Sono trascorsi ormai sessanta giorni dalla conclusione dell’anno scolastico 2024/2025, ma le risorse economiche destinate ai docenti tutor dell’orientamento e agli orientatori non risultano ancora accreditate sui conti delle istituzioni scolastiche.
Un ritardo che sta generando crescente malcontento tra i docenti coinvolti, che attendono da mesi il pagamento di un compenso maturato dopo un anno di intenso lavoro a supporto degli studenti nei percorsi di orientamento.

Un compenso importante, ancora bloccato

Il ruolo del tutor e dell’orientatore è stato introdotto con l’obiettivo di rafforzare il legame tra scuola e mondo del lavoro, accompagnando gli studenti nelle scelte formative e professionali. Si tratta di figure chiave del nuovo impianto orientativo previsto dal Ministero, che hanno dedicato tempo e professionalità a incontri, colloqui individuali, analisi dei profili e rapporti con le famiglie.

Tuttavia, a oggi, nonostante le attività si siano concluse regolarmente già a giugno, i fondi specifici per remunerare i tutor e gli orientatori non sono ancora stati trasferiti alle scuole.
Le segreterie, di conseguenza, non possono procedere alla liquidazione dei compensi, che in molti casi rappresentano un’integrazione economica significativa — anche di diverse migliaia di euro — a fronte di un impegno aggiuntivo rispetto al normale orario d’insegnamento.

Cresce l’esasperazione tra i docenti

In molte province, i tutor hanno espresso forte delusione per la mancanza di comunicazioni ufficiali e di tempistiche certe.
Il ritardo, spiegano diversi dirigenti scolastici, non dipende dalle scuole, ma dall’assenza dell’accredito dei fondi da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Ciò crea un corto circuito amministrativo che, ancora una volta, scarica sul personale scolastico le conseguenze di lentezze burocratiche e ritardi nei trasferimenti.

La posizione della FENSIR

La FENSIR – Federazione Nuovi Sindacati Istruzione e Ricerca ha annunciato che inoltrerà una formale diffida al Ministero dell’Istruzione e del Merito, chiedendo l’immediato sblocco delle risorse e il pagamento dei compensi ai docenti tutor e orientatori.
Secondo la Federazione, non è accettabile che, dopo due mesi dalla fine dell’anno scolastico, chi ha portato avanti con serietà e dedizione un progetto nazionale non abbia ancora ricevuto quanto dovuto.

La FENSIR ricorda che i fondi sono già stati stanziati e devono essere tempestivamente trasferiti alle scuole, per evitare ulteriori ritardi che rischiano di compromettere la credibilità delle politiche di orientamento e di demotivare i docenti impegnati nel progetto.

Dopo il PNRR: un futuro incerto per il progetto

Va ricordato che l’intero impianto del progetto di orientamento scolastico e la figura del tutor si fondano, almeno in questa fase, sui finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Tali risorse, tuttavia, sono a termine: una volta esauriti i fondi europei, al momento non esiste una chiara previsione di copertura strutturale a livello nazionale.
Ciò significa che, senza un rifinanziamento stabile da parte dello Stato, il progetto rischia di non avere continuità e di interrompersi proprio quando cominciava a produrre risultati positivi nelle scuole.

Gli investimenti sulla scuola, inoltre, continuano a essere limitati, come confermato anche dalle ultime previsioni della legge di bilancio, che non prevedono incrementi significativi per il personale né per l’ampliamento dei progetti didattici.
Il rischio concreto è che l’orientamento rimanga un’iniziativa temporanea, destinata a dissolversi con la fine dei fondi PNRR, anziché diventare una componente stabile del sistema educativo.

Una questione di rispetto e di responsabilità

Il lavoro dei tutor e degli orientatori rappresenta una delle innovazioni più significative introdotte nella scuola italiana negli ultimi anni.
Tuttavia, la mancanza di puntualità nei pagamenti e l’incertezza sul futuro del progetto rischiano di minarne il valore, generando sfiducia e scoraggiamento tra i docenti coinvolti.
Garantire la regolarità dei compensi e la continuità delle iniziative non è solo una questione amministrativa, ma un atto di rispetto verso chi ha contribuito a rendere concreto il nuovo modello di orientamento previsto dal Ministero.

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