COMUNICATI STAMPA

Decreto legge 44-2023. Buono per alcuni, cattivo per altri.

Nel pomeriggio del 22 aprile è stato pubblicato il Decreto Legge n. 44 dal titolo “Disposizioni urgenti per il rafforzamento delle amministrazioni pubbliche”. Un Decreto Legge atteso da diverse migliaia di docenti, in modo particolare neo assunti in ruolo nel corrente anno scolastico. Infatti il suddetto decreto, così come di fatto è avvenuto, prevede lo slittamento del vincolo di permanenza nella sede di immissione in ruolo a partire dall’anno scolastico 2023-24. Dunque i docenti neo assunti nei ruoli nel corrente anno scolastico partecipano alla mobilità con le modalità previste per tutti gli altri docenti e personale ata così come previsto dall’OM n. 36.

“Accogliamo con favore le disposizioni previste per i docenti neo assunti e anche per i docenti inseriti nelle GPS di 1^ fascia sostegno, elenchi aggiuntivi e abilitati all’estero. Ma permetteteci di fare delle critiche e delle riflessioni utili anche in vista della discussione sul decreto stesso che avverrà nelle prossime settimane, infatti allo stato attuale è buono per alcuni e cattivo per altri” così afferma Giuseppe Favilla, segretario generale della FeNSIR.

Rimane comunque invariata la questione dei vincoli sulla mobilità in quanto lo sblocco interessa SOLO i docenti neoassunti in ruolo, rinviando il problema. Di fatto, e nella sostanza, i vincoli si applicheranno a partire dal prossimo anno scolastico. Continuano ad applicarsi i vincoli a chi ha ottenuto il trasferimento in una provincia o sede e che risulta poco gradita. Tale problema rimane anche per le mobilità future. Altra questione non di poco conto che riguarda i docenti l’assunzione a tempo determinato finalizzata al ruolo da GPS 1^ fascia sostegno con decorrenza 1/9/2023 è la possibilità di deroga derivante dalla Legge104/92; nel DL 44 rimane solo la possibilità remota dell’esubero. La deroga della legge 104/92 resta confermata per tutti gli assunti in ruolo dalle GAE e dai concorsi dal 1/9/2023. 

Pur essendosi temporaneamente risolta la questione dei neo assunti del corrente anno scolastico, di fatto il problema si è semplicemente spostato in avanti, come abbiamo immediatamente sottolineato.

“Consideriamo un passaggio importante quello previsto dal Decreto 44, ma certamente non risolutivo delle problematiche dei neo assunti, né tantomeno rispettoso delle scelte del docente, che deve sottostare a delle logiche di sottomissione a norme che possono risultare limitanti della libertà personale” afferma Giada Zichittella, segretaria nazionale del Fensir SADOC, sindacato autonomo docenti federato della Fensir. “L’attenzione del legislatore deve essere indubbiamente rivolta verso gli studenti, ai quali va garantita il più possibile la continuità didattica, ma al contempo deve essere tutelato il diritto dei lavoratori della Scuola di poter rispondere ad esigenze di carattere personale e familiare, quali la vicinanza del luogo di lavoro, la cura della propria famiglia e dei propri affetti, nonché l’attenzione all’investimento economico. Conosciamo bene cosa significa svolgere questo lavoro, pur sempre meraviglioso, lontano dalla propria famiglia; e la sofferenza si accentua per chi ha figli ancora in età scolare o prescolare, talvolta persino con situazioni di handicap, che necessitano di una vicinanza e di una cura particolare. Riteniamo che questi vincoli di assoluta esclusione di deroghe debbano essere debellati permanentemente” conclude Zichittella.

Nelle prossime settimane il nostro sindacato si adopererà, attraverso un coinvolgimento sinergico del mondo politico, a prevedere per via legislativa l’abolizione di tutti i vincoli, e ciò può avvenire portando sul tavolo delle istituzioni il disagio di chi è costretto a lasciare casa e affetti per poter realizzare la propria scelta di vita. Siamo convinti che la serenità e la progettualità di ciascun lavoratore della Scuola debbano essere accompagnate e promosse dal rispetto delle scelte anche relativamente al luogo di lavoro, così come prevede la stessa Costituzione all’art. 4: “Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”. I vincoli rappresentano una vera e propria limitazione costituzionale in quanto, seppur contribuendo al progresso materiale e spirituale della società attraverso l’educazione delle future generazioni, di fatto risultano del tutto fuori luogo per la serenità lavorativa di ciascun docente.

Non dimentichiamoci inoltre dell’assunzione del personale da Graduatorie di Merito concorsuali. Migliaia di docenti hanno superato i concorsi ordinari, ma allo stato attuale la loro assunzione è vincolata al triennio di vigenza. Siamo convinti che, prima di ogni altra questione, è bene prevedere anche per il futuro – e dunque modificando quanto previsto dall’art. 400 del dlgs 297/1994 – lo scorrimento delle graduatorie di merito, fino ad esaurimento delle stesse.

Investire anche due anni per un concorso ordinario composto da più prove per una procedura assunzionale determinata è, a nostro parere non solo ingiusto, ma anche insensato; si deve invece prevedere una norma che consenta lo svuotamento di tutte le graduatorie concorsuali ordinarie e straordinarie.

Riguardo alla possibilità di assunzione dalle GPS di 1^fascia, di qualsiasi insegnamento e grado, riteniamo che sia arrivato il momento di utilizzarle per le assunzioni indipendentemente dal servizio specifico svolto, in quanto formate da personale docente abilitato. La loro trasformazione in graduatorie a scorrimento per le assunzioni potrebbe essere una risoluzione anche per semplificare al massimo le procedure di assunzione e far fronte ai disagi che annualmente affrontano le istituzioni scolastiche. 

Si potrebbe integrare quanto previsto dalla legge 79/2022 con un nuovo dispositivo di legge che permetta permanentemente lo scorrimento per l’assunzione a tempo indeterminato dalle suddette graduatorie, facendole diventare nel tempo “doppio canale” insieme ai concorsi ordinari.

La Redazione

CONCORSO IRC: A giugno il bando?

Correva l’anno…. troppi anni da ricordare e crediamo del tutto superflui, ma oggi tra i corridoi non si sa di quale ente con precisione, si rincorrono le voci del bando di concorso, anzi dei bandi di concorso, straordinario (il più atteso) e l’ordinario quello sperato dai nuovi docenti. Dai nostri informatori il Ministero è in procinto di emanare il “decreto/bando” con una tempistica attesa già ben chiara: giugno pubblicazione del bando e prove in autunno almeno per i concorsi straordinari (infanzia/primaria e secondaria). 

“Il concorso del mistero, d’altronde si tratta dei docenti di religione quelli coinvolti” così scherzosamente afferma il segretario generale della Fensir e vice segretario del SAIR, nuovo sindacato autonomo degli insegnanti di religione, Favilla. “Un mistero che sta durando troppo a lungo. La legge 79/2022 prevede un concorso straordinario di natura metodologico-didattica con sola prova orale di cui, a parte questo dettaglio e che la tassa sarà a carico dei candidati, null’altro si sa. Non sappiamo ancora effettivamente quale sarà il contingente autorizzato; non sappiamo se si farà riferimento al DPCM del 20 luglio 2021, dove venivano autorizzati 5116 posti, e dunque riservati al concorso straordinario il 50% (2558 posti divisi nei due settori formativi), una miseria visto che al 2022 il numero dei candidati con più di 36 mesi di servizi si aggira intorno a 12/13mila docenti”, conclude Favilla.

Rimangono aperte molte questioni che non possono essere risolte nel semplice bando, infatti le fasi propedeutiche, su cui c’è il massimo riserbo, quasi si trattasse di un segreto di Stato, prevedono la corretta determinazione dell’organico. Se è vero che il concorso dovrà essere bandito a giugno o luglio oggi dovremmo essere già a conoscenza almeno di due fattori: del decreto previsto dalla stessa norma (art. 47 comma 9 lettera b della legge 79/2022) che non c’è e almeno del numero dei posti a concorso in quanto il decreto del 2021 era stato autorizzato per il solo concorso ordinario. Siamo così certi che il concorso è in dirittura di arrivo? 

Altro elemento non trascurabile per un concorso straordinario è la selettività o meno della prova. “Sappiamo per esperienza – continua Favilla –  da quanto già successo  per i colleghi delle altre discipline che la selettività della prova anche se il  concorso è straordinario ha come conseguenza una selezione pari al 50% dei candidati e di fatto si perderebbe  quel carattere di straordinarietà e di volontà di risoluzione del precariato. Non siamo affatto d’accordo con il MIM e con gli altri sindacati se questa sarà la strada percorsa dal misterioso bando. Avremo ancora tantissimo precariato e soprattutto potremmo definire più che un concorso straordinario di un concorso truffa, perché si distanzia dell’ordinario solo per le prove, anziché due selettive una soltanto, ma comunque volte a misurare le conoscenze del candidato, perché diciamocelo in Italia non è ancora radicata al valutazione bensì la misurazione della prestazione, che è solo una parte dell’intero processo valutativo”  

Il nostro sindacato, seppur consapevole che il concorso rappresenta “finalmente” un punto di arrivo per poche migliaia di persone, per altri (circa 8000 docenti) di fatto non cambierà nulla. Non cambierà nulla per i docenti della scuola primaria della Campania, della Calabria e di altre regioni, dove il numero esiguo di posti liberi nell’organico del 70%  probabilmente il ruolo rimarrà solo un miraggio seppur con concorso straordinario e graduatorie ad esaurimento. Sarà diversa la situazione in Lombardia che godrà del numero dei posti maggiori ma che allo stesso tempo rappresenterà il concorso ancora un lungo periodo di attesa vista anche l’attesa decrescita della popolazione scolastica. 

“Siamo preoccupati – chiude Favilla – che i colleghi possano illudersi che il concorso straordinario possa determinare l’immediato passaggio dal precariato alla stabilizzazione a tempo indeterminato del proprio contratto, lo sarà per alcuni ma non per tutti gli aventi diritto. Finché la politica non avrà il coraggio di modificare l’organico per il tempo indeterminato (dal 70 al 95%), l’attesa dei colleghi per il ruolo continuerà ad essere lungo e probabilmente continuerà a esserci chi, come il sottoscritto, forse vedrà realizzare la propria stabilità dopo 22 anni servizio”.

Il Fensir SAIR rimarrà accanto ai colleghi e valuterà passo dopo passo ogni azione dal parte del MIM.

L’UFFICIO STAMPA

MOBILITA’: il muro di gomma del Ministero dell’Istruzione e del Merito

I sindacati rappresentativi riferiscono di una trattativa difficile conclusa con un mancato accordo. Permangono i vincoli con una lieve apertura alla possibilità di non applicare lo stesso agli assunti del 2022/23, voluta dal DL 36/2022 convertito nella legge 79/2022.

“Non è una novità l’ostilità da parte del Ministero riguardo le indicazione delle rappresentanze sindacali, sia rappresentative che non” afferma il Segretario Generale della FeNSIR Giuseppe Favilla.

Nelle scorse settimane in diversi colloqui pubblici e privati il sindacato attraverso la segreteria del Sadoc ha cercato di stimolare il dibattito e al contempo invitare gli esponenti della maggioranza a mettere al centro dell’attenzione la questione mobilità e vincoli, purtroppo l’Amministrazione chiamata a dare attuazione alla legge, ha portato a un nulla di fatto. “Sembra di stare di fronte ad un muro di gomma: rimbalzo continuo e costante riguardo il semplice diritto in nome di una legge che rende ingiustizia a migliaia di docenti”, conclude Favilla.

“È importante per tutti noi del Fensir SADOC stare accanto a tantissimi colleghi che sono vincolati territorialmente anche a migliaia di kilometri dagli affetti, con tutto ciò che comporta anche dal punto di vista economico. Il diritto al lavoro non può essere oggetto di scambio con la vicinanza alla propria famiglia e affetti in generali” afferma Giada Zichittella neo Segretaria Nazionale del SADOC.

La Fensir accoglie positivamente la scelta dei sindacati rappresentativi di non firmare l’accordo e non condivide affatto l’atto unilaterale da parte del Ministero di dare seguito, mediante l’Ordinanza Ministeriale, alla mobilità così come presente nel Contratto Collettivo Nazionale Integrativo senza recepire quell’attenzione necessaria verso una categoria sempre più depauperata dei suoi diritti.

FATTI GRAVI A FIRENZE: TUTTI SIAMO CHIAMATI AD EDUCARE!

Educare è un esercizio non solo di trasmissione di saperi, ma di tirar fuori, anche nel ricordo di fatti storici e dall’esperienza contemporanea, elementi utili e necessari per la formazione e crescita delle nuove generazioni. Leggere gli eventi odierni con uno sguardo alla storia, anche terribile, del nostro Paese, non significa fare propaganda di sinistra o di destra, ma di scongiurare che la storia si ripeta. Tutti nella Comunità Educante hanno il diritto/dovere di ricordare, parlare, spiegare, interpretare la storia, giudicare e valutare i fatti passati e presenti, affinché gli errori del passato in nessun modo si ripetano.

Reclutamento e mobilità dei docenti posto comune e dei docenti di religione

Incontro con il sen. Roberto Marti (LEGA)

Presidente della Commissione VII Istruzione e Cultura in Senato.

Intervenuto ieri sui canali social del sindacato Fensir  (SADOC e SAIR) e sulla pagina Facebook di Onde, il sen. Roberto Marti (Lega) quale presidente della commissione istruzione in Senato, è intervenuto su graduatorie concorsuali, nuovo reclutamento post riforma Bianchi e mobilità. 

In particolare, ha espresso attenzione verso le argomentazioni che i docenti hanno sottoposto sull’ economicità e sull’opportunità di trasformare le graduatorie di merito dei concorsi 2020-22 in graduatorie ad esaurimento, sottolineando la che maggioranza compatta sta prendendo in esame questa possibilità, ma anche  che si tratta di provvedimenti che, a giudizio del MEF, hanno comunque dei risvolti finanziari e che quindi vanno appunto sottoposti ad una valutazione di quella natura.  

 “L’Incontro è stato cordiale e positivo”, afferma la segretaria nazionale del Fensir  Sadoc, nonché amministratrice del gruppo facebook ONDE, Roberta Granata, “il sistema del reclutamento scolastico voluto dalla legge 79/2022 stenta ad essere applicato. Molti dei decreti che riguardano i docenti devono essere applicati e sostenuti anche dalle università ancora non pronte ad attuare quanto richiesto dalla riforma del reclutamento. È necessario dare risposte certe ai colleghi precari sprovvisti del titolo di abilitazione e così anche a chi è di ruolo, provvisto dei titoli di accesso necessari, ma ancora in attesa del concorso straordinario abilitante del 2020”

Riguardo alle sorti della riforma del reclutamento voluta da Patrizio Bianchi, il Sen. Marti, ha assicurato che il Ministero sta lavorando per portare a termine la pubblicazione dei decreti attuativi che rendono la legge 79/22 pienamente efficace, con particolare riferimento al bando di concorso per i docenti IRC nonché del concorso ordinario per i docenti di scienze motorie della scuola primaria.

“Accogliamo con favore la disponibilità del Presidente Marti a farsi da tramite per le questioni del personale docente e del personale docente di religione riguardo il decreto ministeriale per i relativi concorsi ordinari e straordinari” afferma Giuseppe Favilla segretario generale del Fensir. “Il reclutamento a tempo indeterminato del personale docente di religione è stato al centro delle battaglie contro il precariato sia della Lega ma anche di Fratelli d’Italia. Non possiamo non ricordare le proposte di legge e gli emendamenti alle varie leggi, nonché l’apporto alla definizione dell’attuale art. 47 comma 9 della legge 72/2022, del sen. Pittoni, votato nella legislatura appena trascorsa dalla Lega e da tutta la coalizione di governo. Siamo fiduciosi in un acceleramento della procedura”.

Il Presidente Marti ha infine anche toccato l’argomento della mobilità, ribadendo l’attenzione che, anche nella precedente legislatura, il suo partito ha avuto nei confronti dei vincoli di sede (ricordiamo gli interventi legislativi che hanno “ammorbidito” il vincolo con la reintroduzione delle assegnazioni provvisorie), e che si farà portavoce delle istanze sia in sede istituzionale che in sede politica.

Compito del Fensir Sadoc e del Fensir  Sair continuare nell’interlocuzione con il mondo della politica e con il governo al fine di dare risposte a tutta la categoria docente e alle loro specificità.

 Ufficio stampa

LA NUOVA LEGISLATURA HA INIZIO. FeNSIR, VOGLIAMO UNA POLITICA PER LA SCUOLA DURATURA ED EQUA.

Giovedì 13 ottobre ufficialmente si insediava il nuovo parlamento, Camera e Senato, espressione sicuramente della volontà della maggioranza degli elettori, che per circa il 44%, ha dato al centro destra la sua fiducia risultando la coalizione con il maggior numero di voti. Dalle urne si ha avuto una chiara indicazione dunque per il futuro del Paese e che, per la prima volta in assoluto, vede a Capo di Governo una donna: Giorgia Meloni. Fin qui è la cronaca, ma la FeNSIR insieme al Sadoc e al SAIR, sindacati federati, ha riflettuto in modo approfondito sulle politiche scolastiche proposte, sia dell’attuale nuova maggioranza, sia della nuova e attuale opposizione.

“Auspichiamo – afferma Favilla, segretario generale della FeNSIR – che i nuovi parlamentari, ma soprattutto il nuovo Governo, abbia particolare e positiva attenzione alla Scuola e ai suoi lavoratori. Attenzione dal punto di vista contrattuale, destinando velocemente almeno il doppio dei fondi per il nuovo contratto rispetto al contratto che sta per chiudersi, tra l’altro già scaduto. Il nuovo inquilino di viale Trastevere dovrà immediatamente provvedere con un atto di indirizzo all’apertura del nuovo contratto del comparto Istruzione e Ricerca, destinando alla scuola fondi non solo sufficienti, ma che diano dignità al lavoro dei docenti  e del personale ATA. È assurdo pensare che un collaboratore scolastico all’inizio della carriera percepisca, con il taglio del cuneo fiscale poco più di 1100 euro e un docente della scuola primaria 1350 euro. Nel 2011 le parti sociali barattarono per l’assunzione di 67mila docenti e personale ATA, la fascia 3, lasciando un gap di ben 9 anni a stipendio base, siamo convinti che bisogna andare verso ad una nuova definizione delle fasce stipendiali, che accorcino per tutti e indistintamente, la carriera archiviando per sempre ogni forma alternativa e discriminante, camuffandola come valorizzazione del docente, il famoso docente esperto”.

La FeNSIR negli incontri con la politica ha sottolineato più volte la necessità di percorrere per la scuola un sentiero di giustizia ed equità. Di debellare il precariato, prima di tutto. Di trovare un sistema snello di assunzione del nuovo personale, di aumento dell’organico. Ridurre il numero degli alunni per classe, guardando non al dato generale, dove il risultato è frutto di una media statistica sommando le classi delle scuole dei piccoli comuni, con le classi iper affollate delle città. Ma guardare al territorio e ragionare in un’ottica di ottimizzazione mirata e non solo generica: il dato medio di 27 alunni per classe per le scuole secondarie di secondo grado, in presenza anche di BES che hanno necessità di attenzione speciale, non favorisce una didattica davvero inclusiva e attenta alle diversità di apprendimento, medesima situazione nella scuola primaria e secondaria di primo grado.

“Il nuovo Ministero dell’Istruzione – afferma Roberta Granata segretaria SADOC – dovrà avere attenzione non solo  al precariato, una vera e propria piaga, ma alla condizione generale della scuola e del lavoro di ciascun operatore. Deve essere garantito un salario dignitoso; un percorso certo nel reclutamento; una carriera lineare senza discriminazioni o differenziazioni salariali tra gradi di scuola”.

Dello stesso parere è Attilio Piacente segretario SAIR: “ I docenti di religione devono avere finalmente la giusta attenzione che meritano. Deve trovare immediata applicazione l’art. 47 comma 9 della legge 79/2022, almeno per il concorso straordinario. Il nuovo Ministro dell’Istruzione deve emanare immediatamente il decreto che precede il bando. Ma non è sufficiente, bisogna andare verso una politica che valorizzi l’IRC e che si superi definitivamente l’ora del nulla che, in modo particolare nelle regioni del centro nord, dove le percentuali di chi scegli l’uscita dalla scuola è preoccupante: la scuola non può continuare ad avvallare una scelta non  educativa”.

La FeNSIR ha ribadito fin da subito la necessità di rivedere il sistema complessivo dell’Istruzione. Le sue proposte derivano direttamente dalla base. È la base che chiede attenzione, non sono i sindacati a chiedere attenzione. La FeNSIR considera il rapporto diretto con i lavoratori della scuola la linfa vitale e la condizione necessaria per la propria azione sindacale. L’attenzione costante ai docenti di ogni ordine e grado e ai docenti di religione, senza trascurare il middle management, il personale ATA e tutti gli altri lavoratori, è alla base della propria politica. La FeNSIR non solo rivendica salari maggiori ma vuole riportare il contratto nuovamente tra i lavoratori.

“Allo stato attuale, continua Favilla, sappiamo che c’è una confronto all’Aran tra i sindacati rappresentativi e l’Amministrazione per il nuovo contratto del comparto Istruzione e Ricerca. Come è noto i ragionamenti vengono fatti su bozze e su proposte di tabelle, perché il lavoratore, che è il vero e proprio protagonista deve venire a conoscenza del contratto solo 30 giorni prima della firma definitiva? Perché i lavoratori non aderenti alle sigle rappresentative oppure gli stessi territoriali delle sigle rappresentative, devono rimanere all’oscuro di quanto viene detto fino alla fine della contrattazione, ma solamente informati, in modo confusionario, dai loro segretari nazionali e in modo difforme da un giorno all’altro? Chiediamo che la bozza del Contratto Collettivo Nazionale sia pubblico e che tutte le sigle sindacali, a prescindere dalla percentuali,  debbano essere informati e chiamati ad esprimere almeno le loro posizioni, indire assemblee per la discussione, proporre referendum: il contratto non è un affare privato di trattativa, ma deve coinvolgere, e oggi ci sono tutti i mezzi per poterlo fare, tutti i sindacati. Riteniamo la norma che vieta a chi sta al di sotto soglia del 5% di consenso avere informative, di usufruire della possibilità di assemblee durante l’orario di servizio anticostituzionale e contro il lavoratore e il rappresentante che sceglie nella sua libertà costituzionalmente garantita”.

La FeNSIR proporrà all’amministrazione normative a tutela del lavoratore e della sua libertà di scegliersi la rappresentanza e che la stessa abbia accesso alle informative e a poter depositare le proprie considerazioni sui Contratti generali oltre a libero dibattito nei luoghi di lavoro con assemblee in presenza, per profili ecc. Una politica per il cittadino deve garantire la più ampia partecipazione e il contratto ne è una parte di questa democrazia. Consideriamo anacronistico il modo di procedere la trattativa sui contratti di carattere generale con 5 o 6 rappresentanti, che giustamente possono continuare a farlo, ma l’amministrazione deve portare al tavolo anche le istanze provenienti dalle sigle minoritarie che hanno diritto di essere ascoltati ed interpellate.

Le proposte della FeNSIR sono ad ampio raggio come la proposta sindacale e il suo statuto, valorizzare la specificità dei lavoratori e dare voce a ciascuno nelle proprie prerogative, chiedendo che la nuova legislatura e il nuovo governo attuino una politica duratura ma soprattutto equa, rispettando tutto il personale della scuola e i suoi rappresentanti.

Ufficio Stampa

15/10/2022

Un concorso che non c’è o che non si vuole?

di Giuseppe Favilla*

Lo scorso 29 giugno veniva pubblicata la legge 79 che prevede all’art. 47 comma 9 la modifica dell’art. 1bis legge 159/2019, il famoso e contestato, giustamente, emendamento Toccafondi che prevedeva dopo beh 16 anni dal primo ed ultimo concorso del 2004, un concorso ordinario selettivo.

Il neo articolo 47 comma 9, di fatto, anche se non pienamente, dà una risposta al precariato. Si tratta di una risposta soddisfacente? Possiamo definire tale affermazione una risposta piena alle istanze del personale docente incaricato annuale, precario da lungo corso oppresso da una precarietà endemica? Assolutamente no, ma è stato accettato perché contiene una speranza: la graduatoria che si determinerà sarà ad esaurimento.

Contestato precedentemente perché non ho definito il risultato ottenuto (un concorso straordinario per il 50% dei posti liberi in organico) come eccellente, oggi più che mai convinto, che, ogni mese che passa, non solo si possa considerare non eccellente quanto ottenuto ma nemmeno un “risultato”, infatti ad oggi non si è ancora mosso nulla.

Il bando dovrà essere preceduto da due passaggi fondamentali: un decreto del Ministro dell’Istruzione e da una autorizzazione del contingente che, rispetto a quello del 2021, è cambiato e dunque non rispecchia più il numero effettivo dei posti liberi previsti nell’organico del 70%. I posti autorizzati il 20 luglio del 2021 erano 5116. Posti autorizzati per il solo concorso ordinario, dunque di certo, salvo deroghe, procedere ad una nuova autorizzazione di posti oppure dividere gli stessi tra concorso ordinario e straordinario. Sarà compito del Ministro o del Direttore generale. Di certo la norma di legge (art. 47 comma 9 lettera b) non prevede che il ministro dell’istruzione individui i posti messi a concorso ed esperienza vuole, sarà il ministro della Funzione Pubblica a richiedere il contingente da mettere a concorso, sia nel caso del concorso ordinario che straordinario.

Nella fase successiva, invece, sarà il Ministro, con proprio schema a chiedere una valutazione al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI), a definire i limiti entro il quale il Direttore Generale dovrà poi emanare il bando. Tale Decreto Ministeriale, se passerà indenne, la valutazione da parte del CSPI,  considerando che quello che esprime il Consiglio è solo un parere non vincolante, sarà la base del bando e da lì a qualche settimana al massimo si inizierà la vera e propria procedura concorsuale e che dovrà, ma non è perentorio, chiudersi entro un periodo tale da permettere a partire dall’anno 2022/2023 (giuridico) l’assunzione dei docenti di religione a tempo indeterminato.

Dopo questa lunga e forse anche non entusiasmante premessa, mi domando: ma questi concorsi, ordinari e straordinari, si vogliono veramente? C’è una volontà politica ed ecclesiastica (non ecclesiale perché è altro)? Come mai nessun ordinario diocesano ha accolto favorevolmente oppure criticamente il provvedimento di modifica dell’art. 1bis? Come è possibile che ancora una volta, modificato il tutto, con Decreti Ministeriali che vengono pubblicati nonostante a breve si insedierà il nuovo governo, proprio lo schema del decreto per il bando non veda la luce? Ebbene sono domande legittime e soprattutto le risposte dovrebbero essere doverose e non fumose da parte di chiunque.

Il 10 ottobre, in qualità di segretario della Federazione Nuovi Sindacati Istruzione e Ricerca (FeNSIR) di concerto con il Segretario Nazionale del Sair – nuovo Sindacato Autonomo Insegnanti di Religione, invieremo una lettera di chiarimenti al Ministero dell’istruzione, perché riteniamo che sia giunto il momento di avere delle risposte dal governo e non solo una norma che si sta rivelando come la legge 186 ancora una volta una falsa speranza.

Non possiamo più aspettare. I docenti incaricati annuali, vittime di ingiustizia e disparità volutamente pianificata da chi è da anni  al governo, senza distinzione di colore politico, chiedono che sia inizio subito al percorso di stabilizzazione, quel percorso tracciato dalla legge 79/2022, che seppur non pienamente soddisfacente, di fatto è un primissimo passo per colmare le disparità.

*Segretario Generale FeNSIR

5 ottobre, giornata del docente di qualità, inclusivo e per l’apprendimento di tutti

L’Agenda 2030 al punto 4 pone l’attenzione alla dimensione dell’istruzione e dell’insegnamento in generale, mettendo al centro la professionalità dei docenti: “Un’istruzione di qualità è la base per migliorare la vita delle persone e raggiungere lo sviluppo sostenibile”.

Sul termine qualità e valorizzazione, ogni governo in carica, ha dato una propria interpretazione, più o meno creativa, più o meno efficace, ma per lo più non condivisa dagli 800 mila docenti di ogni ordine e grado di scuola.

Accanto alla qualità dell’insegnamento non possiamo non considerare anche la condizione economica nonché lo status proprio del docente, sempre più oppresso da una burocrazia prima cartacea adesso in formato digitale, che non è certo focalizzata sulla qualità dell’insegnamento, ma sull’adempimento che  spesso opprime il docente, assoggettato al controllo di qualche dirigente scolastico poco illuminato.

“La scuola – dichiara Giuseppe Favilla, segretario generale della FeNSIR – è un luogo di apprendimento reciproco; è una realtà nella quale il talento, la passione, la dedizione, l’amore per la cultura, l’attenzione per la diversità, l’inclusività dei soggetti deboli, devono essere l’elemento fondante e fondamentale. Possiamo avere qualità nell’insegnamento se un docente è insoddisfatto, stanco, oppresso dal dover fare più che dal dover essere? No di certo! Come sindacati, rappresentativi o non, abbiamo il diritto/dovere di segnalare lo stato di disagio del docente; abbiamo il diritto/dovere di risolvere e rendere l’ambiente di lavoro, non solo sicuro (e non è la mascherina o il protocollo covid a renderlo tale), un ambiente piacevole da frequentare e da vivere in sinergico scambio di idee, parole, progetti, perché seppur, sembra ormai desueto come termine, insegnare resta quella che è sempre stato: una vocazione”.

La Federazione Nuovi Sindacati Istruzione e Ricerca vuole andare verso questi obiettivi, gli stessi suggeriti dall’Agenda 2030, un insegnamento di qualità. Una qualità che passa attraverso anche la serenità del lavoratore, del professionista dell’insegnamento, una stabilità del rapporto del lavoro debellando ad ogni livello e per tutti i docenti, dai docenti della scuola dell’infanzia ai docenti della secondaria di secondo grado, includendo anche i docenti di religione cattolica, tecno pratici, personale educativo, ogni forma di precariato. Debellare anche la condizione precaria degli stipendi, troppo bassa per ogni profilo, superamento della distinzione tra gli stipendi dei docenti della scuola dell’infanzia/primaria con i docenti della secondaria di primo e secondo grado: l’impegno e la passione nell’insegnare non è diverso nei gradi. In tutti i settori è necessario il medesimo impegno e la stessa dedizione e tutti i docenti hanno la stessa e medesima funzione nonché obiettivo: formare i cittadini del futuro.

“Non possiamo dimenticare la professionalità con cui i docenti, tutti i docenti, senza distinzione di ruolo o non ruolo, conclude Favilla, attuano strategie inclusive per gli alunni con BES e non solo. Non è una novità. Lo si è sempre fatto anche quando non erano previsti PDP o PFP per la valorizzazione degli studenti atleti ecc. La scuola di oggi è migliore di quella di ieri? Possiamo trovare opinioni diverse, opinioni a favore e contro, ma di certo, il docente, chiamato non a riempire vasi, ma ad accendere un fuoco nei propri studenti e studentesse (cfr Plutarco), è stato sempre il professionista dell’innovazione, anche se radicato nella tradizione; è stato l’antesignano dell’inclusività, nonostante visioni più o meno contrastanti, anche sociali, dando strumenti elementari e garantendo, nei limiti di ciascun studente, il successo formativo. I docenti non dimentichino: ciò che sono e ciò che è la scuola oggi non è altro che il frutto buono, spero, di ciò che si è seminato nel passato”.

L’augurio della FeNSIR a tutti i docenti perché guardando al passato, leggendo la realtà presente, siano proiettati ad un futuro sempre qualitativamente elevato, inclusivo garantendo a tutti l’apprendimento non solo di contenuti, ma di uno stile di vita aperto all’altro, all’ambiente, al mondo intero.

Il docente oltre l’insegnamento.

Il Middle Management nella scuola, è ora di un sindacato che ne valorizzi il lavoro svolto.

Sembra quasi essere blasfemi quando si afferma che bisogna valorizzare contrattualmente la figura dei collaboratori del Dirigente Scolastico, ma pochi conoscono il lavoro svolto da questa categoria di docenti, che collaborano all’organizzazione delle istituzioni scolastiche.  La figura del vicepreside, del collaboratore vicario, dei responsabili/referenti di plesso, di coloro i quali  in un certo qual senso garantiscono la funzionalità di una struttura sono davvero riconosciuti giuridicamente e questo riconoscimento ha un positivo riscontro nel contratto e nella carriera in generale a parte l’inserimento della funzione svolta nel proprio curriculum personale?

“Siamo convinti – afferma Giuseppe Favilla, segretario generale della nuova federazione sindacale FeNSIR –  che troppo a lungo si è negato un diritto fondamentale a questi colleghi che sono chiamati dai Dirigenti Scolastici a svolgere un vero e proprio lavoro, che per lo più è aggiuntivo al lavoro svolto in classe. Possiamo ancora pensare che il riconoscimento economico debba gravare la spesa sul fondo di Istituto? Perché non possono essere definite risorse aggiuntive previste contrattualmente  per le figura di sistema che ne garantisca, oltre a quello economico,  anche un riconoscimento giuridico spendibile anche nella carriera e nella retribuzione in modo sistematico?”

I docenti incaricati quali collaboratori del Dirigente Scolastico ricevono un importo forfettario stabilito dalla contrattazione di istituto che varia da un  massimo di 200 ore annui (3500 euro lordi) per alcuni primi collaboratori, ma che mediamente si attesta attorno alle 100 le ore annue per la maggior parte dei primi collaboratori (1750 euro lordi) e  a circa 15 ore medie annui (262 euro lordi)  per i semplici coordinatori di classe, comprensivo talvolta della funzione di presidente delegato dal Dirigente Scolastico per gli scrutini.

“Si tratta di elemosina”, chiosa Favilla, “soprattutto perché questo lavoro è aggiuntivo alla normale funzione docente. È giunto il momento di riunire questi colleghi in una Associazione Sindacale che ne valorizzi la professionalità, sia dal punto di vista economico e ne rivendichi anche contrattualmente benefici giuridici. È impensabile che il lavoro di coordinatore di classe della durata di 10 mesi debba essere retribuito con non più 180 euro netti l’anno o quello del primo collaboratore con 1100 euro in più rispetto alla propria contribuzione, per un impegno che prevede ore e ore di lavoro per la tenuta della scuola a supporto del Dirigente Scolastico. La nostra Federazione vuole impegnarsi nel strutturare un Sindacato Autonomo del Middle Management, che lotti e rappresenti i colleghi che ricoprono incarichi nell’organizzazione  e nella gestione della scuola”.

Ricordiamo che con la buona scuola, cioè a dire la legge 107/2015, la funzione del  cosiddetto vicepreside, nominato ex Art. 25 del D.Lgs. 165/01 esonerato dal servizio, ricevendo un compenso ex art. 88 del CCNL, ha subito una significativa modifica, infatti a norma dell’art. 1 comma 83 per ottenere l’esonero dal servizio deve rientrare nel 10% massimo dell’organico dei docenti della scuola e che ci sia un docente della materia o delle materie cui è titolare il primo collaboratore o i collaboratori, nell’organico potenziato. Solo con la legge 79/2022 è possibile, e dunque a partire da settembre 2022, per le istituzioni in reggenza, avere l’esonero del primo collaboratore anche in assenza del docente potenziato. “Riteniamo – conclude Favilla –  che la norma  che prevede la presenza necessaria del docente potenziato della materia del collaboratore individuato dal Dirigente debba essere superato non solo per quelle istituzioni che sono in reggenza ma in modo capillare per tutte le scuole. Infatti non è detto che tra le discipline potenziate in un istituto ci sia un docente che abbia volontà nell’accettare tale incarico, è limitante anche per lo stesso Dirigente Scolastico. Ci sono poi alcune figure, come il docente di religione cattolica il quale non potrà mai ricevere la proposta del dirigente scolastico quale primo collaboratore con esonero dal servizio in quanto non è previsto il potenziamento dell’irc, seppur qualificato e con esperienza nell’organizzazione, se vuole potrà farlo aggiungendo tale gravoso impegno, con l’ordinario servizio in classe”.

Come è risaputo l’incarico di collaboratore del DS, nelle sue varie sfaccettature, da quello di vicepreside a coordinatore di classe, di plesso ecc., gravano sui fondi della scuola e sottratti alla progettualità a favore degli studenti e delle studentesse, degli alunni e delle alunne, dei bambini e delle bambine. Ma una scuola di qualità oggi non può rinnegare il contributo prezioso di alcuni colleghi, circa il 10% delle singole istituzioni scolastiche, si occupano concretamente dell’ avvio dell’anno scolastico, specialmente di fronte ad organici definiti talvolta al 70/80 % e che senza la presenza di validi collaboratori dello Staff del Dirigente Scolastico, diventerebbe di difficile gestione. Dunque è necessario trovare risorse definite nel tempo e che non vengano sottratte alla progettualità didattica ed educativa.

Chiedere dunque una natura giuridicamente e contrattualmente definita sarà uno degli obiettivi della FeNSIR che si pone come principio cardine della propria azione sindacale la valorizzazione della specificità di ciascun lavoratore della scuola e tra questi dei docenti del middle management.

Ufficio Stampa

FeNSIR