LE TABELLE DEGLI ARRETRATI RIELABORATE
Pubblichiamo le tabelle stipendiali rielaborate. Gli importi sono al lordo, non tengono conto della RPD o CIA dall’anno 2022.
Pubblichiamo le tabelle stipendiali rielaborate. Gli importi sono al lordo, non tengono conto della RPD o CIA dall’anno 2022.
Il prof. Giuseppe Valditara è il nuovo Ministro dell’Istruzione e del Merito.
Un nuovo Ministro e un nuovo nome per un Ministero che nessuno ambiva, si vocifera nei corridoi di palazzo.
Un Ministero di destra che raccoglie il testimone di Bianchi (di sinistra) rispetto ad una definizione di Scuola che si allontana sempre più dal concetto di diritto di tutti per abbracciare quello di azienda dove solo i meritevoli vengono premiati?
Il concetto di merito è un frutto succoso di cui è difficile definire il sapore.
Come assicurare un’istruzione efficace che permetta a ciascuno di far raggiungere il massimo delle proprie competenze senza inciampare nel fatto che gli insegnanti sono demotivati e continuamente sottoposti a stress psicofisico (mai sentito parlare di classi pollaio, oneri burocratici pesanti e continui tagli alle risorse?).
Proprio del prof. Valditara un disegno di legge del lontano 2008, il n. 636, che aveva ipotizzato un piano di valorizzazione del personale docente su base regionale (= Scuola federale) che passava attraverso corsi a cui gli insegnanti avrebbero assicurato la frequenza. Vi dice qualcosa?
Patrizio Bianchi se ne è andato affrettandosi a firmare l’attuazione del progetto della Scuola di Alta Formazione. Il quadro è quindi facile da definire.
Ora anche il sapore del merito assume note acri.
Buon lavoro, Ministro, ma si ricordi anche del nostro, di lavoro.
Prof.ssa Roberta Granata, segretaria nazionale FeNSIR- SADOC
Giovedì 13 ottobre ufficialmente si insediava il nuovo parlamento, Camera e Senato, espressione sicuramente della volontà della maggioranza degli elettori, che per circa il 44%, ha dato al centro destra la sua fiducia risultando la coalizione con il maggior numero di voti. Dalle urne si ha avuto una chiara indicazione dunque per il futuro del Paese e che, per la prima volta in assoluto, vede a Capo di Governo una donna: Giorgia Meloni. Fin qui è la cronaca, ma la FeNSIR insieme al Sadoc e al SAIR, sindacati federati, ha riflettuto in modo approfondito sulle politiche scolastiche proposte, sia dell’attuale nuova maggioranza, sia della nuova e attuale opposizione.
“Auspichiamo – afferma Favilla, segretario generale della FeNSIR – che i nuovi parlamentari, ma soprattutto il nuovo Governo, abbia particolare e positiva attenzione alla Scuola e ai suoi lavoratori. Attenzione dal punto di vista contrattuale, destinando velocemente almeno il doppio dei fondi per il nuovo contratto rispetto al contratto che sta per chiudersi, tra l’altro già scaduto. Il nuovo inquilino di viale Trastevere dovrà immediatamente provvedere con un atto di indirizzo all’apertura del nuovo contratto del comparto Istruzione e Ricerca, destinando alla scuola fondi non solo sufficienti, ma che diano dignità al lavoro dei docenti e del personale ATA. È assurdo pensare che un collaboratore scolastico all’inizio della carriera percepisca, con il taglio del cuneo fiscale poco più di 1100 euro e un docente della scuola primaria 1350 euro. Nel 2011 le parti sociali barattarono per l’assunzione di 67mila docenti e personale ATA, la fascia 3, lasciando un gap di ben 9 anni a stipendio base, siamo convinti che bisogna andare verso ad una nuova definizione delle fasce stipendiali, che accorcino per tutti e indistintamente, la carriera archiviando per sempre ogni forma alternativa e discriminante, camuffandola come valorizzazione del docente, il famoso docente esperto”.
La FeNSIR negli incontri con la politica ha sottolineato più volte la necessità di percorrere per la scuola un sentiero di giustizia ed equità. Di debellare il precariato, prima di tutto. Di trovare un sistema snello di assunzione del nuovo personale, di aumento dell’organico. Ridurre il numero degli alunni per classe, guardando non al dato generale, dove il risultato è frutto di una media statistica sommando le classi delle scuole dei piccoli comuni, con le classi iper affollate delle città. Ma guardare al territorio e ragionare in un’ottica di ottimizzazione mirata e non solo generica: il dato medio di 27 alunni per classe per le scuole secondarie di secondo grado, in presenza anche di BES che hanno necessità di attenzione speciale, non favorisce una didattica davvero inclusiva e attenta alle diversità di apprendimento, medesima situazione nella scuola primaria e secondaria di primo grado.
“Il nuovo Ministero dell’Istruzione – afferma Roberta Granata segretaria SADOC – dovrà avere attenzione non solo al precariato, una vera e propria piaga, ma alla condizione generale della scuola e del lavoro di ciascun operatore. Deve essere garantito un salario dignitoso; un percorso certo nel reclutamento; una carriera lineare senza discriminazioni o differenziazioni salariali tra gradi di scuola”.
Dello stesso parere è Attilio Piacente segretario SAIR: “ I docenti di religione devono avere finalmente la giusta attenzione che meritano. Deve trovare immediata applicazione l’art. 47 comma 9 della legge 79/2022, almeno per il concorso straordinario. Il nuovo Ministro dell’Istruzione deve emanare immediatamente il decreto che precede il bando. Ma non è sufficiente, bisogna andare verso una politica che valorizzi l’IRC e che si superi definitivamente l’ora del nulla che, in modo particolare nelle regioni del centro nord, dove le percentuali di chi scegli l’uscita dalla scuola è preoccupante: la scuola non può continuare ad avvallare una scelta non educativa”.
La FeNSIR ha ribadito fin da subito la necessità di rivedere il sistema complessivo dell’Istruzione. Le sue proposte derivano direttamente dalla base. È la base che chiede attenzione, non sono i sindacati a chiedere attenzione. La FeNSIR considera il rapporto diretto con i lavoratori della scuola la linfa vitale e la condizione necessaria per la propria azione sindacale. L’attenzione costante ai docenti di ogni ordine e grado e ai docenti di religione, senza trascurare il middle management, il personale ATA e tutti gli altri lavoratori, è alla base della propria politica. La FeNSIR non solo rivendica salari maggiori ma vuole riportare il contratto nuovamente tra i lavoratori.
“Allo stato attuale, continua Favilla, sappiamo che c’è una confronto all’Aran tra i sindacati rappresentativi e l’Amministrazione per il nuovo contratto del comparto Istruzione e Ricerca. Come è noto i ragionamenti vengono fatti su bozze e su proposte di tabelle, perché il lavoratore, che è il vero e proprio protagonista deve venire a conoscenza del contratto solo 30 giorni prima della firma definitiva? Perché i lavoratori non aderenti alle sigle rappresentative oppure gli stessi territoriali delle sigle rappresentative, devono rimanere all’oscuro di quanto viene detto fino alla fine della contrattazione, ma solamente informati, in modo confusionario, dai loro segretari nazionali e in modo difforme da un giorno all’altro? Chiediamo che la bozza del Contratto Collettivo Nazionale sia pubblico e che tutte le sigle sindacali, a prescindere dalla percentuali, debbano essere informati e chiamati ad esprimere almeno le loro posizioni, indire assemblee per la discussione, proporre referendum: il contratto non è un affare privato di trattativa, ma deve coinvolgere, e oggi ci sono tutti i mezzi per poterlo fare, tutti i sindacati. Riteniamo la norma che vieta a chi sta al di sotto soglia del 5% di consenso avere informative, di usufruire della possibilità di assemblee durante l’orario di servizio anticostituzionale e contro il lavoratore e il rappresentante che sceglie nella sua libertà costituzionalmente garantita”.
La FeNSIR proporrà all’amministrazione normative a tutela del lavoratore e della sua libertà di scegliersi la rappresentanza e che la stessa abbia accesso alle informative e a poter depositare le proprie considerazioni sui Contratti generali oltre a libero dibattito nei luoghi di lavoro con assemblee in presenza, per profili ecc. Una politica per il cittadino deve garantire la più ampia partecipazione e il contratto ne è una parte di questa democrazia. Consideriamo anacronistico il modo di procedere la trattativa sui contratti di carattere generale con 5 o 6 rappresentanti, che giustamente possono continuare a farlo, ma l’amministrazione deve portare al tavolo anche le istanze provenienti dalle sigle minoritarie che hanno diritto di essere ascoltati ed interpellate.
Le proposte della FeNSIR sono ad ampio raggio come la proposta sindacale e il suo statuto, valorizzare la specificità dei lavoratori e dare voce a ciascuno nelle proprie prerogative, chiedendo che la nuova legislatura e il nuovo governo attuino una politica duratura ma soprattutto equa, rispettando tutto il personale della scuola e i suoi rappresentanti.
Ufficio Stampa
15/10/2022
di Giuseppe Favilla*
Lo scorso 29 giugno veniva pubblicata la legge 79 che prevede all’art. 47 comma 9 la modifica dell’art. 1bis legge 159/2019, il famoso e contestato, giustamente, emendamento Toccafondi che prevedeva dopo beh 16 anni dal primo ed ultimo concorso del 2004, un concorso ordinario selettivo.
Il neo articolo 47 comma 9, di fatto, anche se non pienamente, dà una risposta al precariato. Si tratta di una risposta soddisfacente? Possiamo definire tale affermazione una risposta piena alle istanze del personale docente incaricato annuale, precario da lungo corso oppresso da una precarietà endemica? Assolutamente no, ma è stato accettato perché contiene una speranza: la graduatoria che si determinerà sarà ad esaurimento.
Contestato precedentemente perché non ho definito il risultato ottenuto (un concorso straordinario per il 50% dei posti liberi in organico) come eccellente, oggi più che mai convinto, che, ogni mese che passa, non solo si possa considerare non eccellente quanto ottenuto ma nemmeno un “risultato”, infatti ad oggi non si è ancora mosso nulla.
Il bando dovrà essere preceduto da due passaggi fondamentali: un decreto del Ministro dell’Istruzione e da una autorizzazione del contingente che, rispetto a quello del 2021, è cambiato e dunque non rispecchia più il numero effettivo dei posti liberi previsti nell’organico del 70%. I posti autorizzati il 20 luglio del 2021 erano 5116. Posti autorizzati per il solo concorso ordinario, dunque di certo, salvo deroghe, procedere ad una nuova autorizzazione di posti oppure dividere gli stessi tra concorso ordinario e straordinario. Sarà compito del Ministro o del Direttore generale. Di certo la norma di legge (art. 47 comma 9 lettera b) non prevede che il ministro dell’istruzione individui i posti messi a concorso ed esperienza vuole, sarà il ministro della Funzione Pubblica a richiedere il contingente da mettere a concorso, sia nel caso del concorso ordinario che straordinario.
Nella fase successiva, invece, sarà il Ministro, con proprio schema a chiedere una valutazione al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI), a definire i limiti entro il quale il Direttore Generale dovrà poi emanare il bando. Tale Decreto Ministeriale, se passerà indenne, la valutazione da parte del CSPI, considerando che quello che esprime il Consiglio è solo un parere non vincolante, sarà la base del bando e da lì a qualche settimana al massimo si inizierà la vera e propria procedura concorsuale e che dovrà, ma non è perentorio, chiudersi entro un periodo tale da permettere a partire dall’anno 2022/2023 (giuridico) l’assunzione dei docenti di religione a tempo indeterminato.
Dopo questa lunga e forse anche non entusiasmante premessa, mi domando: ma questi concorsi, ordinari e straordinari, si vogliono veramente? C’è una volontà politica ed ecclesiastica (non ecclesiale perché è altro)? Come mai nessun ordinario diocesano ha accolto favorevolmente oppure criticamente il provvedimento di modifica dell’art. 1bis? Come è possibile che ancora una volta, modificato il tutto, con Decreti Ministeriali che vengono pubblicati nonostante a breve si insedierà il nuovo governo, proprio lo schema del decreto per il bando non veda la luce? Ebbene sono domande legittime e soprattutto le risposte dovrebbero essere doverose e non fumose da parte di chiunque.
Il 10 ottobre, in qualità di segretario della Federazione Nuovi Sindacati Istruzione e Ricerca (FeNSIR) di concerto con il Segretario Nazionale del Sair – nuovo Sindacato Autonomo Insegnanti di Religione, invieremo una lettera di chiarimenti al Ministero dell’istruzione, perché riteniamo che sia giunto il momento di avere delle risposte dal governo e non solo una norma che si sta rivelando come la legge 186 ancora una volta una falsa speranza.
Non possiamo più aspettare. I docenti incaricati annuali, vittime di ingiustizia e disparità volutamente pianificata da chi è da anni al governo, senza distinzione di colore politico, chiedono che sia inizio subito al percorso di stabilizzazione, quel percorso tracciato dalla legge 79/2022, che seppur non pienamente soddisfacente, di fatto è un primissimo passo per colmare le disparità.
*Segretario Generale FeNSIR
L’Agenda 2030 al punto 4 pone l’attenzione alla dimensione dell’istruzione e dell’insegnamento in generale, mettendo al centro la professionalità dei docenti: “Un’istruzione di qualità è la base per migliorare la vita delle persone e raggiungere lo sviluppo sostenibile”.
Sul termine qualità e valorizzazione, ogni governo in carica, ha dato una propria interpretazione, più o meno creativa, più o meno efficace, ma per lo più non condivisa dagli 800 mila docenti di ogni ordine e grado di scuola.
Accanto alla qualità dell’insegnamento non possiamo non considerare anche la condizione economica nonché lo status proprio del docente, sempre più oppresso da una burocrazia prima cartacea adesso in formato digitale, che non è certo focalizzata sulla qualità dell’insegnamento, ma sull’adempimento che spesso opprime il docente, assoggettato al controllo di qualche dirigente scolastico poco illuminato.
“La scuola – dichiara Giuseppe Favilla, segretario generale della FeNSIR – è un luogo di apprendimento reciproco; è una realtà nella quale il talento, la passione, la dedizione, l’amore per la cultura, l’attenzione per la diversità, l’inclusività dei soggetti deboli, devono essere l’elemento fondante e fondamentale. Possiamo avere qualità nell’insegnamento se un docente è insoddisfatto, stanco, oppresso dal dover fare più che dal dover essere? No di certo! Come sindacati, rappresentativi o non, abbiamo il diritto/dovere di segnalare lo stato di disagio del docente; abbiamo il diritto/dovere di risolvere e rendere l’ambiente di lavoro, non solo sicuro (e non è la mascherina o il protocollo covid a renderlo tale), un ambiente piacevole da frequentare e da vivere in sinergico scambio di idee, parole, progetti, perché seppur, sembra ormai desueto come termine, insegnare resta quella che è sempre stato: una vocazione”.
La Federazione Nuovi Sindacati Istruzione e Ricerca vuole andare verso questi obiettivi, gli stessi suggeriti dall’Agenda 2030, un insegnamento di qualità. Una qualità che passa attraverso anche la serenità del lavoratore, del professionista dell’insegnamento, una stabilità del rapporto del lavoro debellando ad ogni livello e per tutti i docenti, dai docenti della scuola dell’infanzia ai docenti della secondaria di secondo grado, includendo anche i docenti di religione cattolica, tecno pratici, personale educativo, ogni forma di precariato. Debellare anche la condizione precaria degli stipendi, troppo bassa per ogni profilo, superamento della distinzione tra gli stipendi dei docenti della scuola dell’infanzia/primaria con i docenti della secondaria di primo e secondo grado: l’impegno e la passione nell’insegnare non è diverso nei gradi. In tutti i settori è necessario il medesimo impegno e la stessa dedizione e tutti i docenti hanno la stessa e medesima funzione nonché obiettivo: formare i cittadini del futuro.
“Non possiamo dimenticare la professionalità con cui i docenti, tutti i docenti, senza distinzione di ruolo o non ruolo, conclude Favilla, attuano strategie inclusive per gli alunni con BES e non solo. Non è una novità. Lo si è sempre fatto anche quando non erano previsti PDP o PFP per la valorizzazione degli studenti atleti ecc. La scuola di oggi è migliore di quella di ieri? Possiamo trovare opinioni diverse, opinioni a favore e contro, ma di certo, il docente, chiamato non a riempire vasi, ma ad accendere un fuoco nei propri studenti e studentesse (cfr Plutarco), è stato sempre il professionista dell’innovazione, anche se radicato nella tradizione; è stato l’antesignano dell’inclusività, nonostante visioni più o meno contrastanti, anche sociali, dando strumenti elementari e garantendo, nei limiti di ciascun studente, il successo formativo. I docenti non dimentichino: ciò che sono e ciò che è la scuola oggi non è altro che il frutto buono, spero, di ciò che si è seminato nel passato”.
L’augurio della FeNSIR a tutti i docenti perché guardando al passato, leggendo la realtà presente, siano proiettati ad un futuro sempre qualitativamente elevato, inclusivo garantendo a tutti l’apprendimento non solo di contenuti, ma di uno stile di vita aperto all’altro, all’ambiente, al mondo intero.
Il Middle Management nella scuola, è ora di un sindacato che ne valorizzi il lavoro svolto.
Sembra quasi essere blasfemi quando si afferma che bisogna valorizzare contrattualmente la figura dei collaboratori del Dirigente Scolastico, ma pochi conoscono il lavoro svolto da questa categoria di docenti, che collaborano all’organizzazione delle istituzioni scolastiche. La figura del vicepreside, del collaboratore vicario, dei responsabili/referenti di plesso, di coloro i quali in un certo qual senso garantiscono la funzionalità di una struttura sono davvero riconosciuti giuridicamente e questo riconoscimento ha un positivo riscontro nel contratto e nella carriera in generale a parte l’inserimento della funzione svolta nel proprio curriculum personale?
“Siamo convinti – afferma Giuseppe Favilla, segretario generale della nuova federazione sindacale FeNSIR – che troppo a lungo si è negato un diritto fondamentale a questi colleghi che sono chiamati dai Dirigenti Scolastici a svolgere un vero e proprio lavoro, che per lo più è aggiuntivo al lavoro svolto in classe. Possiamo ancora pensare che il riconoscimento economico debba gravare la spesa sul fondo di Istituto? Perché non possono essere definite risorse aggiuntive previste contrattualmente per le figura di sistema che ne garantisca, oltre a quello economico, anche un riconoscimento giuridico spendibile anche nella carriera e nella retribuzione in modo sistematico?”
I docenti incaricati quali collaboratori del Dirigente Scolastico ricevono un importo forfettario stabilito dalla contrattazione di istituto che varia da un massimo di 200 ore annui (3500 euro lordi) per alcuni primi collaboratori, ma che mediamente si attesta attorno alle 100 le ore annue per la maggior parte dei primi collaboratori (1750 euro lordi) e a circa 15 ore medie annui (262 euro lordi) per i semplici coordinatori di classe, comprensivo talvolta della funzione di presidente delegato dal Dirigente Scolastico per gli scrutini.
“Si tratta di elemosina”, chiosa Favilla, “soprattutto perché questo lavoro è aggiuntivo alla normale funzione docente. È giunto il momento di riunire questi colleghi in una Associazione Sindacale che ne valorizzi la professionalità, sia dal punto di vista economico e ne rivendichi anche contrattualmente benefici giuridici. È impensabile che il lavoro di coordinatore di classe della durata di 10 mesi debba essere retribuito con non più 180 euro netti l’anno o quello del primo collaboratore con 1100 euro in più rispetto alla propria contribuzione, per un impegno che prevede ore e ore di lavoro per la tenuta della scuola a supporto del Dirigente Scolastico. La nostra Federazione vuole impegnarsi nel strutturare un Sindacato Autonomo del Middle Management, che lotti e rappresenti i colleghi che ricoprono incarichi nell’organizzazione e nella gestione della scuola”.
Ricordiamo che con la buona scuola, cioè a dire la legge 107/2015, la funzione del cosiddetto vicepreside, nominato ex Art. 25 del D.Lgs. 165/01 esonerato dal servizio, ricevendo un compenso ex art. 88 del CCNL, ha subito una significativa modifica, infatti a norma dell’art. 1 comma 83 per ottenere l’esonero dal servizio deve rientrare nel 10% massimo dell’organico dei docenti della scuola e che ci sia un docente della materia o delle materie cui è titolare il primo collaboratore o i collaboratori, nell’organico potenziato. Solo con la legge 79/2022 è possibile, e dunque a partire da settembre 2022, per le istituzioni in reggenza, avere l’esonero del primo collaboratore anche in assenza del docente potenziato. “Riteniamo – conclude Favilla – che la norma che prevede la presenza necessaria del docente potenziato della materia del collaboratore individuato dal Dirigente debba essere superato non solo per quelle istituzioni che sono in reggenza ma in modo capillare per tutte le scuole. Infatti non è detto che tra le discipline potenziate in un istituto ci sia un docente che abbia volontà nell’accettare tale incarico, è limitante anche per lo stesso Dirigente Scolastico. Ci sono poi alcune figure, come il docente di religione cattolica il quale non potrà mai ricevere la proposta del dirigente scolastico quale primo collaboratore con esonero dal servizio in quanto non è previsto il potenziamento dell’irc, seppur qualificato e con esperienza nell’organizzazione, se vuole potrà farlo aggiungendo tale gravoso impegno, con l’ordinario servizio in classe”.
Come è risaputo l’incarico di collaboratore del DS, nelle sue varie sfaccettature, da quello di vicepreside a coordinatore di classe, di plesso ecc., gravano sui fondi della scuola e sottratti alla progettualità a favore degli studenti e delle studentesse, degli alunni e delle alunne, dei bambini e delle bambine. Ma una scuola di qualità oggi non può rinnegare il contributo prezioso di alcuni colleghi, circa il 10% delle singole istituzioni scolastiche, si occupano concretamente dell’ avvio dell’anno scolastico, specialmente di fronte ad organici definiti talvolta al 70/80 % e che senza la presenza di validi collaboratori dello Staff del Dirigente Scolastico, diventerebbe di difficile gestione. Dunque è necessario trovare risorse definite nel tempo e che non vengano sottratte alla progettualità didattica ed educativa.
Chiedere dunque una natura giuridicamente e contrattualmente definita sarà uno degli obiettivi della FeNSIR che si pone come principio cardine della propria azione sindacale la valorizzazione della specificità di ciascun lavoratore della scuola e tra questi dei docenti del middle management.
Ufficio Stampa
FeNSIR
Aprea FI: c’è una doppia beffa molti idonei non vengono chiamati e raggiungere ruolo perché non sono stati previste graduatorie a scorrimento. Dobbiamo farla finita con questa storia delle cattedre vuote, tutti gli anni facciamo i “mea culpa” ma tutti gli anni siamo punto a capo” (https://www.youtube.com/watch?v=sEiGpwMBJqQ). Così si esprime Valentina Aprea all’incontro a distanza con i docenti sulle piattaforme del neo sindacato FeNSIR (Federazione Nuovi Sindacati Istruzione Ricerca) e sul gruppo facebook O.N.D.E. (organizzazione nazionale docenti e personale educativo).
I temi proposti per il confronto con l’on Aprea sono stati sostanzialmente due: la criticità delle graduatorie di merito, ancora non prodotte in diverse regione e le rettifiche avvenute lo scorso 1 settembre, gettando nello sconforto diverse decine di docenti che erano in attesa dell’assegnazione della sede.
La Segretaria Nazionale del Fensir – Sadoc, sindacato autonomo docenti, aderente alla Federazione, Roberta Granata ha sottolineato che “l’Amministrazione ha messo in atto un procedimento in autotutela non tutelando però coloro i quali si erano visti assegnare il ruolo in una provincia e avevano già effettuato la scelta della sede, sede che non è mai arrivata. Dietro questa scelta ci sono licenziamenti da altri lavori da parte dei vincitori e rinunce ad altri insegnamenti a far data dal 1 settembre, giorno in cui i 235 docenti individuati nello scorrimento per surroga dovevano ricevere la destinazione finale in una istituzione scolastica, di questi sono stati soddisfatti circa un centinaio, i rimanenti sono rimasti fuori dal tempo indeterminato”
L’On. Aprea ha appreso durante la trasmissione dell’increscioso accaduto e ha anche dichiarato l’impossibilità di poter procedere anche con una semplice interrogazione parlamentare affinché si potesse chiedere al Ministero quale soluzione mettere in atto. La stessa onorevole poi non ha esitato a consigliare agli esclusi di procedere per via giudiziaria.
Giuseppe Favilla, segretario Generale della FeNSIR, sottolinea con forza, che simile comportamento dell’amministrazione non è stato dannoso per i docenti coinvolti che si metterà in atto una procedura di tutela del diritto di tutti coloro i quali sono stati destinatari dell’assegnazione della provincia di vedersi riconosciuto quanto loro destinato.
Sulla Scuola inoltre Valentina Aprea ha tracciato un percorso politico per la realizzazione della stabilizzazione dei docenti “che svolgono tutti i ruoli al pari dei docenti di ruolo ma che non sono poi alla fine assunti nei ruoli”. Non esita a sottolineare il lavoro svolto per la formazione iniziale così come prevista dalla legge 79/2022 (DL 36) nonché della formazione continua, ma al contempo sottolinea che “non ci potrà essere mai vera attuazione finché non si metta un punto fermo riguardo l’assunzione di centinai di migliaia di docenti precari”. Traccia anche dei percorsi di stabilizzazione a tempo indeterminato prevedendo assunzione di tutti coloro che sono abilitati, ma anche coloro i quali hanno svolto gli ultimi anni di servizio senza demerito, poi li formiamo, e li valutiamo per l’immissione in ruolo, quindi io sono assolutamente per evitare questa falsa selezione di merito, dove si dice che tutti devono fare i concorsi e poi sappiamo che concorsi sono stati fatti ultimamente e soprattutto non possiamo prescindere dai tempi di lezione e dagli anni scolastici che si susseguono”. Conclude Aprea: “ricordate dobbiamo fare un’alleanza, per l’innovazione, per la qualità e per la motivazione e siccome tutto questo passa dalla serenità soprattutto dai posti, dunque è necessario prima di tutto stabilizzazione, secondo attenzione alle modalità del rinnovo contrattuale e alle attività a favore dell’insegnamento…”
Il Segretario della Fensir, Favilla, sottolinea positivamente l’intervento volto alla soluzione del precariato nella scuola, “ma anche la necessità che l’amministrazione diventi efficiente nella sua azione. Ad oggi non sono state pubblicate le graduatorie di merito per l’assunzione in ruolo, come in Sardegna e in Sicilia, ma nemmeno si è ancora dato il via all’assunzione a tempo determinato dalle GPS, a pochi giorni dall’avvio delle lezioni”.
Roberta Granata, segretaria del Fensir-SADOC, sottolinea come l’aspetto economico e la stabilità lavorativa debba essere garantita al pari di ogni altra riforma organica della scuola, con l’assunzione in tempi certi e modalità chiare e trasparenti e procedure, che in una volta messe in atto, debbano essere portate a termine correttamente e senza produrre un danno al lavoratore.
Ufficio Stampa
FeNSIR – SADOC
Abolizione dell’ora di religione, Piacente, la solita propaganda politica in prossimità delle elezioni politiche.
Favilla, conferma della cecità di quella politica che non fa bene al paese? Saranno i posteri a giudicare.
Non passano inosservate le affermazioni di talune nuove “forze” politiche riguardo le proposte per la scuola del proprio partito o coalizione.
“Come al solito, in prossimità delle elezioni politiche, afferma l’Avv. Attilio Piacente, segretario nazionale del FeNSIR-SAIR, ecco che spuntano fuori discorsi e proposte di legge acchiappavoti, o acchiappa visibilità, e non si può non far notare la prima cosa: mancanza di rispetto dei lavoratori! E già, perché Irc si o Irc no, bisogna sempre ricordarsi che si tratta di persone, ormai quasi tutti laici, lavoratori, laureati e specializzati in una materia che si è confermata quale disciplina formativa, orientata e basata sul rispetto dell’”altro”, perché le diversità culturali sono una ricchezza per qualsiasi paese civilizzato!
Ed allora questi politici mostrano tutta la loro “fragilità” culturale e a volte anche la loro vera e propria ignoranza (nel senso che non sanno come funziona l’ora di religione, ma ne parlano!) allorché “dimenticano” che sia nella scuola dell’infanzia che nella primaria, nonché nella secondaria di primo e secondo grado, tale ora è sempre facoltativa e l’istituto di avvalersi o meno esiste ormai da quarant’anni. Ignorano che la percentuale più alta si raggiunge proprio in tali fasce di età (infanzia, primaria e secondaria di primo grado), il che significa che le famiglie “gradiscono” che i loro figli frequentino l’ora di Irc.
Favilla, segretario generale della Federazione Nuovi Sindacati Istruzione e Ricerca, non lascia perdere l’occasione per sottolineare come la proposta di abolire l’IRC nel primo ciclo non fa altro che dimostrare che qualche cosa non va per il giusto verso. Non si ha contezza nemmeno dei numeri che ci stanno dietro, uomini e donne, laiche e laici che con l’IRC non solo hanno portato nella scuola la passione per l’insegnamento e lo dimostrano i dati percentuali degli avvalentisi, ma anche che sono dei lavoratori, migliaia di lavoratori, parliamo di 18000 docenti del primo ciclo, con rispettive famiglie a cui ognuno di loro deve garantire serenità. Inoltre di questi 18000 oltre 11000 sono ancora con un contratto a tempo determinato. Che fine farebbero? Certe affermazione non forse conferma di quella politica che non fa bene al Paese? Saranno i posteri a giudicare, conclude Favilla.
Conclude Piacente: “Ed allora, prima di tutto il rispetto per questi lavoratori che come me hanno dovuto aspettare più di 20 anni per essere di ruolo, o che nonostante insegnino da diversi anni (10,15), ancora non lo siano! Vista e considerata la proposta di legge di riforma della scuola, nel programma politico di Possibile, la formazione politica di Civati e Brignone, oggi come oggi, 19 agosto 2022 mi verrebbe voglia di lanciare una provocazione: ma perché non rendere tutte le materie scolastiche, al pari dell’Irc, facoltative?
Ufficio Stampa
FeNSIR-SAIR
Le GPS hanno il compito di assegnare al personale precario le cattedre libere a docenti che liberamente,
presentando la domanda entro il termine del fissato dall’Amministrazione che, come sappiamo, per
quest’anno è il 16 agosto alle 14.
Ebbene una particolare categoria di precari, quali i docenti di religione cattolica, il cui reclutamento è
“normato” da regole diocesane del tutto differenti da quelle Statali, si trovano nella condizione di dover
rinunciare alla possibilità di ricevere un contratto, di qualsiasi tipologia, posto comune o sostegno oppure
della classe di concorso per cui si ha titolo e si è inseriti, per un tuffo in quello che non sempre è una
certezza la possibilità di un incarico annuale quale docente di religione.
Le diocesi, in modo difformemente l’una dall’altra, comunicano la conferma dell’incarico o il suo
conferimento in momenti diversi e sovente avviene dopo il 16 agosto e qualcuna anche gli ultimi giorni. “È
vero, non si tratta di un numero spropositato di docenti che si trovano ad affrontare la scelta, ma è
comunque giusto dare la possibilità, anche a questi colleghi – spiega Attilio Piacente neo segretario
nazionale del Nuovo SAIR, Sindacato Autonomo Insegnanti di Religione aderente alla Fe.N.S.I.R.
Federazione Nuovi Sindacati Istruzione e Ricerca – di poter ottenere un incarico annuale. È la condizione
dei nuovi incaricati o di coloro i quali si trovano in fondo alle liste diocesane, da poco conclusi gli studi.
Crediamo che sia giusto lasciare loro la possibilità di ricevere, nel caso un contratto a tempo determinato
eventualmente per una classe di concorso o posto dalle Graduatorie Provinciali delle Supplenze”.
La norma che prevede l’esclusione dalla possibilità di ricevere una proposta successiva di un contratto al 31
agosto o al 30 giugno, oppure di optare per spezzoni superiore alle 6 ore, utili anche al completamento ore
cattedra, eventualmente in caso di destinati di uno spezzone di religione, di fatto è una norma che
penalizza molto i docenti di religione all’inizio della loro carriera. “Si potrebbe chiedere alla CEI di
uniformare le procedure di conferma e conferimento nomine entro il mese di luglio?” Si domanda Favilla,
adesso Segretario Generale della Fe.N.S.I.R. e docente di religione, “Sì, ma è anche vero che passare da un
sistema discrezionale qual è quella delle modalità di assegnazione delle ore di religione a quello di una
procedura unitaria la vedo difficile in tempi brevi”
“Di certo – conclude Favilla – sarebbe bastato aggiungere poche righe riguardo a ciò nell’ordinanza
112/2022 considerando anche questa categoria di lavoratori, scrivendo chiaramente della possibilità di non
essere esclusi da incarichi al 31/08 o al 30/06 proveniente dalla successiva chiamata da Graduatoria di
Istituto. Sappiamo benissimo che spesso le situazioni personali dei docenti di religione cambiano al di là
della propria volontà e la rinuncia a priori, di fatto, sembra un’ulteriore punizione”
L’ufficio legale del SAIR propone di inviare comunque una comunicazione in carta libera all’ufficio scolastico
provinciale in cui si è inserti in GPS per altro insegnamento, in cui si comunica che per l’anno scolastico
2022/23 si è intenzionati ad accettare un Incarico di Religione cattolica, chiedendo contestualmente di non
essere esclusi dalla possibilità di conferimento di eventuali cattedre da Graduatorie di Istituto o spezzoni
pari o superiori a 7 ore, trovandosi nella posizione particolare di incaricato annuale e magari nell’incertezza
del conferimento o conferma dell’incarico di religione.
Ufficio Stampa
Come è noto il 16 Agosto prossimo terminerà la finestra per poter optare la scelta delle sedi di servizio per il personale precario. Quello che più stupisce non è il fatto che tutto avvenga sempre in concomitanza in periodi caldi e che dovrebbero essere dedicati al recupero psico-fisico, a ciò ormai si è abituati ed è ormai consuetudine che tutta l’attività della scuola, e per i precari in modo specifico, si concentrano nel mese di agosto, ma quello a cui non ci si abitua è il caos che puntualmente si verifica. Considerate le modalità telematiche con cui ormai il personale della scuola è costretto ad operare le scelte, sarebbe stato sufficiente indicare tale priorità direttamente con la presentazione del rinnovo delle GPS, con la possibilità di modificare tali priorità o le scuole successivamente in un tempo ridotto, tanto più che le disponibilità effettive delle cattedre o spezzoni disponibili viene pubblicata successivamente. Oppure ritornare alla vecchia modalità della scelta in presenza? Potrebbe essere una possibilità al fine di evitare errori nell’attribuzione delle sedi. E sono proprio gli errori presenti nelle graduatorie che devono essere corretti e ci si stupisce come un semplice calcolatore possa attribuire a caso i punti, evidentemente i bug sono talmente tanti ancora da risolvere che ci si domanda se non sia il caso di rivedere l’intero impianto del reclutamento tramite graduatorie provinciali per le supplenze
“La Federazione Nuovi Sindacati Istruzione e Ricerca (Fe.N.S.I.R.), attraverso le sua struttura autonoma, S.A.DOC. (Sindacato Autonomo Docenti) afferma il Segretario Generale appena eletto, Giuseppe Favilla, darà il supporto necessario a tutto il personale che ne fa richiesta. Vigilerà sul corretto scorrimento delle graduatorie e porrà in essere tutte le tutele giuridiche necessarie affinché venga rispettato il diritto di ciascuno a vedersi riconoscere un contratto, seppur a tempo determinato, ma corrispondente in modo corretto al proprio punteggio e posizione in graduatoria”.
“Siamo convinti – continua Favilla – che l’unica soluzione al “balletto” delle supplenze sia mettere in atto procedure semplificate di reclutamento a tempo indeterminato e su tutti i posti disponibili con il concreto superamento tra l’organico di diritto e quello di fatto, specialmente in presenza di cattedre strutturalmente attive nelle scuole. Anche in questo caso, sarà nostro impegno il superamento di tutto il precariato della scuola, nel rispetto delle specificità legislative di ciascuna categoria”.
L’Ufficio Stampa