Correva l’anno…. troppi anni da ricordare e crediamo del tutto superflui, ma oggi tra i corridoi non si sa di quale ente con precisione, si rincorrono le voci del bando di concorso, anzi dei bandi di concorso, straordinario (il più atteso) e l’ordinario quello sperato dai nuovi docenti. Dai nostri informatori il Ministero è in procinto di emanare il “decreto/bando” con una tempistica attesa già ben chiara: giugno pubblicazione del bando e prove in autunno almeno per i concorsi straordinari (infanzia/primaria e secondaria). 

“Il concorso del mistero, d’altronde si tratta dei docenti di religione quelli coinvolti” così scherzosamente afferma il segretario generale della Fensir e vice segretario del SAIR, nuovo sindacato autonomo degli insegnanti di religione, Favilla. “Un mistero che sta durando troppo a lungo. La legge 79/2022 prevede un concorso straordinario di natura metodologico-didattica con sola prova orale di cui, a parte questo dettaglio e che la tassa sarà a carico dei candidati, null’altro si sa. Non sappiamo ancora effettivamente quale sarà il contingente autorizzato; non sappiamo se si farà riferimento al DPCM del 20 luglio 2021, dove venivano autorizzati 5116 posti, e dunque riservati al concorso straordinario il 50% (2558 posti divisi nei due settori formativi), una miseria visto che al 2022 il numero dei candidati con più di 36 mesi di servizi si aggira intorno a 12/13mila docenti”, conclude Favilla.

Rimangono aperte molte questioni che non possono essere risolte nel semplice bando, infatti le fasi propedeutiche, su cui c’è il massimo riserbo, quasi si trattasse di un segreto di Stato, prevedono la corretta determinazione dell’organico. Se è vero che il concorso dovrà essere bandito a giugno o luglio oggi dovremmo essere già a conoscenza almeno di due fattori: del decreto previsto dalla stessa norma (art. 47 comma 9 lettera b della legge 79/2022) che non c’è e almeno del numero dei posti a concorso in quanto il decreto del 2021 era stato autorizzato per il solo concorso ordinario. Siamo così certi che il concorso è in dirittura di arrivo? 

Altro elemento non trascurabile per un concorso straordinario è la selettività o meno della prova. “Sappiamo per esperienza – continua Favilla –  da quanto già successo  per i colleghi delle altre discipline che la selettività della prova anche se il  concorso è straordinario ha come conseguenza una selezione pari al 50% dei candidati e di fatto si perderebbe  quel carattere di straordinarietà e di volontà di risoluzione del precariato. Non siamo affatto d’accordo con il MIM e con gli altri sindacati se questa sarà la strada percorsa dal misterioso bando. Avremo ancora tantissimo precariato e soprattutto potremmo definire più che un concorso straordinario di un concorso truffa, perché si distanzia dell’ordinario solo per le prove, anziché due selettive una soltanto, ma comunque volte a misurare le conoscenze del candidato, perché diciamocelo in Italia non è ancora radicata al valutazione bensì la misurazione della prestazione, che è solo una parte dell’intero processo valutativo”  

Il nostro sindacato, seppur consapevole che il concorso rappresenta “finalmente” un punto di arrivo per poche migliaia di persone, per altri (circa 8000 docenti) di fatto non cambierà nulla. Non cambierà nulla per i docenti della scuola primaria della Campania, della Calabria e di altre regioni, dove il numero esiguo di posti liberi nell’organico del 70%  probabilmente il ruolo rimarrà solo un miraggio seppur con concorso straordinario e graduatorie ad esaurimento. Sarà diversa la situazione in Lombardia che godrà del numero dei posti maggiori ma che allo stesso tempo rappresenterà il concorso ancora un lungo periodo di attesa vista anche l’attesa decrescita della popolazione scolastica. 

“Siamo preoccupati – chiude Favilla – che i colleghi possano illudersi che il concorso straordinario possa determinare l’immediato passaggio dal precariato alla stabilizzazione a tempo indeterminato del proprio contratto, lo sarà per alcuni ma non per tutti gli aventi diritto. Finché la politica non avrà il coraggio di modificare l’organico per il tempo indeterminato (dal 70 al 95%), l’attesa dei colleghi per il ruolo continuerà ad essere lungo e probabilmente continuerà a esserci chi, come il sottoscritto, forse vedrà realizzare la propria stabilità dopo 22 anni servizio”.

Il Fensir SAIR rimarrà accanto ai colleghi e valuterà passo dopo passo ogni azione dal parte del MIM.

L’UFFICIO STAMPA