Tra temperature da record e carichi di lavoro ingestibili, il personale amministrativo chiede rispetto. Fensir – SAATA (Sindacato Autonomo ATA): “Non siamo carne da macello: vogliamo dignità e diritti”

Mentre i corridoi delle scuole si svuotano e i riflettori si spengono sul mondo della didattica, c’è un esercito silenzioso che continua a lavorare nell’afa soffocante dell’estate italiana: il personale amministrativo delle segreterie scolastiche. Uffici che si trasformano in forni, termometri che segnano stabilmente 35-37 gradi, postazioni di lavoro obsolete, ventilatori guasti e finestre spalancate che lasciano entrare solo aria rovente. “Abbiamo la sensazione di essere completamente abbandonati,” denuncia un’assistente amministrativo di Roma. “In queste condizioni non si riesce a lavorare, si rischia di sentirsi male ogni giorno.” Eppure le scadenze burocratiche non si fermano: graduatorie, iscrizioni, contabilità, pagamenti. Tutto si accumula nei mesi estivi, quando l’organico è ridotto dalle ferie. “Ci trattano come automi, come ingranaggi usa e getta,” accusa un assistente amministrativo. In questo quadro desolante, risuonano come uno schiaffo le dichiarazioni di Antonio Naddeo, presidente dell’Aran, che di recente ha ribadito “l’importanza di valorizzare il personale amministrativo e riconoscerne la professionalità”. Parole vuote e scollegate dalla realtà. Perché di riconoscimento concreto non si vede traccia. “Non ci basta sentirci dire che il nostro lavoro è prezioso,” incalza il prof. Giuseppe Favilla, Segretario Generale del Fensir. “Se davvero fosse prezioso, si sarebbe già fatto qualcosa: interventi strutturali per climatizzare le sedi, rafforzare gli organici e garantire tutele minime. Ma finora abbiamo assistito solo a promesse di facciata.” E invece nulla. Nessun piano straordinario per l’adeguamento climatico, nessuna apertura seria al lavoro agile che in altre amministrazioni pubbliche è ormai prassi consolidata, nessuna settimana corta per limitare l’esposizione al caldo. “Ci obbligano a presidiare uffici deserti, con pratiche che potremmo tranquillamente gestire da remoto,” denuncia Favilla. “È una forma di ottusità burocratica e di disprezzo per la salute delle persone.” A tutti i dirigenti scolastici e ai politici che siedono nei palazzi del potere: abbiate il coraggio di guardare in faccia la realtà. Venite nei nostri uffici, passateci anche solo un’ora nel primo pomeriggio, respirando quest’aria irrespirabile e toccando le tastiere incandescenti. Solo così capirete che qui non si tratta di “disagi”, ma di condizioni di lavoro indegne e pericolose. Fensir e il Sindacato Autonomo ATA, per voce del loro Segretario Generale, lanciano un appello chiaro: “Non si può più ignorare chi manda avanti la macchina amministrativa della scuola. Non ci servono passerelle o dichiarazioni di circostanza. Pretendiamo risposte immediate:

climatizzatori funzionanti in ogni istituto, smart working garantito per tutte le attività compatibili, settimana corta estiva per tutelare la salute, organici finalmente adeguati al carico di lavoro.”

“Se qualcuno pensa che il personale ATA sia invisibile o sacrificabile – conclude il prof. Favilla – si sbaglia di grosso. Abbiamo dimostrato in pandemia di essere essenziali, e lo siamo ogni giorno dell’anno. Adesso diciamo basta: non resteremo in silenzio mentre si calpestano la nostra salute e la nostra dignità. Se non arriveranno risposte concrete in tempi rapidi, siamo pronti a mobilitarci e a denunciare pubblicamente questa situazione in ogni sede possibile. La misura è colma.”

Fensir-SAATA annuncia che, in assenza di interventi immediati, nelle prossime settimane organizzerà:

una campagna nazionale di informazione e denuncia sui media e sui social, raccolta firme e petizioni popolari per chiedere il diritto allo smart working estivo,giornate di mobilitazione e presidi davanti agli Uffici Scolastici Regionali e al Ministero dell’Istruzione, ricorsi e segnalazioni agli organi di vigilanza sulla sicurezza dei luoghi di lavoro.

“Non ci fermeremo finché non avremo ottenuto rispetto e tutele concrete,” conclude il prof. Favilla. “Siamo pronti a portare questa battaglia in ogni sede istituzionale e a far sentire la voce di chi da troppo tempo viene trattato come un numero.”

Segreteria Fensir-SAATA

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