Mese: Giugno 2025

Pubblicato dal MIM l’Avviso sulle modalità di rinuncia alle domande di riconoscimento dei titoli di sostegno conseguiti all’estero

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ha pubblicato in data 5 giugno 2025 l’Avviso n. 21907, che disciplina ufficialmente la procedura per la rinuncia alle domande di riconoscimento dei titoli di specializzazione sul sostegno conseguiti all’estero. Tale provvedimento si inserisce nell’ambito delle attività di riordino e regolamentazione delle numerose richieste pervenute negli ultimi anni, soprattutto a seguito del consistente ricorso a percorsi abilitanti in altri Stati europei.

Contesto normativo e finalità

La crescente diffusione di percorsi formativi svolti all’estero da parte di cittadini italiani – in particolare per la specializzazione sul sostegno didattico agli alunni con disabilità – ha generato un notevole carico amministrativo per il MIM, incaricato di valutare l’equivalenza dei titoli ai fini dell’insegnamento nella scuola italiana.

Non tutti gli interessati, però, intendono proseguire con la richiesta. Alcuni, ad esempio, hanno abbandonato il progetto professionale, altri non sono riusciti a produrre la documentazione conforme, altri ancora si sono resi conto della non equipollenza dei percorsi. Per questa ragione, il Ministero ha definito una procedura chiara e uniforme per la rinuncia formale alla propria istanza.

L’obiettivo dell’Avviso è dunque duplice: alleggerire i tempi e i carichi di lavoro per l’amministrazione e consentire ai richiedenti di chiudere formalmente una pratica non più di loro interesse, nel rispetto della normativa vigente.

Cosa prevede l’avviso

L’Avviso n. 21907 specifica nel dettaglio:

  • Chi può rinunciare: tutti i soggetti che, alla data della pubblicazione, abbiano già inoltrato una domanda di riconoscimento del titolo estero di specializzazione sul sostegno.
  • Quando presentare la rinuncia: a partire dal 5 giugno 2025. Le eventuali comunicazioni di rinuncia trasmesse prima di questa data non saranno considerate valide, per cui i soggetti interessati devono ripresentare la domanda secondo le modalità aggiornate.
  • Come presentare la rinuncia: la rinuncia deve avvenire in forma scritta e deve essere inviata all’indirizzo PEC del Ministero indicato nell’avviso. La dichiarazione deve contenere:
    • dati anagrafici del richiedente,
    • riferimenti alla domanda originaria (protocollo, data, titolo estero per cui è stato richiesto il riconoscimento),
    • dichiarazione esplicita di volontà di rinuncia irrevocabile.

Il MIM potrà successivamente notificare l’avvenuta archiviazione della domanda.

Conseguenze della rinuncia

La rinuncia ha effetti definitivi. In particolare:

  • la domanda di riconoscimento non verrà più presa in considerazione;
  • non sarà più possibile utilizzare quel titolo per accedere a concorsi, graduatorie o assunzioni nella scuola italiana;
  • la rinuncia non comporta sanzioni e non preclude la possibilità di presentare, in futuro, nuove istanze relative a titoli differenti (se correttamente conseguiti).

Importanza per il sistema scolastico

Questa misura ha una duplice valenza: da un lato, permette di snellire l’enorme mole di pratiche pendenti presso gli uffici del Ministero; dall’altro, assicura maggiore trasparenza e legalità nel processo di reclutamento degli insegnanti specializzati sul sostegno.

Va ricordato che negli ultimi anni si è assistito a un aumento esponenziale di richieste di riconoscimento per titoli ottenuti in altri paesi UE, spesso con percorsi ritenuti non conformi agli standard italiani. Il MIM ha pertanto intensificato i controlli e ha avviato numerose verifiche in collaborazione con le autorità estere competenti.

Dove trovare l’avviso e ulteriori dettagli

Il testo completo dell’Avviso è disponibile sul sito ufficiale del Ministero dell’Istruzione e del Merito, nella sezione dedicata al riconoscimento dei titoli esteri:

Per ulteriori chiarimenti o invio della dichiarazione, si raccomanda di consultare attentamente l’avviso e utilizzare esclusivamente l’indirizzo PEC istituzionale riportato nella comunicazione ufficiale.

Scuola, Università e Ricerca: la nuova legge che accelera il PNRR. Tutte le misure della conversione del Decreto-Legge n. 45/2025

Roma, 4 giugno 2025 – È stata approvata in via definitiva la legge di conversione del decreto-legge 7 aprile 2025, n. 45, che introduce un articolato pacchetto di norme per dare piena attuazione a varie riforme previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), con particolare focus su istruzione, ricerca, edilizia scolastica, assunzioni e semplificazioni operative. Il provvedimento, presentato dalla Presidenza del Consiglio insieme ai Ministeri dell’Istruzione e del Merito, dell’Economia, degli Affari europei e del Turismo, è stato convertito in legge il 3 giugno 2025, entrando in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Vediamo, punto per punto, i principali contenuti e le finalità della nuova legge.


📘 Riforma degli istituti tecnici e riordino degli ordinamenti scolastici

Tra le misure centrali del provvedimento rientra l’avvio della riforma strutturale degli istituti tecnici, parte integrante della Riforma 1.1 della Missione 4, Componente 1 del PNRR. Si interviene sugli ordinamenti didattici, sul numero massimo di classi autorizzabili, e sulle finalità formative, con un rafforzamento dell’orientamento verso il lavoro e le competenze digitali.

Art. 1, comma 1, lettera b, capoverso Art. 26-bis
“A decorrere dal medesimo anno scolastico il numero complessivo delle classi della scuola secondaria di secondo grado non può essere superiore a quello delle classi presenti nell’anno scolastico 2023/2024.”

L’intervento ha anche un impatto finanziario: si punta a una maggiore efficienza nella spesa, pur tutelando la qualità dell’offerta formativa e promuovendo un maggiore raccordo tra scuola e mondo del lavoro.


🎓 Ricerca e università: i nuovi contratti per post-doc e ricercatori

Grande attenzione viene rivolta al mondo accademico, con l’introduzione di due nuove figure contrattuali:

  1. Incarichi post-doc: rivolti a dottori di ricerca, per attività di ricerca, didattica e “terza missione”.
  2. Incarichi di ricerca: destinati a giovani in possesso di laurea magistrale da non più di sei anni, sotto la supervisione di un tutor.

Entrambe le figure hanno una durata massima di tre anni (anche non continuativi), retribuzione minima garantita e non costituiscono titolo preferenziale per l’assunzione nei ruoli universitari, pur costituendo un’esperienza riconosciuta nel percorso scientifico.

Art. 22-bis, comma 2
“Gli incarichi post-doc hanno durata almeno annuale e possono essere prorogati fino alla durata complessiva di tre anni […] derogabili solo per programmi di ricerca dell’Unione europea.”

Art. 22-ter, comma 3
“Sono esclusi dalle selezioni coloro che hanno fruito di contratti di cui all’articolo 24 della presente legge, nonché il personale di ruolo assunto a tempo indeterminato.”


🧱 Edilizia scolastica: più fondi e procedure semplificate

La legge incrementa in modo strutturale i fondi per l’edilizia scolastica, con uno stanziamento straordinario di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026, finalizzati alla messa in sicurezza degli edifici scolastici pubblici. Previsti inoltre strumenti di semplificazione per l’uso dei ribassi d’asta e per l’autorizzazione delle varianti in corso d’opera nei progetti finanziati dal PNRR.

Art. 3-quater, comma 1-ter
“È ammesso l’utilizzo dei ribassi d’asta per adeguare i progetti al principio del non arrecare un danno significativo all’ambiente (DNSH), laddove indispensabile alla rendicontazione.”

Un decreto ad hoc disciplinerà inoltre le modalità dei controlli a campione sugli interventi finanziati.


🧑‍🏫 Docenti e dirigenti: nuove regole per reclutamento e mobilità

Significative le novità per il personale scolastico:

  • Graduatorie concorsuali integrate e prorogate fino al loro esaurimento;
  • Mobilità straordinaria dei dirigenti scolastici con accesso al 100% dei posti disponibili su base regionale;
  • Riformulazione delle procedure di abilitazione e dei concorsi;
  • Avvio di un nuovo ciclo di abilitazione scientifica nazionale (ASN) con l’introduzione del sesto quadrimestre (luglio-novembre 2025).

Art. 2, comma 4-bis
“I vincitori dei concorsi che conseguono l’abilitazione entro il 31 dicembre 2025 sono assunti a tempo indeterminato dalla data di conseguimento dell’abilitazione.”


💻 Digitalizzazione e competenze informatiche

Il decreto potenzia la didattica digitale e lo sviluppo delle competenze informatiche nelle scuole, intervenendo sull’art. 24-bis del DL 152/2021.

Art. 3-ter
“Si promuove, anche in via sperimentale, l’apprendimento di conoscenze informatiche e la comprensione dei concetti fondamentali dell’informatica.”


💳 Carta del docente e detassazione delle borse ITS

Rilevanti anche le modifiche alla Carta del docente:

  • Viene estesa anche ai contenuti audiovisivi;
  • Previsto un termine di 90 giorni per la trasmissione delle fatture da parte degli esercenti;
  • Continuano a valere, per l’anno 2024/2025, le modalità già in vigore.

Inoltre, le borse di studio ITS Academy diventano esenti da IRPEF a partire dal 2025.

Art. 10, comma 1-bis
“A decorrere dall’anno d’imposta 2025, sono esenti dall’imposta sul reddito delle persone fisiche le somme corrisposte a titolo di borse di studio […] agli studenti iscritti ai percorsi degli ITS Academy.”


🧮 Sostegno alle imprese che assumono ricercatori

Per incentivare l’occupazione giovanile altamente qualificata, è previsto un credito d’imposta di 10.000 euro per le imprese che, dal 1° luglio 2025 al 31 dicembre 2026, assumeranno dottori di ricerca o titolari di contratti da ricercatore.

Art. 3-septies
“Il credito d’imposta non concorre alla formazione del reddito né della base imponibile IRAP […] e può essere utilizzato in compensazione entro il 31 dicembre 2026.”


⚖️ Valutazione, governance e semplificazioni

La legge introduce misure specifiche per:

  • Potenziare l’INVALSI, anche in termini di risorse e struttura organizzativa;
  • Semplificare la governance dei progetti PNRR, inclusa la gestione dei flussi di cassa;
  • Adeguare la normativa sul riconoscimento dei titoli esteri e dei crediti formativi, anche in funzione della mobilità internazionale.

Il provvedimento convertito in legge rappresenta indubbiamente uno snodo cruciale per l’avanzamento delle riforme previste dal PNRR in materia di istruzione, università e ricerca. Le misure adottate puntano a rafforzare l’efficacia amministrativa, stimolare l’innovazione e la qualità didattica, nonché a favorire l’inserimento lavorativo dei giovani ricercatori. La direzione indicata dal Governo è quella di un sistema formativo più snello, moderno e orientato alla digitalizzazione, all’occupabilità e alla crescita del capitale umano.

Ma il giudizio, nel mondo sindacale, non è privo di riserve.

Giuseppe Favilla, segretario generale della FENSIR, esprime una posizione articolata, tra apertura e critica:

“Le nuove norme da una parte ci trovano favorevoli, dall’altra ci lasciano con tante domande. Innanzitutto i nuovi quadri orari degli insegnamenti nei tecnici, la questione della precarietà, l’equiparazione dei precari ai docenti di ruolo per quanto riguarda la formazione e l’accreditamento, non solo dei 500 euro annui ma anche il risarcimento ottenuto attraverso le sentenze passate in giudicato. Un ennesimo decreto della scuola che però non dà risposte concrete e risolutive, ma lascia sempre spazi che devono essere ripresi, studiati e forse anche cancellati e riscritti. Si rende necessaria una nuova stagione di lotte sindacali per l’ottenimento di uno stato di diritto, senza se e senza ma!”

Il decreto, dunque, è sì un passo concreto, ma non ancora risolutivo. Riformare l’istruzione non può prescindere da un impegno strutturale contro la precarietà e da una piena uguaglianza tra docenti di ruolo e precari. Secondo FENSIR, il tempo delle riforme tecnocratiche è finito: ora serve una nuova stagione di mobilitazione collettiva.

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