Mese: Settembre 2022

Il docente oltre l’insegnamento.

Il Middle Management nella scuola, è ora di un sindacato che ne valorizzi il lavoro svolto.

Sembra quasi essere blasfemi quando si afferma che bisogna valorizzare contrattualmente la figura dei collaboratori del Dirigente Scolastico, ma pochi conoscono il lavoro svolto da questa categoria di docenti, che collaborano all’organizzazione delle istituzioni scolastiche.  La figura del vicepreside, del collaboratore vicario, dei responsabili/referenti di plesso, di coloro i quali  in un certo qual senso garantiscono la funzionalità di una struttura sono davvero riconosciuti giuridicamente e questo riconoscimento ha un positivo riscontro nel contratto e nella carriera in generale a parte l’inserimento della funzione svolta nel proprio curriculum personale?

“Siamo convinti – afferma Giuseppe Favilla, segretario generale della nuova federazione sindacale FeNSIR –  che troppo a lungo si è negato un diritto fondamentale a questi colleghi che sono chiamati dai Dirigenti Scolastici a svolgere un vero e proprio lavoro, che per lo più è aggiuntivo al lavoro svolto in classe. Possiamo ancora pensare che il riconoscimento economico debba gravare la spesa sul fondo di Istituto? Perché non possono essere definite risorse aggiuntive previste contrattualmente  per le figura di sistema che ne garantisca, oltre a quello economico,  anche un riconoscimento giuridico spendibile anche nella carriera e nella retribuzione in modo sistematico?”

I docenti incaricati quali collaboratori del Dirigente Scolastico ricevono un importo forfettario stabilito dalla contrattazione di istituto che varia da un  massimo di 200 ore annui (3500 euro lordi) per alcuni primi collaboratori, ma che mediamente si attesta attorno alle 100 le ore annue per la maggior parte dei primi collaboratori (1750 euro lordi) e  a circa 15 ore medie annui (262 euro lordi)  per i semplici coordinatori di classe, comprensivo talvolta della funzione di presidente delegato dal Dirigente Scolastico per gli scrutini.

“Si tratta di elemosina”, chiosa Favilla, “soprattutto perché questo lavoro è aggiuntivo alla normale funzione docente. È giunto il momento di riunire questi colleghi in una Associazione Sindacale che ne valorizzi la professionalità, sia dal punto di vista economico e ne rivendichi anche contrattualmente benefici giuridici. È impensabile che il lavoro di coordinatore di classe della durata di 10 mesi debba essere retribuito con non più 180 euro netti l’anno o quello del primo collaboratore con 1100 euro in più rispetto alla propria contribuzione, per un impegno che prevede ore e ore di lavoro per la tenuta della scuola a supporto del Dirigente Scolastico. La nostra Federazione vuole impegnarsi nel strutturare un Sindacato Autonomo del Middle Management, che lotti e rappresenti i colleghi che ricoprono incarichi nell’organizzazione  e nella gestione della scuola”.

Ricordiamo che con la buona scuola, cioè a dire la legge 107/2015, la funzione del  cosiddetto vicepreside, nominato ex Art. 25 del D.Lgs. 165/01 esonerato dal servizio, ricevendo un compenso ex art. 88 del CCNL, ha subito una significativa modifica, infatti a norma dell’art. 1 comma 83 per ottenere l’esonero dal servizio deve rientrare nel 10% massimo dell’organico dei docenti della scuola e che ci sia un docente della materia o delle materie cui è titolare il primo collaboratore o i collaboratori, nell’organico potenziato. Solo con la legge 79/2022 è possibile, e dunque a partire da settembre 2022, per le istituzioni in reggenza, avere l’esonero del primo collaboratore anche in assenza del docente potenziato. “Riteniamo – conclude Favilla –  che la norma  che prevede la presenza necessaria del docente potenziato della materia del collaboratore individuato dal Dirigente debba essere superato non solo per quelle istituzioni che sono in reggenza ma in modo capillare per tutte le scuole. Infatti non è detto che tra le discipline potenziate in un istituto ci sia un docente che abbia volontà nell’accettare tale incarico, è limitante anche per lo stesso Dirigente Scolastico. Ci sono poi alcune figure, come il docente di religione cattolica il quale non potrà mai ricevere la proposta del dirigente scolastico quale primo collaboratore con esonero dal servizio in quanto non è previsto il potenziamento dell’irc, seppur qualificato e con esperienza nell’organizzazione, se vuole potrà farlo aggiungendo tale gravoso impegno, con l’ordinario servizio in classe”.

Come è risaputo l’incarico di collaboratore del DS, nelle sue varie sfaccettature, da quello di vicepreside a coordinatore di classe, di plesso ecc., gravano sui fondi della scuola e sottratti alla progettualità a favore degli studenti e delle studentesse, degli alunni e delle alunne, dei bambini e delle bambine. Ma una scuola di qualità oggi non può rinnegare il contributo prezioso di alcuni colleghi, circa il 10% delle singole istituzioni scolastiche, si occupano concretamente dell’ avvio dell’anno scolastico, specialmente di fronte ad organici definiti talvolta al 70/80 % e che senza la presenza di validi collaboratori dello Staff del Dirigente Scolastico, diventerebbe di difficile gestione. Dunque è necessario trovare risorse definite nel tempo e che non vengano sottratte alla progettualità didattica ed educativa.

Chiedere dunque una natura giuridicamente e contrattualmente definita sarà uno degli obiettivi della FeNSIR che si pone come principio cardine della propria azione sindacale la valorizzazione della specificità di ciascun lavoratore della scuola e tra questi dei docenti del middle management.

Ufficio Stampa

FeNSIR

Aprea: precariato, doppia beffa. Dobbiamo farla finita con i “mea culpa”

Aprea FI: c’è una doppia beffa molti idonei non vengono chiamati e raggiungere ruolo perché non sono stati previste graduatorie a scorrimento. Dobbiamo farla finita con questa storia delle cattedre vuote, tutti gli anni facciamo i “mea culpa” ma tutti gli anni siamo punto a capo” (https://www.youtube.com/watch?v=sEiGpwMBJqQ). Così si esprime Valentina Aprea all’incontro a distanza con i docenti sulle piattaforme del neo sindacato FeNSIR (Federazione Nuovi Sindacati Istruzione Ricerca) e sul gruppo facebook O.N.D.E. (organizzazione nazionale docenti e personale educativo).

 I temi proposti per il confronto con l’on Aprea sono stati sostanzialmente due: la criticità delle graduatorie di merito, ancora non prodotte in diverse regione e le rettifiche avvenute lo scorso 1 settembre, gettando nello sconforto diverse decine di docenti che erano in attesa dell’assegnazione della sede.

La Segretaria Nazionale del Fensir – Sadoc, sindacato autonomo docenti,  aderente alla Federazione, Roberta Granata ha sottolineato che “l’Amministrazione ha messo in atto un procedimento in autotutela non tutelando però coloro i quali si erano visti assegnare il ruolo in una provincia e avevano già effettuato la scelta della sede, sede che non è mai arrivata. Dietro questa scelta ci sono licenziamenti da altri lavori da parte dei vincitori e rinunce ad altri insegnamenti a far data dal 1 settembre, giorno in cui i 235 docenti individuati nello scorrimento per surroga dovevano ricevere la destinazione finale in una istituzione scolastica, di questi sono stati soddisfatti circa un centinaio, i rimanenti sono rimasti fuori dal tempo indeterminato”

L’On. Aprea ha appreso durante la trasmissione dell’increscioso accaduto e ha anche dichiarato  l’impossibilità di poter procedere anche con una semplice interrogazione parlamentare affinché si potesse chiedere al Ministero quale soluzione mettere in atto. La stessa onorevole poi non ha esitato a consigliare agli esclusi di procedere per via giudiziaria.

Giuseppe Favilla, segretario Generale della FeNSIR, sottolinea con forza, che simile comportamento dell’amministrazione non è stato dannoso per i docenti coinvolti che si metterà in atto una procedura di tutela del diritto di tutti coloro i quali sono stati destinatari dell’assegnazione della provincia di vedersi riconosciuto quanto loro destinato. 

Sulla Scuola inoltre Valentina Aprea ha tracciato un percorso politico per la realizzazione della stabilizzazione dei docenti “che svolgono tutti i ruoli al pari dei docenti di ruolo ma che non sono poi alla fine assunti nei ruoli”.  Non esita a sottolineare il lavoro svolto per la formazione iniziale così come prevista dalla legge 79/2022 (DL 36) nonché della formazione continua, ma al contempo sottolinea che “non ci potrà essere mai vera attuazione finché non si metta un punto fermo riguardo l’assunzione di centinai di migliaia di docenti precari”. Traccia anche dei percorsi di stabilizzazione a tempo indeterminato prevedendo assunzione di tutti coloro che sono abilitati, ma anche coloro i quali hanno svolto gli ultimi anni di servizio senza demerito, poi li formiamo, e li valutiamo per l’immissione in ruolo, quindi io sono assolutamente per evitare questa falsa selezione di merito, dove si dice che tutti devono fare  i concorsi  e poi sappiamo che concorsi sono stati fatti ultimamente e soprattutto non possiamo prescindere dai tempi di lezione e dagli anni scolastici che si susseguono”. Conclude Aprea: “ricordate dobbiamo fare un’alleanza, per l’innovazione, per la qualità e per la motivazione e siccome tutto questo passa dalla serenità soprattutto dai posti, dunque è necessario prima di tutto stabilizzazione, secondo attenzione alle modalità del rinnovo contrattuale e alle attività a favore dell’insegnamento…”

Il Segretario della Fensir, Favilla, sottolinea positivamente l’intervento volto alla soluzione del precariato nella scuola, “ma anche la necessità che l’amministrazione diventi efficiente nella sua azione. Ad oggi non sono state pubblicate le graduatorie di merito per l’assunzione in ruolo, come in Sardegna e in Sicilia, ma nemmeno si è ancora dato il via all’assunzione  a tempo determinato dalle GPS, a pochi giorni dall’avvio delle lezioni”.

Roberta Granata, segretaria del Fensir-SADOC, sottolinea come l’aspetto economico e la stabilità lavorativa debba essere garantita al pari di ogni altra riforma organica della scuola, con l’assunzione in tempi certi e modalità chiare e trasparenti e procedure, che in una volta messe in atto, debbano essere portate a termine correttamente e senza produrre un danno al lavoratore.

Ufficio Stampa

FeNSIR – SADOC