Il 17 giugno 2025, presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito, si è svolto un incontro di informativa sindacale con i sindacati rappresentativi incentrato sull’organico degli insegnanti di religione cattolica per l’anno scolastico 2025/2026.

Dall’analisi fornita, emerge un ulteriore ridimensionamento dei posti disponibili. Rispetto all’anno precedente, si registrano cali nei seguenti ordini scolastici: -39 posti nella scuola dell’infanzia, -113 nella primaria e -25 nella secondaria di primo grado. Solo nella scuola secondaria di secondo grado si prevede un lieve aumento, pari a +23 posti.

Il totale complessivo dei posti disponibili per il prossimo anno scolastico sarà di 23.792, così ripartiti:

  • Infanzia: 2.324 posti
  • Primaria: 10.502 posti
  • Secondaria di I grado: 4.187 posti
  • Secondaria di II grado: 6.779 posti

Come da normativa vigente, le dotazioni organiche regionali sono fissate nel limite del 70% dei posti complessivamente istituiti. Ciò si traduce, per l’anno scolastico 2025/2026, in un contingente di 16.654 unità, segnando una contrazione di 108 posti rispetto al 2024/2025.

Durante l’incontro, secondo indiscrezioni, si sarebbe anche discusso dell’attesa prova scritta del concorso ordinario per insegnanti di religione cattolica, il cui svolgimento sarebbe previsto intorno alla metà di luglio. Si auspica che queste informazioni vengano confermate ufficialmente a breve dal Ministero dell’Istruzione e del Merito.

A commentare la situazione è Mariangela Mapelli, segretaria del SAIR (Sindacato Autonomo Insegnanti di Religione), che ha dichiarato:

“Come era prevedibile, anche l’organico degli insegnanti di religione sta subendo quanto accade per gli altri insegnamenti. Il calo demografico, seppur in modo meno evidente su scala nazionale, inizia a farsi sentire, colpendo prima di tutto la scuola primaria. Al momento non ci sono motivi di allarme, ma è necessario avviare un percorso di stabilizzazione del personale IRC: mantenere il 30% dei docenti con contratto a tempo determinato non aiuta certo a risolvere il problema del precariato.”

Il calo delle nascite e la conseguente riduzione della popolazione scolastica continuano dunque ad avere ricadute anche sul personale docente di religione, rafforzando la necessità di una strategia a lungo termine per garantire continuità didattica e tutela occupazionale.

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