Mese: Settembre 2025

Stress lavoro-correlato a scuola: tra normativa, conflitti interni e rischio mobbing

Lo stress lavoro-correlato non riguarda soltanto fabbriche e uffici. Anche la scuola è un luogo di lavoro complesso, dove la convivenza di ruoli e responsabilità diverse – dirigente scolastico, docenti, personale ATA e DSGA – può generare tensioni e malessere.

Ma qui entra in gioco la legge. Il d.lgs. 81/2008, Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro, obbliga infatti il dirigente scolastico, in quanto datore di lavoro, a valutare e gestire lo stress lavoro-correlato al pari di qualunque altro rischio professionale.


La serenità come parte della salute

Il decreto non parla esplicitamente di serenità, ma la include nella definizione stessa di salute.
All’art. 2, lettera o) si legge:

“Salute: stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un’assenza di malattia o d’infermità.”TU-81-08-Ed.-Gennaio-2025-1

Questo significa che, per legge, la salute a scuola non si riduce a non ammalarsi o non farsi male: deve comprendere anche il benessere psichico, relazionale e organizzativo. In altre parole, lavorare in serenità.


Una scuola sotto pressione

Chi vive quotidianamente la scuola conosce bene le fonti di stress:

  • Docenti sommersi da burocrazia, scadenze, programmi e classi numerose.
  • Personale ATA che si trova spesso a colmare carenze di organico con turni pesanti e compiti aggiuntivi.
  • Dirigenti scolastici schiacciati tra responsabilità legali e isolamento decisionale.
  • DSGA che devono gestire procedure sempre più complesse con risorse limitate.

Quando questi fattori si accumulano, lo stress diventa cronico e mina la qualità del lavoro, del clima interno e perfino della didattica.


Dal disagio al mobbing

In alcuni casi, le tensioni possono trasformarsi in mobbing, ovvero comportamenti vessatori ripetuti ai danni di un lavoratore.

Esempi reali di scuola:

  • un dirigente che affida incarichi punitivi o critica sistematicamente i docenti;
  • un DSGA che distribuisce in modo squilibrato i carichi di lavoro tra assistenti;
  • insegnanti che escludono un collega dalle attività collegiali;
  • collaboratori scolastici che emarginano il nuovo assunto.

Comportamenti che non solo violano la dignità delle persone, ma incidono sul benessere collettivo dell’intera comunità scolastica.


Cosa dice la legge

L’art. 28 del D.Lgs. 81/2008 è esplicito:

“La valutazione… deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli collegati allo stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell’accordo europeo dell’8 ottobre 2004.”

Inoltre, il DVR (Documento di Valutazione dei Rischi) deve contenere non solo i rischi fisici e strutturali, ma anche quelli organizzativi e relazionali, con indicazioni precise su misure preventive e responsabilità.

La Commissione consultiva permanente ha stabilito che la valutazione debba articolarsi in due fasi:

  1. Valutazione preliminare → basata su indicatori oggettivi (assenze, turnover, conflitti registrati).
  2. Valutazione approfondita → se emergono criticità, si passa a questionari, focus group, interviste per raccogliere la percezione del personale.

La voce del sindacato

Sul tema interviene il Segretario Fensir, ricordando che la scuola non è solo un luogo di lavoro, ma di vocazione e relazioni:

“Il lavoro a scuola non è solo un lavoro fatto da cose da fare, ma una vocazione; un lavoro fatto di relazioni che non possono essere tossiche. I docenti devono sentirsi in un luogo sicuro, non tanto non esposti ad aggressioni fisiche ma nemmeno ad aggressioni verbali. Così anche il personale ATA non può essere trattato o sottovalutato né dal DS né dal DSGA.”

Parole che traducono in concreto il senso del “benessere” richiamato dalla legge.


Psicologo, figura chiave

Sempre più istituti coinvolgono psicologi non solo per studenti, ma anche per il personale. Il loro contributo è prezioso per:

  • individuare segnali di disagio,
  • mediare nei conflitti,
  • formare docenti e ATA sulla gestione dello stress,
  • accompagnare le scuole nella valutazione approfondita del rischio,
  • intervenire nei casi di mobbing o di forte criticità.

Un caso concreto

In un istituto tecnico del Nord Italia, un alto numero di assenze tra i docenti ha spinto il dirigente a indagare. La valutazione preliminare ha segnalato criticità, poi confermate da questionari e focus group: carico burocratico e scarsa trasparenza nelle comunicazioni. Con il supporto di uno psicologo, sono stati organizzati incontri di confronto e formazione. Il risultato? Clima interno migliorato e calo delle assenze.


Conclusione

La legge parla di benessere fisico, mentale e sociale. In una scuola, questo si traduce in serenità: relazioni sane, comunicazione chiara, rispetto reciproco.

La prevenzione dello stress lavoro-correlato non è solo un obbligo formale per i dirigenti scolastici: è un investimento sul futuro della comunità scolastica. Perché dove lavoratori sereni insegnano e collaborano, gli studenti crescono meglio.

RICORSI 2025-2026: ADERISCI

COSTI: totalmente gratuito

DOCUMENTAZIONE:

  1. Contratti a tempo determinato degli ultimi 5 anni…
  2. Carta di identità e codice fiscale;
  3. Stato Matricolare da richiedere a scuola;
  4. COMPILA IL FORM:https://forms.gle/A8RuRSuF22UsLU1c8

SCADENZA PRESENTAZIONE DOCUMENTAZIONE: 31 DICEMBRE; 30 APRILE; 31 AGOSTO (necessario contratto di settembre anno successivo)

Lo studio legale si riserva di anticipare o posticipare la presentazione del ricorso a proprio insindacabile giudizio.

COSTI: nessuna anticipazione, salvo versamento del contributo unificato se dovuto (tassa obbligatoria al Tribunale)

DOCUMENTAZIONE:

  1. Tutti i contratti a tempo determinato come incaricati annuali (01/09-31/08)
  2. Carta di identità e codice fiscale;
  3. Stato Matricolare da richiedere a scuola
  4. COMPILA IL FORM:https://forms.gle/A8RuRSuF22UsLU1c8

SCADENZA PRESENTAZIONE DOCUMENTAZIONE: 31 DICEMBRE; 30 APRILE; 31 AGOSTO (necessario contratto di settembre anno successivo)

COSTI: nessuna anticipazione, salvo versamento del contributo unificato se dovuto (tassa obbligatoria al Tribunale)

DOCUMENTAZIONE:

  1. Tutti i contratti a tempo determinato come supplenti brevi e saltuari e per i soli docenti di religione i contratti da incaricati prima della maturazione del diritto alla ricostruzione di carriera
  2. Carta di identità e codice fiscale;
  3. Stato Matricolare da richiedere a scuola
  4. Cedolini paga delle supplenze e per i soli docenti di religione i cedolini di luglio e agosto prima della maturazione del diritto alla ricostruzione di carriera.
  5. COMPILA IL FORM: https://forms.gle/A8RuRSuF22UsLU1c8

SCADENZA PRESENTAZIONE DOCUMENTAZIONE: 31 DICEMBRE; 30 APRILE; 31 AGOSTO (necessario contratto di settembre anno successivo)

Lo studio legale si riserva di anticipare o posticipare la presentazione del ricorso a proprio insindacabile giudizio.

Riconoscimento pagamento ferie maturate supplenti brevi e incaricati al 30/06

COSTI: previsto accordo tra le parti sul versamento del contributo unificato (tassa obbligatoria se dovuta)

DOCUMENTAZIONE:

  1. Tutti i contratti a tempo determinato come supplenti brevi e saltuari e al 30 giugno
  2. Carta di identità e codice fiscale;
  3. Stato Matricolare da richiedere a scuola
  4. COMPILA IL FORM:https://forms.gle/A8RuRSuF22UsLU1c8

COSTI: previsto accordo tra le parte sul versamento del contributo unificato (tassa obbligatoria se dovuta)

DOCUMENTAZIONE:

  • Carta di identità e codice fiscale;
  • Stato Matricolare da richiedere a scuola
  • Copia Congedo Illimitato
  • Domanda di inserimento nelle graduatorie provinciali.
  • COMPILA IL FORM: https://forms.gle/A8RuRSuF22UsLU1c8

SCADENZA PRESENTAZIONE DOCUMENTAZIONE: 31 DICEMBRE; 30 APRILE; 31 AGOSTO (necessario contratto di settembre anno successivo)

Lo studio legale si riserva di anticipare o posticipare la presentazione del ricorso a proprio insindacabile giudizio.

COPIA DIGITALE DEI SINGOLI DOCUMENTI IN FORMATO PDF all’indirizzo e-mail: ricorsi@fensir.it (non saranno accettati formati digitali diversi da PDF in caso contrario inviare il cartaceo come di seguito)

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Otto minuti di silenzio per la dignità del lavoro nella scuola

di Silvia Zanetti

Il 3 settembre docenti e ATA hanno protestato simultaneamente a Roma, Milano e Napoli consegnando al Ministero un Manifesto per la dignità del personale scolastico, che denuncia la profonda crisi del sistema scolastico pubblico italiano.

Il 3 settembre 2024 la scuola italiana ha fatto sentire la sua voce con un gesto simbolico di grande impatto: otto minuti di silenzio davanti al Ministero dell’Istruzione a Roma e contemporaneamente nelle piazze di Milano e Napoli. Il flash mob nazionale, promosso da Silvia Zanetti e Roberto Leardi (docenti di Bergamo) insieme a Fabrizio Sau (referente del personale ATA), ha messo al centro una richiesta tanto semplice quanto urgente: dignità per chi lavora nella scuola pubblica.

Un sistema al collasso: dai cedolini agli stipendi

Durante la manifestazione è stato consegnato ufficialmente al Ministero un articolato Manifesto che fotografa senza sconti la situazione del comparto. I problemi denunciati partono dai malfunzionamenti del sistema NOIPA, con frequenti interruzioni del servizio che hanno causato ritardi significativi nell’applicazione delle normative – come i sei mesi di ritardo per il taglio del cuneo fiscale – e difficoltà croniche nell’accesso ai cedolini.

Ma il cuore della protesta riguarda le retribuzioni. I dati OCSE sono impietosi: mentre un docente italiano di scuola superiore con 15 anni di servizio percepisce circa 34.000 euro lordi annui (circa 1.500 euro netti mensili), la media europea si attesta sui 49.000 euro, con punte di oltre 65.000 euro in Germania e 45.000 in Francia. Il divario ammonta a 300-350 euro netti mensili.

Ancora più grave la situazione del personale ATA: collaboratori scolastici fermi a 16.500 euro lordi annui, assistenti amministrativi e tecnici a 19.000 euro per 36 ore settimanali. Cifre che rendono evidente il disinvestimento strutturale nel settore.

L’inflazione che impoverisce

L’analisi del Manifesto evidenzia un aspetto cruciale: l’inflazione cumulativa 2022-2024 ha raggiunto il 12%, mentre gli aumenti salariali proposti si fermano al 6%. Il risultato è una perdita netta del potere d’acquisto del 6% che ha ulteriormente impoverito chi lavora nella scuola.

A questa erosione salariale si aggiunge una progressione di carriera penalizzante: per i docenti il primo scatto di anzianità arriva solo dopo 9 anni di servizio, mentre mancano completamente i buoni pasto nonostante gli impegni prolungati, configurando una disparità rispetto ad altri comparti del pubblico impiego.

Le richieste del movimento

“Non ci accontentiamo più di bonus o indennità temporanee”, dichiarano i promotori. “Vogliamo un contratto dignitoso e stipendi allineati agli standard europei. La scuola non può essere tenuta in vita con le briciole”.

Il Manifesto consegnato al Ministero chiede interventi strutturali precisi: allineamento delle retribuzioni agli standard europei, revisione del sistema degli scatti di anzianità, introduzione dei buoni pasto, pieno riconoscimento dell’anno 2013 ai fini della progressione di carriera e adeguamento dei compensi per gli esami di maturità, fermi dal 2007 a soli 399 euro lordi per i commissari interni.

Il silenzio che grida

Gli otto minuti di silenzio non sono stati rassegnazione, ma strategia comunicativa efficace. Con i cartelli alzati – “Basta briciole”, “Dignità per la scuola”, “Stipendi europei anche per noi” – docenti e ATA hanno trasformato l’assenza di parole in un messaggio potente che ha rappresentato simbolicamente l’assenza di ascolto delle istituzioni.

La delegazione ha sottolineato che, dopo mesi di mobilitazione, “non sarà più possibile ignorare queste richieste. Chi rappresenta le istituzioni deve sapere che la scuola non resterà in silenzio”.

Una battaglia per il futuro del Paese

La protesta del 3 settembre rappresenta solo l’inizio di una mobilitazione che il movimento annuncia determinato a portare avanti finché non arriveranno risposte concrete. La posta in gioco va oltre le singole rivendicazioni economiche.

Come sottolineato nel Manifesto: “La scuola pubblica è presidio di democrazia, crescita civile e giustizia sociale. Se non si investe nella scuola, non si investe nel futuro del Paese”. Una verità che rende la battaglia di docenti e ATA una questione di interesse nazionale, perché senza il riconoscimento del loro lavoro, il futuro dell’istruzione italiana rimane appeso a un filo sempre più sottile.

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Il commento della Fensir

«Siamo ridotti al silenzio con attività svolte, giustamente, da colleghi delusi da chi da anni siede ai tavoli contrattuali beneficiando solo di distacchi e permessi, ma concretamente non ottenendo nulla. Gli stessi stipendi dei docenti, annunciando pochi euro di aumento non solo ci sembrano una presa in giro, così come abbiamo denunciato pochi giorni fa, ma c’è il rischio che ciò rappresenti la scusa per imporci nuovi pesi dal punto di vista giuridico» afferma Giuseppe Favilla, segretario generale della Fensir.

«Plaudiamo l’iniziativa di questi coraggiosi docenti auto organizzati e ne sosteniamo, per quello che possiamo, essendo anche noi fuori dalla contrattazione in virtù di contratti fatti e firmati da chi si arroga la rappresentanza» conclude Favilla.

Decreto Scuola 2025: tutte le novità sugli esami, i contratti e l’organizzazione

Roma, 10 settembre 2025 – È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto-Legge 9 settembre 2025, n. 127, contenente “Misure urgenti per la riforma dell’esame di Stato del secondo ciclo di istruzione e per il regolare avvio dell’anno scolastico 2025/2026”Decreto-Scuola.

Il provvedimento tocca numerosi ambiti del sistema scolastico: dalla maturità ai percorsi professionali, dalla contrattazione collettiva alle supplenze, dalla sicurezza nei viaggi di istruzione fino all’edilizia.


Articolo 1 – L’esame torna a chiamarsi “maturità”

Il decreto modifica radicalmente il quadro normativo dell’esame di Stato. Da ora, la denominazione ufficiale sarà “esame di maturità”.

Il testo stabilisce che la prova finale:

«verifica i livelli di apprendimento conseguiti da ciascun candidato […] e valuta il grado di maturazione personale, di autonomia e di responsabilità acquisito al termine del percorso di studio»Decreto-Scuola.

Viene data maggiore attenzione a:

  • la partecipazione alle attività di formazione scuola-lavoro,
  • lo sviluppo delle competenze digitali,
  • le competenze di educazione civica.

Anche il colloquio d’esame cambia impostazione:

«Il colloquio si svolge sulle quattro discipline individuate annualmente […] al fine di verificare l’acquisizione dei contenuti e dei metodi propri di ciascuna disciplina, la capacità di argomentare in modo critico e personale e il grado di responsabilità e maturità raggiunto»Decreto-Scuola.


Articolo 2 – Filiera tecnologico-professionale

Il decreto consolida l’istituzione della filiera tecnologico-professionale, introdotta nel 2024. Dal 2026/2027, i percorsi rientreranno nell’offerta formativa del secondo ciclo.

Tuttavia, viene chiarito che:

«Dall’attuazione delle disposizioni […] non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica»Decreto-Scuola.

Un’espansione quindi solo a legislazione vigente, senza ulteriori stanziamenti.


Articolo 3 – Contrattazione collettiva e fondi

Il decreto interviene sul rinnovo del CCNL Istruzione e Ricerca – Sezione Scuola (triennio 2022-2024). Le risorse destinate provengono da diversi canali:

  • 0,55% del monte salari 2018 inizialmente previsto per i nuovi ordinamenti ATA;
  • il Fondo di valorizzazione del sistema scolastico, pari a 40,9 milioni per il 2025 e 57,8 milioni per il 2026;
  • quote residue del Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, pari a 67,7 milioni per il 2022 e 13,6 milioni per il 2023Decreto-Scuola.

Infine, si prevede dal 2030 un incremento stabile di 15 milioni di euro annui.

Su questo punto è arrivata la nota del segretario generale della Fensir, Giuseppe Favilla:

«Il personale scolastico attende da anni un contratto all’altezza del proprio lavoro. Qui si parla di risorse minime, distribuite su più anni e spesso ricavate da fondi già esistenti. Non c’è un vero investimento: si tratta di misure tampone che non modificano la condizione salariale di docenti e ATA».


Articolo 4 – Supplenze

Il provvedimento proroga fino al 2027/2028 la possibilità di conferire supplenze con le procedure già in uso, estendendo quanto previsto dal decreto-legge 22/2020Decreto-Scuola.


Articolo 5 – Sicurezza dei trasporti per viaggi di istruzione

L’articolo introduce un vincolo preciso: i contratti per i servizi di trasporto relativi a uscite didattiche e viaggi di istruzione dovranno garantire standard di sicurezza certificati.

In particolare, le stazioni appaltanti dovranno valorizzare:

  • sistemi e dispositivi per la sicurezza,
  • accessibilità e trasporto di persone con disabilità,
  • competenze tecniche dei conducentiDecreto-Scuola.

Articolo 6 – Edilizia scolastica

Il decreto consente che i fondi PNRR destinati all’edilizia scolastica possano essere usati anche per trasporto studenti e arredi didattici, così da rendere immediatamente fruibili i nuovi edificiDecreto-Scuola.


Articolo 7 – Scuola europea di Brindisi

Confermato un finanziamento di 1 milione di euro per il 2026, per garantire il regolare avvio dell’anno scolastico alla Scuola europea di BrindisiDecreto-Scuola.


Conclusione

Il Decreto-Scuola si configura come un testo ampio e articolato. Da un lato introduce cambiamenti significativi, soprattutto sull’esame di maturità e sull’ordinamento dei percorsi professionali; dall’altro, sul terreno contrattuale e delle risorse economiche, si limita a riallocare fondi esistenti.

Favilla (Fensir) avverte:

«Si parla molto di centralità della scuola, ma senza un investimento serio sulle persone che la fanno vivere ogni giorno, il rischio è che anche le riforme più ambiziose restino prive di basi concrete».

Incontro tra ARAN e sindacati rappresentativi: primo confronto dopo la pausa estiva.

Lo scorso 4 settembre 2025, ARAN ha convocato i sindacati rappresentativi della scuola per il primo incontro contrattuale dopo la pausa estiva. In apertura della sessione, il Presidente Antonio Naddeo ha ribadito la necessità di dar seguito ai rinnovi del triennio 2022–2024 e, allo stesso tempo, di avviare quelli per il periodo 2025–2027, per i quali sono già previste risorse nella legge di bilancio.

Prossimo appuntamento fissato

Il confronto ripartirà il 24 settembre, a partire dalle ore 11:00.

Le risorse sul tavolo: 240 milioni, ma “una tantum”

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha annunciato che 240 milioni di euro saranno messi a disposizione “una tantum” per il rinnovo del contratto del personale scolastico — docenti, ATA e altri.

La bozza del decreto indica che queste risorse derivano da anticipazioni sul nuovo ordinamento professionale del personale ATA e dai fondi residui destinati al miglioramento dell’offerta formativa, oltre a stanziamenti già previsti nel fondo per la valorizzazione.

Non si tratta però solo di spinta economica immediata: dal 2026 al 2029 è previsto un incremento strutturale di 15 milioni di euro annui, esteso dal 2030 in avanti, per consolidare il finanziamento destinato alla retribuzione e alla qualità dell’istruzione.

Zangrillo: “Possibile chiusura entro 10 giorni”

A contribuire al clima di attesa, il Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo ha assicurato che entro dieci giorni è previsto un incontro con le organizzazioni sindacali sul rinnovo dei contratti dell’istruzione e degli enti locali, esprimendo ottimismo sulla possibilità di una chiusura in tempi rapidi.


Il commento della Fensir: rassegnazione e provocazione

Durissimo il giudizio del Segretario Generale della Fensir, Giuseppe Favilla, che ha commentato così l’esito dell’incontro:

“Ennesima dimostrazione che i cosiddetti sindacati rappresentativi non abbiano forza contrattuale. Pronti ad inserire nuove norme e sicuramente ne vedremo delle belle, a fronte di pochi spiccioli. Forse non saranno 240 milioni, ma anche se fossero 300 milioni, con un aumento di 10/15 euro in più ai 40 annunciati, non si copre nemmeno lontanamente il gap tra salario e caro vita. La casta dei rappresentativi, chiusa al dialogo con gli altri sindacati e con le associazioni di categoria, continua ormai da 55 anni imperterrita la sua corsa non agli interessi dei lavoratori della scuola, ma a mantenere i loro privilegi.”

L’Intelligenza Artificiale entra ufficialmente a scuola: pubblicate le Linee guida del MIM

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ha pubblicato il 29 agosto 2025 le attese Linee guida per l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale nelle Istituzioni scolastiche (versione 1.0, anno 2025). Il documento, firmato dal ministro Giuseppe Valditara, rappresenta il primo quadro organico e ufficiale volto a regolamentare l’uso dell’IA nel sistema scolastico italiano.

Contesto e riferimenti normativi

Le linee guida si inseriscono in un quadro internazionale ed europeo in forte evoluzione. Fanno riferimento:

  • all’AI Act europeo, che classifica i sistemi di IA in base al livello di rischio, vietando pratiche intrusive e manipolative;
  • alla Convenzione del Consiglio d’Europa su IA, diritti umani, democrazia e stato di diritto (settembre 2024);
  • alle Ethical Guidelines della Commissione Europea sull’uso dell’IA nella didattica;
  • alla Strategia nazionale per l’IA 2024-2026 di AgID e del Dipartimento per la trasformazione digitale.

Obiettivi strategici

Il Ministero punta a:

  1. promuovere un’IA antropocentrica, sicura, affidabile ed etica;
  2. migliorare l’apprendimento attraverso percorsi personalizzati e inclusivi;
  3. ottimizzare i processi amministrativi e ridurre il carico burocratico;
  4. contrastare la dispersione scolastica e favorire l’inclusione;
  5. garantire formazione continua a docenti e dirigenti per l’uso consapevole delle tecnologie.

I pilastri del modello

Il documento delinea un modello di introduzione dell’IA fondato su quattro pilastri:

  • Principi di riferimento: centralità della persona, equità, innovazione etica, sostenibilità, tutela dei diritti fondamentali e sicurezza dei sistemi.
  • Requisiti di base: criteri etici, tecnici e normativi (trasparenza, sorveglianza umana, protezione dei dati secondo GDPR e AI Act).
  • Framework di implementazione: istruzioni operative, fasi di progetto (definizione, pianificazione, adozione, monitoraggio, conclusione) e strumenti di supporto.
  • Comunicazione e governance: monitoraggio tramite la piattaforma Unica, tavoli di lavoro con esperti e condivisione delle buone pratiche.

Aree di applicazione

Le linee guida individuano esempi concreti di utilizzo dell’IA per diversi attori scolastici:

  • Dirigenti scolastici: supporto nella pianificazione, gestione documentale, organizzazione degli orari, comunicazioni.
  • Personale amministrativo (DSGA e ATA): automazione delle pratiche ripetitive, gestione di richieste, inventari, circolari.
  • Docenti: creazione di materiali didattici personalizzati, simulazioni interattive, rubriche di valutazione, tutoraggio digitale.
  • Studenti: percorsi di apprendimento su misura, feedback immediati, risorse multidisciplinari, maggiore inclusione e autonomia.

Gestione dei rischi e responsabilità

Grande attenzione è riservata alla mitigazione dei rischi: protezione dei dati, prevenzione dei bias, manutenzione dei sistemi, trasparenza degli algoritmi e formazione continua di tutto il personale. Ogni istituzione scolastica sarà “deployer” dei sistemi di IA, quindi responsabile della loro gestione conforme alle norme europee e nazionali.

Conclusioni

L’introduzione dell’IA nella scuola italiana segna un passaggio epocale. Le linee guida puntano a trasformare la scuola in un ambiente più inclusivo, efficiente e innovativo, senza rinunciare a principi fondamentali come equità, tutela dei diritti e ruolo centrale dell’essere umano. Il MIM prevede aggiornamenti periodici del documento e un monitoraggio costante per garantire che l’IA sia realmente uno strumento al servizio dell’istruzione e non un rischio per la comunità scolastica.

SI RIPARTE CON UN NUOVO ANNO SCOLASTICO.

Per alcuni docenti e ATA sarà una nuova realtà, per altri la conferma nelle sedi dove sono da anni. Per alcuni sarà l’ultimo anno di insegnamento, per altri il primo… per altri ancora un momento a metà del cammino.

Per qualcuno questo è il giorno felice dell’immissione in ruolo come docente, docente di religione o ATA; per altri sarà invece un tempo di attesa, ancora uno o più anni prima del sospirato tempo indeterminato.

Ma per tutti, questo anno sarà un tempo in cui comunità educante, docenti, ATA, dirigenti, studenti e famiglie cercheranno insieme di dare il meglio: costruire ponti, trasmettere saperi e valori, affrontare le sfide quotidiane con responsabilità e passione.

Un nuovo anno, una nuova possibilità di crescita condivisa.

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