazioni da parte dei colleghi di religione incaricati annuali, abbiamo provveduto a segnalare alla Ragioneria Generale dello Stato l’anomalia, così anche al sistema NOIPA del Ministero delle Finanze. Riteniamo che l’errore sia diffuso e non percepito e come organizzazione vogliamo intervenire affinché venga riconosciuto quanto legittimamente spettante.”

Il sindacato ha richiesto:

  • Il ripristino delle voci stipendiali mancanti;
  • Il riconoscimento degli arretrati maturati;
  • Una verifica tecnica centralizzata da parte del sistema NoiPA.

Nota sul taglio del cuneo fiscale

Il 2024 è stato contraddistinto da un aumento temporaneo degli stipendi netti, dovuto all’applicazione del taglio del cuneo fiscale previsto dalla legge di bilancio. Tuttavia, da gennaio 2025, tale misura non è più applicata, e ciò ha comportato un abbassamento generalizzato del netto in busta per il personale della scuola.

In merito, il Segretario Generale FENSIR, Giuseppe Favilla, ha dichiarato:

“Dopo un anno, il 2024, nel quale il taglio del cuneo fiscale ha dato una falsa illusione di uno stipendio più elevato, da gennaio 2025, ci ritroviamo con uno stipendio di circa 100 euro in meno, senza un rinnovo contrattuale decente ma di un anticipo che, da un’analisi del nostro centro studi, risulta essere già il 70-80% di quanto sarà erogato con il rinnovo contrattuale. Altro che rinnovo, più che altro si tratta di elemosina.”

Il sindacato sottolinea come il ritardo nel rinnovo contrattuale e la fine delle agevolazioni fiscali stiano penalizzando in particolare le fasce di personale più fragili, come gli incaricati annuali senza carriera, il personale ATA e i docenti a tempo determinato in generale.

Il FENSIR–SAIR continuerà a monitorare la situazione e a tutelare i docenti coinvolti. L’obiettivo è il ripristino della parità retributiva per tutti i lavoratori inquadrati nello stesso profilo, indipendentemente dalla stabilità contrattuale o dalla ricostruzione di carriera.

Il sindacato invita tutti i docenti di religione incaricati annuali senza ricostruzione di carriera a verificare i propri cedolini e a segnalare eventuali anomalie alle sedi FENSIR–SAIR di riferimento.

Graduatorie GPS 2025: al via l’inserimento negli elenchi aggiuntivi alla I fascia

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha ufficializzato, con il D.M. n. 26 del 19 febbraio 2025, l’apertura delle funzioni per la presentazione delle istanze di inserimento negli elenchi aggiuntivi alla I fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze (GPS) e nelle corrispondenti graduatorie di istituto di II fascia.

📅 Quando presentare la domanda?
Le funzioni telematiche saranno disponibili dal 14 aprile (ore 9:00) al 29 aprile 2025 (ore 23:59).

📌 Chi può presentare domanda?
Possono presentare istanza gli aspiranti che conseguiranno entro il 30 giugno 2025:

  • l’abilitazione all’insegnamento,
  • la specializzazione sul sostegno,
  • oppure titoli nei metodi didattici differenziati (Montessori, Pizzigoni, Agazzi).

Chi conseguirà il titolo dopo il 29 aprile ma entro il 30 giugno 2025, potrà iscriversi con riserva, da sciogliere poi comunicando il conseguimento del titolo dal 16 giugno al 3 luglio 2025.

📄 Gli aspiranti con titolo conseguito all’estero dovranno indicare:

  • gli estremi del provvedimento di riconoscimento del titolo,
    oppure
  • la domanda di riconoscimento presentata all’ufficio competente, per essere iscritti con riserva.

📌 Ulteriori dettagli:

  • Chi è già iscritto nelle GPS al 24 giugno 2024 deve presentare domanda all’Ambito territoriale già indicato.
  • I nuovi aspiranti o chi cambia classe di concorso dovrà indicare fino a 20 istituzioni scolastiche per l’inserimento nelle relative GI di II fascia.

Hai bisogno di supporto per la compilazione della domanda?

Fensir e il sindacato docenti SADOC sono a disposizione per assistenza personalizzata nella procedura di inserimento.

📧 Email: docenti@sadoc.it
📱 Telefono :
351 3160276 – 329 2296336 (dal 15 aprile in poi)

Non aspettare l’ultimo momento: contattaci e prenota il tuo appuntamento!

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Graduatorie ATA III Fascia: dal 28 aprile al 9 maggio l’inserimento della CIAD – Fensir pubblicherà un tutorial per la procedura

Gli aspiranti inseriti con riserva nelle graduatorie di terza fascia del personale ATA per il triennio 2024/2027 potranno procedere con lo scioglimento della riserva legata al conseguimento della Certificazione Internazionale di Alfabetizzazione Digitale (CIAD) a partire dal 28 aprile e fino al 9 maggio 2025, come indicato nella nota ufficiale del Ministero dell’Istruzione e del Merito (n. 87837 del 10 aprile 2025).

📌 Obbligo della CIAD e scadenza
La CIAD è richiesta per tutti i profili ATA, tranne quello di collaboratore scolastico, e rappresenta un requisito obbligatorio ai sensi del CCNL Istruzione e Ricerca 2019/2021. La certificazione deve essere ottenuta entro il 30 aprile 2025. Non saranno accettate certificazioni conseguite dopo questa data. Se il rilascio formale non fosse ancora avvenuto, è possibile inserire la data in cui è stato sostenuto l’esame, purché entro la stessa scadenza.

📌 Come si presenta la dichiarazione
L’inserimento della certificazione avverrà tramite la piattaforma Istanze Online (POLIS). I candidati dovranno accedere con SPID, CIE o credenziali abilitate e indicare:

  • data del conseguimento o dell’esame;
  • ente certificatore;
  • ulteriori dati richiesti per verificare la validità e l’accreditamento dell’ente presso Accredia.

📌 Fensir supporterà i candidati con un tutorial
Per accompagnare gli aspiranti in questa delicata fase, Fensir predisporrà un tutorial che illustrerà passo dopo passo la procedura da seguire su Istanze Online. Il materiale sarà disponibile nei prossimi giorni attraverso i canali ufficiali dell’organizzazione e potrà rappresentare un valido aiuto per evitare errori nell’invio della dichiarazione.

NON HAI ANCORA LA CIAD?

Con noi puoi conseguirla entro il 30 aprile, segui questi semplici passaggi:

  1. Personale ATA con contratto al 30 giugno o al 31 Agosto, delega sindacale scarica CLICCA QUI
  2. Personale Aspirante ATA o Docente inserito nelle Graduatorie ATA con contrato al 30 giugno o al 31 agosto, delega sindacale delega sindacale scarica CLICCA QUI e versamento di € 35,00 sul conto corrente intestato a Fe.N.S.I.R. IBAN IT33G0845311102000000235086 “provincia di residenza – iscrizione annuale Cognome e Nome“.
  3. Personale Docente inserito nelle Graduatorie ATA con contrato al 30 giugno o al 31 agosto, delega sindacale delega sindacale scarica CLICCA QUI
  4. CERTIFICAZIONE CIAD ACCREDIA PER GLI ISCRITTI (o che si iscriveranno) € 130,00 da versare su Fe.N.S.I.R. IBAN IT33G0845311102000000235086 “integrazione quota associativa Cognome e Nome“

📎 Documento allegato
Puoi consultare la nota ufficiale del Ministero qui:
👉 Nota MIM n. 87837 del 10 aprile 2025 (PDF)