Il ruolo dell’insegnante di sostegno: professionalità, attività e pari dignità nella scuola inclusiva
Ruolo professionale dell’insegnante di sostegno
L’insegnante di sostegno è un docente specializzato, in possesso di competenze pedagogiche, didattiche e relazionali specifiche per l’inclusione scolastica. Il suo ruolo non si esaurisce nell’assistenza all’alunno con disabilità, ma si configura come un mediatore educativo e didattico a supporto dell’intera classe, con l’obiettivo di creare ambienti di apprendimento inclusivi e flessibili.
Egli collabora strettamente con i docenti curricolari, i genitori, gli operatori sanitari e i servizi sociali, all’interno del Gruppo di Lavoro Operativo per l’Inclusione (GLO), contribuendo alla stesura e all’attuazione del Piano Educativo Individualizzato (PEI). Inoltre, favorisce lo sviluppo delle autonomie, la partecipazione sociale e l’autodeterminazione dell’alunno, nel rispetto del suo progetto di vita.
Struttura dell’attività professionale
L’attività dell’insegnante di sostegno si articola in diversi ambiti:
– Didattico-educativo: progettazione e realizzazione di attività personalizzate, adattamenti metodologici e strumenti compensativi, in coerenza con il PEI.
– Relazionale: costruzione di un clima empatico e di fiducia con l’alunno, la classe e il team docente.
– Collaborativo: partecipazione alle attività collegiali, promozione del lavoro in rete e confronto costante con le famiglie.
– Valutativo: contributo alla valutazione degli apprendimenti e dei progressi dell’alunno, secondo criteri condivisi e trasparenti.
L’insegnante di sostegno è chiamato a svolgere un lavoro ad alto impatto emotivo e psicofisico, spesso in condizioni complesse e in continua evoluzione. È per questo che molte voci del mondo sindacale e accademico ritengono necessario il riconoscimento di questa figura professionale all’interno delle categorie di lavori usuranti.
Il diritto al riconoscimento come lavoro usurante
L’insegnante di sostegno è quotidianamente impegnato in un’attività che richiede grande resistenza emotiva, gestione di situazioni comportamentali complesse, interazione continua con alunni fragili, famiglie e operatori esterni. A ciò si aggiunge la precarietà di molti incarichi, la mancanza di continuità didattica e l’elevato carico burocratico.
Per queste ragioni, si fa sempre più forte la richiesta di riconoscere il ruolo dell’insegnante di sostegno come lavoro usurante, con la conseguente possibilità di accesso anticipato alla pensione, così come previsto per altre categorie che operano in contesti ad alta intensità psicofisica. Un simile riconoscimento rappresenterebbe non solo un atto di giustizia sociale, ma anche un incentivo per la permanenza e la valorizzazione di questa figura all’interno del sistema scolastico.
La non discriminazione e il rispetto del ruolo
Uno degli aspetti critici che ancora oggi caratterizza l’esperienza di molti insegnanti di sostegno è il rischio di marginalizzazione rispetto al corpo docente curricolare. Non di rado, infatti, vengono percepiti come figure “aggiuntive” o “assistenziali”, anziché come parte integrante del consiglio di classe. Tale visione riduttiva non solo mortifica la professionalità del docente di sostegno, ma ostacola anche la realizzazione di una vera inclusione.
È fondamentale, invece, riconoscere pari dignità professionale e contrattuale agli insegnanti di sostegno, valorizzando il loro contributo alla progettazione educativa e didattica comune. La scuola inclusiva si fonda sulla corresponsabilità e sulla collaborazione tra tutti i docenti, senza gerarchie di valore, ma nella piena condivisione degli obiettivi formativi.
Conclusioni
L’insegnante di sostegno è un pilastro della scuola moderna, non solo per il supporto agli alunni con disabilità, ma per la promozione di una cultura dell’accoglienza e del rispetto delle differenze. Perché tale ruolo possa esprimersi al meglio, è indispensabile un cambiamento culturale profondo, che superi stereotipi e discriminazioni, e che riconosca in pieno la professionalità docente come leva di cambiamento educativo e sociale.
Tra i riconoscimenti attesi, vi è anche quello della fatica invisibile di questo lavoro, che merita tutela, attenzione e garanzie, a partire dal diritto di essere inserito tra le professioni usuranti, al pari di chi ogni giorno affronta sfide educative e umane complesse e delicate.
Alfonso Tortorici, segretario Fensir Agrigento