IRC in Lombardia: 315 docenti esclusi, errori nelle graduatorie e sindacati storici complici
Il Decreto USR Lombardia n. 1847 del 27 agosto 2025 avrebbe dovuto avviare la stabilizzazione degli insegnanti di religione cattolica della scuola dell’infanzia e primaria. Invece, ancora una volta, ci troviamo di fronte a un atto che approva solo le graduatorie, così come è avvenuto lo scorso 10 luglio per la secondaria, ma che rinvia parte delle assunzioni a data da destinarsi.
Il contingente era chiaro: 488 posti per infanzia e primaria, 445 per la secondaria. Con il DM n. 144 del 18 luglio 2025 erano stati aggiunti ulteriori posti, pari a 165 per l’infanzia e primaria e 150 per la secondaria, per un totale di 315 posti aggiuntivi. Eppure, la Lombardia è rimasta l’unica regione in cui questi numeri non sono stati recepiti in un decreto operativo. Un atto che, come ricorda la Fensir – il sindacato autonomo che ha contestato duramente il ritardo – “poteva essere fatto in 5 minuti con qualsiasi intelligenza artificiale, se quella umana non era in grado di elaborare un semplice calcolo proporzionale dei posti per diocesi”.
Errori clamorosi nelle graduatorie
Non bastasse il rinvio, le graduatorie pubblicate dall’USR Lombardia presentano errori madornali. Non solo l’attribuzione indebita di 4 punti per l’anno scolastico 2023/24, escluso dal bando, ma anche 4 punti sottratti ingiustamente a causa di un errore nella convalida dei titoli, frutto di un decreto mal formulato e rettificato in corsa. A questo si sommano calcoli sbagliati dei titoli culturali e il mancato rispetto delle precedenze previste.
Errori che alterano pesantemente le posizioni in graduatoria, danneggiando in particolare i candidati collocati nelle zone di confine tra assunzione certa e attesa.
La divisione illegittima di infanzia, primaria e secondaria
Non solo la secondaria. Le graduatorie lombarde, pubblicate il 10 luglio scorso, sono state suddivise per gradi scolastici (medie e superiori), in aperta violazione della legge 186/2003, che prevede due soli ruoli: da una parte infanzia e primaria, dall’altra tutta la secondaria. Una scelta amministrativa arbitraria, senza base normativa, che apre la porta a ricorsi e contenziosi.
Lo stesso errore si ripete anche per l’altro settore formativo: infanzia e primaria. Invece di essere trattate come un unico settore, con una sola graduatoria, sono state suddivise, creando ulteriore confusione e contravvenendo ancora una volta al quadro legislativo.
La denuncia dei sindacati autonomi
A denunciare con forza questa situazione sono la Fensir, attraverso il segretario generale nazionale Giuseppe Favilla, e il sindacato federato SAIR – Sindacato Autonomo Insegnanti di Religione, guidato da Mariangela Mapelli.
Favilla è netto: “Gli errori possono capitare – per distrazione, stanchezza, mancanza di chiarezza o fretta – ma quando emergono devono essere corretti. Invece qui non si è fatto nulla. E siamo di fronte all’unica regione d’Italia che non ha ancora applicato il DM 144/2025, nonostante sia un atto semplice e doveroso. La Lombardia si professa regione efficiente, ma in questo caso lascia tutti sbigottiti”.
Durissima anche Mariangela Mapelli, che denuncia la leggerezza con cui gli errori sono stati pubblicati sul sito ministeriale e nella piattaforma riservata: “Non solo i titoli sono stati valutati male, ma neppure è stata data la possibilità di correggere gli errori: meno di 12 ore dopo la pubblicazione della valutazione dei titoli culturali e di servizi, le graduatorie definitive erano già online, piene di sbagli che non possono essere ignorati e sottovalutati in quanto determinano l’effettivo diritto al ruolo. Chi si trova in alto in graduatoria ha una certezza di assunzione, ma chi è al confine del contingente assegnato rischia non solo di restare escluso, ma anche di subire revoche e spostamenti successivi”.
Il ruolo dei sindacati storici
Di fronte a questo scenario, colpisce ancora una volta il silenzio dei sindacati storici, in particolare di quello che da trent’anni si proclama “l’unico sindacato dei docenti di religione” – anche se ormai non è più così. Forte solo della sua rappresentatività riflessa, si è dimostrato incapace di difendere i lavoratori, di pretendere il rispetto del DM 144/2025 e di reagire agli errori macroscopici delle graduatorie.
Mentre Fensir e SAIR denunciano pubblicamente le omissioni, i sindacati “rappresentativi” si limitano a difendere la propria posizione, senza ottenere ciò che è legittimamente previsto per i docenti di religione in tutta Italia. Ancora una volta, la loro inerzia diventa complicità.
Oggi 315 docenti – 165 della primaria e 150 della secondaria – restano esclusi dal ruolo, vittime di rinvii, errori e di un’amministrazione incapace di garantire trasparenza. Ma vittime anche di un sindacato che da trent’anni vive di autocelebrazione e numeri ereditati, senza più capacità di conflitto.
Il tempo delle rendite di posizione è finito. Serve una svolta, servono nuove forze e nuove strategie. Perché il sindacato non può essere una vetrina, ma deve tornare ad essere strumento di tutela. E oggi, in Lombardia, di tutela vera non si vede traccia.









