In arrivo gli arretrati… perché non corrispondono al lordo tabellare?
In arrivo il prossimo 26 dicembre l’accredito degli arretrati tabellari. Mentre ci accingevamo a scrivere con chiarezza la differenza notevole tra il lordo tabellare e il netto che si andrà a percepire, calcolando la situazione standard, il portale Orizzonte Scuola pubblicava un’analisi precisa e puntuale ad opera di Andrea Carlino che riportiamo nel link qui di seguito: https://www.orizzontescuola.it/arretrati-stipendio-docenti-e-ata-importi-al-netto-inferiori-al-previsto-dieci-casi-particolari-da-considerare/.
Le nostre tabelle rielaborate non hanno tenuto conto, anche perché la speranza è sempre tanta, di un elemento importante: ciò che si percepisce prima non si prende dopo, e così è stato. Infatti da aprile 2019 è presente sul cedolino paga l’indennità di vacanza contrattuale, che è aumentata fino a luglio 2022 quando è diventata quasi doppia a causa dell’ulteriore mancato rinnovo contrattuale 2022-24. La somma totale dell’indennità contrattuale va sottratta all’aumento contrattuale e dunque l’importo lordo non sarà più quello dalla somma prevista delle tabelle ma tra i 300/400 euro circa in meno. Cosicché abbiamo importi lordi totali inferiori su cui va a calcolarsi il netto.
Inoltre gli importi tabellare non tengono conto, come anche lo stesso Carlino sostiene, della storia professionale di ciascun docente o personale ATA e DSGA.
Dai proclami ai fatti c’è un abisso: avevamo detto che l’aumento stipendiale non era adeguato, oggi ne siamo più che certi che l’aumento a tre cifre è stata solo una vergognosa propaganda di chi siede in contrattazione in forza dei numeri!
Redazione
LA NUOVA LEGISLATURA HA INIZIO. FeNSIR, VOGLIAMO UNA POLITICA PER LA SCUOLA DURATURA ED EQUA.
Giovedì 13 ottobre ufficialmente si insediava il nuovo parlamento, Camera e Senato, espressione sicuramente della volontà della maggioranza degli elettori, che per circa il 44%, ha dato al centro destra la sua fiducia risultando la coalizione con il maggior numero di voti. Dalle urne si ha avuto una chiara indicazione dunque per il futuro del Paese e che, per la prima volta in assoluto, vede a Capo di Governo una donna: Giorgia Meloni. Fin qui è la cronaca, ma la FeNSIR insieme al Sadoc e al SAIR, sindacati federati, ha riflettuto in modo approfondito sulle politiche scolastiche proposte, sia dell’attuale nuova maggioranza, sia della nuova e attuale opposizione.
“Auspichiamo – afferma Favilla, segretario generale della FeNSIR – che i nuovi parlamentari, ma soprattutto il nuovo Governo, abbia particolare e positiva attenzione alla Scuola e ai suoi lavoratori. Attenzione dal punto di vista contrattuale, destinando velocemente almeno il doppio dei fondi per il nuovo contratto rispetto al contratto che sta per chiudersi, tra l’altro già scaduto. Il nuovo inquilino di viale Trastevere dovrà immediatamente provvedere con un atto di indirizzo all’apertura del nuovo contratto del comparto Istruzione e Ricerca, destinando alla scuola fondi non solo sufficienti, ma che diano dignità al lavoro dei docenti e del personale ATA. È assurdo pensare che un collaboratore scolastico all’inizio della carriera percepisca, con il taglio del cuneo fiscale poco più di 1100 euro e un docente della scuola primaria 1350 euro. Nel 2011 le parti sociali barattarono per l’assunzione di 67mila docenti e personale ATA, la fascia 3, lasciando un gap di ben 9 anni a stipendio base, siamo convinti che bisogna andare verso ad una nuova definizione delle fasce stipendiali, che accorcino per tutti e indistintamente, la carriera archiviando per sempre ogni forma alternativa e discriminante, camuffandola come valorizzazione del docente, il famoso docente esperto”.
La FeNSIR negli incontri con la politica ha sottolineato più volte la necessità di percorrere per la scuola un sentiero di giustizia ed equità. Di debellare il precariato, prima di tutto. Di trovare un sistema snello di assunzione del nuovo personale, di aumento dell’organico. Ridurre il numero degli alunni per classe, guardando non al dato generale, dove il risultato è frutto di una media statistica sommando le classi delle scuole dei piccoli comuni, con le classi iper affollate delle città. Ma guardare al territorio e ragionare in un’ottica di ottimizzazione mirata e non solo generica: il dato medio di 27 alunni per classe per le scuole secondarie di secondo grado, in presenza anche di BES che hanno necessità di attenzione speciale, non favorisce una didattica davvero inclusiva e attenta alle diversità di apprendimento, medesima situazione nella scuola primaria e secondaria di primo grado.
“Il nuovo Ministero dell’Istruzione – afferma Roberta Granata segretaria SADOC – dovrà avere attenzione non solo al precariato, una vera e propria piaga, ma alla condizione generale della scuola e del lavoro di ciascun operatore. Deve essere garantito un salario dignitoso; un percorso certo nel reclutamento; una carriera lineare senza discriminazioni o differenziazioni salariali tra gradi di scuola”.
Dello stesso parere è Attilio Piacente segretario SAIR: “ I docenti di religione devono avere finalmente la giusta attenzione che meritano. Deve trovare immediata applicazione l’art. 47 comma 9 della legge 79/2022, almeno per il concorso straordinario. Il nuovo Ministro dell’Istruzione deve emanare immediatamente il decreto che precede il bando. Ma non è sufficiente, bisogna andare verso una politica che valorizzi l’IRC e che si superi definitivamente l’ora del nulla che, in modo particolare nelle regioni del centro nord, dove le percentuali di chi scegli l’uscita dalla scuola è preoccupante: la scuola non può continuare ad avvallare una scelta non educativa”.
La FeNSIR ha ribadito fin da subito la necessità di rivedere il sistema complessivo dell’Istruzione. Le sue proposte derivano direttamente dalla base. È la base che chiede attenzione, non sono i sindacati a chiedere attenzione. La FeNSIR considera il rapporto diretto con i lavoratori della scuola la linfa vitale e la condizione necessaria per la propria azione sindacale. L’attenzione costante ai docenti di ogni ordine e grado e ai docenti di religione, senza trascurare il middle management, il personale ATA e tutti gli altri lavoratori, è alla base della propria politica. La FeNSIR non solo rivendica salari maggiori ma vuole riportare il contratto nuovamente tra i lavoratori.
“Allo stato attuale, continua Favilla, sappiamo che c’è una confronto all’Aran tra i sindacati rappresentativi e l’Amministrazione per il nuovo contratto del comparto Istruzione e Ricerca. Come è noto i ragionamenti vengono fatti su bozze e su proposte di tabelle, perché il lavoratore, che è il vero e proprio protagonista deve venire a conoscenza del contratto solo 30 giorni prima della firma definitiva? Perché i lavoratori non aderenti alle sigle rappresentative oppure gli stessi territoriali delle sigle rappresentative, devono rimanere all’oscuro di quanto viene detto fino alla fine della contrattazione, ma solamente informati, in modo confusionario, dai loro segretari nazionali e in modo difforme da un giorno all’altro? Chiediamo che la bozza del Contratto Collettivo Nazionale sia pubblico e che tutte le sigle sindacali, a prescindere dalla percentuali, debbano essere informati e chiamati ad esprimere almeno le loro posizioni, indire assemblee per la discussione, proporre referendum: il contratto non è un affare privato di trattativa, ma deve coinvolgere, e oggi ci sono tutti i mezzi per poterlo fare, tutti i sindacati. Riteniamo la norma che vieta a chi sta al di sotto soglia del 5% di consenso avere informative, di usufruire della possibilità di assemblee durante l’orario di servizio anticostituzionale e contro il lavoratore e il rappresentante che sceglie nella sua libertà costituzionalmente garantita”.
La FeNSIR proporrà all’amministrazione normative a tutela del lavoratore e della sua libertà di scegliersi la rappresentanza e che la stessa abbia accesso alle informative e a poter depositare le proprie considerazioni sui Contratti generali oltre a libero dibattito nei luoghi di lavoro con assemblee in presenza, per profili ecc. Una politica per il cittadino deve garantire la più ampia partecipazione e il contratto ne è una parte di questa democrazia. Consideriamo anacronistico il modo di procedere la trattativa sui contratti di carattere generale con 5 o 6 rappresentanti, che giustamente possono continuare a farlo, ma l’amministrazione deve portare al tavolo anche le istanze provenienti dalle sigle minoritarie che hanno diritto di essere ascoltati ed interpellate.
Le proposte della FeNSIR sono ad ampio raggio come la proposta sindacale e il suo statuto, valorizzare la specificità dei lavoratori e dare voce a ciascuno nelle proprie prerogative, chiedendo che la nuova legislatura e il nuovo governo attuino una politica duratura ma soprattutto equa, rispettando tutto il personale della scuola e i suoi rappresentanti.
Ufficio Stampa
15/10/2022
5 ottobre, giornata del docente di qualità, inclusivo e per l’apprendimento di tutti
L’Agenda 2030 al punto 4 pone l’attenzione alla dimensione dell’istruzione e dell’insegnamento in generale, mettendo al centro la professionalità dei docenti: “Un’istruzione di qualità è la base per migliorare la vita delle persone e raggiungere lo sviluppo sostenibile”.
Sul termine qualità e valorizzazione, ogni governo in carica, ha dato una propria interpretazione, più o meno creativa, più o meno efficace, ma per lo più non condivisa dagli 800 mila docenti di ogni ordine e grado di scuola.
Accanto alla qualità dell’insegnamento non possiamo non considerare anche la condizione economica nonché lo status proprio del docente, sempre più oppresso da una burocrazia prima cartacea adesso in formato digitale, che non è certo focalizzata sulla qualità dell’insegnamento, ma sull’adempimento che spesso opprime il docente, assoggettato al controllo di qualche dirigente scolastico poco illuminato.
“La scuola – dichiara Giuseppe Favilla, segretario generale della FeNSIR – è un luogo di apprendimento reciproco; è una realtà nella quale il talento, la passione, la dedizione, l’amore per la cultura, l’attenzione per la diversità, l’inclusività dei soggetti deboli, devono essere l’elemento fondante e fondamentale. Possiamo avere qualità nell’insegnamento se un docente è insoddisfatto, stanco, oppresso dal dover fare più che dal dover essere? No di certo! Come sindacati, rappresentativi o non, abbiamo il diritto/dovere di segnalare lo stato di disagio del docente; abbiamo il diritto/dovere di risolvere e rendere l’ambiente di lavoro, non solo sicuro (e non è la mascherina o il protocollo covid a renderlo tale), un ambiente piacevole da frequentare e da vivere in sinergico scambio di idee, parole, progetti, perché seppur, sembra ormai desueto come termine, insegnare resta quella che è sempre stato: una vocazione”.
La Federazione Nuovi Sindacati Istruzione e Ricerca vuole andare verso questi obiettivi, gli stessi suggeriti dall’Agenda 2030, un insegnamento di qualità. Una qualità che passa attraverso anche la serenità del lavoratore, del professionista dell’insegnamento, una stabilità del rapporto del lavoro debellando ad ogni livello e per tutti i docenti, dai docenti della scuola dell’infanzia ai docenti della secondaria di secondo grado, includendo anche i docenti di religione cattolica, tecno pratici, personale educativo, ogni forma di precariato. Debellare anche la condizione precaria degli stipendi, troppo bassa per ogni profilo, superamento della distinzione tra gli stipendi dei docenti della scuola dell’infanzia/primaria con i docenti della secondaria di primo e secondo grado: l’impegno e la passione nell’insegnare non è diverso nei gradi. In tutti i settori è necessario il medesimo impegno e la stessa dedizione e tutti i docenti hanno la stessa e medesima funzione nonché obiettivo: formare i cittadini del futuro.
“Non possiamo dimenticare la professionalità con cui i docenti, tutti i docenti, senza distinzione di ruolo o non ruolo, conclude Favilla, attuano strategie inclusive per gli alunni con BES e non solo. Non è una novità. Lo si è sempre fatto anche quando non erano previsti PDP o PFP per la valorizzazione degli studenti atleti ecc. La scuola di oggi è migliore di quella di ieri? Possiamo trovare opinioni diverse, opinioni a favore e contro, ma di certo, il docente, chiamato non a riempire vasi, ma ad accendere un fuoco nei propri studenti e studentesse (cfr Plutarco), è stato sempre il professionista dell’innovazione, anche se radicato nella tradizione; è stato l’antesignano dell’inclusività, nonostante visioni più o meno contrastanti, anche sociali, dando strumenti elementari e garantendo, nei limiti di ciascun studente, il successo formativo. I docenti non dimentichino: ciò che sono e ciò che è la scuola oggi non è altro che il frutto buono, spero, di ciò che si è seminato nel passato”.
L’augurio della FeNSIR a tutti i docenti perché guardando al passato, leggendo la realtà presente, siano proiettati ad un futuro sempre qualitativamente elevato, inclusivo garantendo a tutti l’apprendimento non solo di contenuti, ma di uno stile di vita aperto all’altro, all’ambiente, al mondo intero.