Sentenza sulla ricostruzione di carriera: la Cassazione riconosce l’anno 2013 solo ai fini giuridici. Resta il danno economico per migliaia di docenti e ATA
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10215/2024, pubblicata il 21 maggio 2025, ha posto un punto fermo sulla questione del riconoscimento dell’anno 2013 nella ricostruzione della carriera del personale scolastico. Il verdetto stabilisce che tale annualità deve essere riconosciuta esclusivamente ai fini giuridici, ma non ai fini economici, confermando la cosiddetta “sterilizzazione” operata dalla normativa emergenziale sul contenimento della spesa pubblica (D.L. 78/2010 e d.P.R. 122/2013).
Il danno è quantificabile
L’effetto concreto della decisione è una perdita economica media compresa tra i 2.000 e i 4.000 euro per ciascun docente o ATA coinvolto. Questo deriva dalle mancate differenze retributive, dal ritardo nel passaggio alle fasce stipendiali e dai riflessi sul trattamento di fine servizio.
La posizione della Fensir
Dura la reazione del Segretario Generale della Fensir, Giuseppe Favilla, che ha dichiarato:
“Quando la giustizia è cieca e cassa il diritto dei lavoratori, l’unica azione da fare è continuare a lottare.”
Favilla critica inoltre il fatto che la Corte abbia rimandato il possibile recupero dell’anno 2013 alla contrattazione collettiva:
“Demandare alla contrattazione una norma di legge non solo sembra strumentale, ma anche privo di senso. Ad oggi non sono riusciti a chiudere i sindacati rappresentativi un contratto degno di chiamarsi tale. Pensano di recuperare un intero anno sterilizzato con una contrattazione non prevista dalla normativa così come fu per il 2011 e 2012? Siamo presi ancora una volta in giro, anche dalla Suprema Corte.”
La strategia legale del sindacato
Il sindacato non intende rassegnarsi alla decisione della Cassazione e annuncia nuove azioni giudiziarie:
“Chiederemo ai giudici del lavoro se è corretto rinunciare obbedienti e fedeli al nostro diritto di lavoratori e di quanto ci è stato sottratto in nome di una spending review voluta dalla casta.”
Il nodo della disparità
Il vero nodo resta la scissione tra il riconoscimento giuridico e quello economico dell’anzianità. L’anno 2013 viene sì riconosciuto per concorsi, mobilità e graduatorie, ma non comporta alcun effetto stipendiale. Ciò si traduce in un ritardo di un anno nella progressione economica, con ripercussioni su tutta la carriera.
Conclusione
La sentenza, seppur chiara sotto il profilo normativo, lascia irrisolto il danno concreto per una categoria già penalizzata. Serve ora una risposta non solo giuridica, ma anche politica e contrattuale, capace di ristabilire un principio di equità sostanziale nei confronti dei lavoratori della scuola.