Mese: Maggio 2023

Abbiategrasso, docente accoltellata da uno studente. Ora è tempo di dire veramente basta!

di Raffaele Vitucci

È successo mercoledì 29/05/2023, tutto è accaduto alle 8,10 durante la prima ora di lezione. Tutto si è svolto in pochi minuti.

L’ episodio è avvenuto all’Istituto Emilio Alessandrini di Abbiategrasso e protagonista di questa tragica vicenda, che per l’ennesima volta colpisce il mondo della scuola, è la  professoressa Elisabetta Condò di 52 anni, docente di italiano e storia nell’Istituto.

Dalle prime testimonianze e dalle prime ricostruzioni tutto è avvenuto nell’aula 2A al secondo piano: la docente stava passando tra i banchi, quando, è stata aggredita alle spalle con un pugnale con una lama di 20 centimetri, inoltre lo studente aveva anche una pistola a gas con la quale ha minacciato i compagni di classe intimando loro di uscire dall’aula.

Appena usciti dall’aula i compagni hanno lanciato l’allarme.

Sul posto sono subito arrivati i vari mezzi di soccorso del 118 insieme ai carabinieri, che inizialmente pensavano si trattasse di una sparatoria all’interno della classe. 

I carabinieri hanno fatto irruzione nell’aula e hanno trovato lo studente immobile sul fondo della stanza, con le mani incrociate sulla testa. Il pugnale sporco di sangue insieme alla pistola erano appoggiati sul banco, mentre il ragazzo sanguinava a causa delle ferite che si era procurato da solo con il coltello.

La collega è stata subito trasportata in ospedale di Legnano in codice giallo, in quanto ha riportato un taglio ad un braccio e una ferita alla testa. Anche lo studente è stato portato al San Carlo di Milano per le ferite riportate, successivamente è stato ricoverato nel reparto di neuropsichiatria dell’ospedale San Paolo di Milano.

Ma perchè si è arrivato a questo?

Il 16enne protagonista avrebbe alcuni problemi scolastici: quest’anno avrebbe preso 6 note disciplinari, di queste 6 quattro erano della prof che è stata aggredita, inoltre il ragazzo avrebbe ricevuto dalla docente un 5 al termine dell’interrogazione. 

I genitori, il giorno dopo, sarebbero dovuti andare a scuola per un colloquio con i docenti. 

Il preside dell’Istituto, Michele Raffaeli, non riesce a trovare una spiegazione a quanto accaduto: “Non ci sono evidenze particolari, non avevamo segnali. Ancora non sappiamo cosa possa essere scattato nella sua testa”.

Gli amici e i compagni di scuola descrivono lo studente come un ragazzo taciturno che prendeva anche buoni vuoti a scuola e che proviene da una famiglia senza problemi.

Elisabetta Condò è stata sottoposta a un intervento chirurgico al polso per la ricostruzione dei tendini e i medici hanno parlato di sei coltellate.

Dopo l’operazione la docente ha avuto solo la forza di dire “È stato lui, non me l’aspettavo”, a riferirlo è stato il marito della donna che ha aggiunto che “È ancora troppo scossa. Mia moglie non ha ancora la forza di parlare , è sotto anestesia.”

Sulla questione è intervenuto anche il Ministro Valditara che, attraverso un videomessaggio pubblicato sulla sua pagina Facebook, ha espresso solidarietà e vicinanza alla docente aggredita.

“Ho voluto esprimere la solidarietà e la vicinanza mia e del governo alla professoressa aggredita. Docente che ha fatto in modo esemplare il suo dovere, seguendo un ragazzo che già in passato aveva dimostrato alcune problematicità”, ha detto il Ministro dell’Istruzione che è andato in visita all’ospedale di Legnano dove è ricoverata la donna in codice giallo. “Voglio cogliere l’occasione perché si rifletta sull’introduzione dello psicologo a scuola, soprattutto in un momento difficile. Anche a seguito dell’emergenza Covid, il disagio psicologico dei ragazzi nelle scuole è aumentato in modo significativo”, ha concluso Valditara.

Quanto accaduto si aggiunge ai frequenti casi di cronaca scolastica che hanno come protagonisti i docenti, vittime di aggressioni verbali e non sia da parte degli studenti ma anche da parte dei genitori, alcune volte legate a futili motivi tipo quelli legati all’uso del cellulare in classe.

Tutto si svolge in un contesto dove i docenti vengono messi alla gogna, ma sono chiamati anche a difendersi. 

La questione è complessa perché entrano in gioco non solo gli aspetti legati al rendimento scolastico, ma si estende anche alla questione psicologica.

Quando siamo davanti a questi fatti di cronaca che tingono di nero la scuola, quello che dovrebbe essere il luogo di formazione sia del sapere, ma anche della persona si legge subito “questi sono gli anni più difficili” collegati agli anni della pandemia. 

Ma non basta. 

Oggi, alla luce dell’ennesimo caso di violenza nei confronti del personale docente c’è bisogno di ricordare o di memorizzare alcuni aspetti legali. 

In merito abbiamo la nota dell’8 febbraio del 2023( prot. n.15184) del Ministro Valditara che ha proprio per oggetto “Episodi di violenza nei confronti degli insegnanti e del personale scolastico”

Sul piano della responsabilità penale occorre fare riferimento all’art. 341 bis del Codice Penale che così recita: “Chiunque, in luogo pubblico o aperto al pubblico e in presenza di più persone, offende l’onore ed il prestigio di un pubblico ufficiale mentre compie un atto d’ufficio ed a causa o nell’esercizio delle sue funzioni è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni (…). Ove l’imputato, prima del giudizio, abbia riparato interamente il danno, mediante risarcimento di esso sia nei confronti della persona offesa sia nei confronti dell’ente di appartenenza della medesima, il reato è estinto”. Bisogna chiarire, però, che l’estinzione del reato opera in presenza di un possibile risarcimento del danno e che detto risarcimento deve essere diretto non solo al soggetto passivo, ma anche all’ente cui questo appartiene, nel caso specifico il Ministero dell’istruzione e del merito.Sempre sul piano della responsabilità penale, laddove siano state provocate lesioni in seguito a percosse o violenza fisica, viene applicato il dispositivo dell’art. 590 Codice Penale: “Chiunque cagiona ad altri per colpa una lesione personale è punito con la reclusione fino a tre mesi o con la multa fino a euro 309. Se la lesione è grave la pena è della reclusione da uno a sei mesi o della multa da euro 123 a euro 619, se è gravissima, della reclusione da tre mesi a due anni o della multa da euro 309 a euro 1.239. (…)”.

Il Ministero, inoltre, intende ricondurre il trattamento di questi casi di violenza , sempre più frequenti, alla competenza del patrocinio mediante la diretta rappresentanza dell’Avvocatura dello Stato. Per questo viene richiamato l’articolo 44 del Regio decreto 30 ottobre 1933, n. 1611  che disciplina la diretta rappresentanza dello Stato mediante l’Avvocatura generale. Quindi, secondo le indicazioni del Ministro dell’istruzione e del merito, ogni qual volta si verifichino le condizioni, l’Avvocatura dello Stato assumerà la rappresentanza e la difesa di un dipendente dello Stato.

In conclusione oggi c’è bisogno di attuare a pieni ritmi questa tutela nei confronti dei docenti.

Il docente nella scuola vuole sentirsi al sicuro, vuole svolgere le sue lezioni senza la paura di poter diventare protagonista di un’aggressione.  

Il docente vuole svolgere il suo lavoro senza la paura di essere minacciato, vuole poter dare un voto negativo senza che la situazione gli si rivolga contro, perché il docente ha a cuore la formazione scolastica e personale di ogni singolo studente a lui affidato.

17 mila docenti chiedono il trasferimento dalla Lombardia: scelta o costrizione?

di Raffaele Vitucci

Mercoledì 24 maggio sono stati pubblicati i dati inerenti alla mobilità del personale docente ed emerge un dato significativo ovvero che 17000 docenti della Lombardia hanno chiesto il trasferimento in altre Regioni. 

17 mila non è il numero dei partecipanti ad un concerto, non è il numero di coloro che hanno preso parte ad una manifestazione, ma 17 mila sono i docenti che hanno scelto di lasciare quella Regione che per anni o mesi è stata la loro casa.

Un dato che attesta ed evidenzia una situazione preoccupante, un dato che si collega alle ultime proteste degli studenti universitari fuori sede.

La maggior parte dei trasferimenti hanno come meta il sud, ma tutto questo perché?

La risposta è semplice: il capro espiatorio è stato trovato, la motivazione di questo numero elevato di richieste è il carovita che colpisce la Lombardia, in particolar modo la città ambrogina e meneghina. 

Il costo della vita ormai risulta essere troppo elevato, pensiamo agli affitti dove a Milano anche per una semplice stanza singola, tra l’altro in zone molto periferiche, ti ritrovi a pagare 600/700€ al mese, se sei fortunato altrimenti ti dovrai accontentare di un posto letto in una camera condivisa con uno sconosciuto.

A questo vanno aggiunte le spese per le varie utenze, aumentate a loro volta per il “rincaro bollette”, i costi per gli abbonamenti per i trasporti urbani ed interurbani e quelli anche per il cibo, dove i beni di prima necessità hanno subito un rialzo soprattutto nell’ultimo periodo. 

Tutto questo trova conferma nella mia esperienza di vita in quanto sono un docente che vive da 5 anni a Milano. All’inizio la situazione era gestibile e riuscivo ad organizzare anche i risparmi, così da permettermi uno svago in più. Ma tutto questo nell’ultimo periodo è impensabile perchè al mio stipendio da 1500 euro va sottratto l’affitto, le utenze, l’abbonamento per usufruire della metro per muovermi all’interno della città, altrimenti non saprei come raggiungere scuola perchè pensare di avere un’auto qui a Milano ormai rimane un sogno, i soldi per acquistare cibo e alla fine mi ritrovo ad attendere il 23 del mese successivo con una somma molto ridotta rispetto a quello che riuscivo ad avere fino a qualche anno fa.

Come può un insegnante affrontare tutto questo con uno stipendio mensile di 1500€?

Un docente che vive in Lombardia fa fatica ed ecco che sceglie di lasciare tutto e tornare nella propria Regione, ma alcune volte non è facile lasciare tutto quello che si è costruito, dalle relazioni agli affetti personali, la casa dove ha vissuto per anni,le proprie abitudini.

Le principali mete richieste nelle mobilità risultano essere la Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, ma solo un terzo dei docenti ha ottenuto l’approvazione per il trasferimento.

Questa situazione chiede degli nterventi da parte dello Stato, chiede di frenare gli aumenti, chiede di rivedere la situazione sui canoni di locazione, chiede di rivedere gli stipendi dei docenti che sono coloro che sono chiamati a formare le nuove generazioni.

Tutto questo nell’ottica di incentivare i docenti pendolari ad accettare le cattedre e a rimanerci così da garantire anche la continuità didattica agli studenti.

Proprio su questo tema, ieri è intervenuto il Ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara affermando che:  «Dobbiamo cercare di trovare le risorse per valorizzare gli stipendi di tutti i docenti e occorre trovare incentivi affinché non ci sia la fuga di docenti. Penso anche a un piano della casa per pubblici dipendenti e insegnanti in particolare».

E proprio sul caso della Lombardia che è una delle Regioni più interessate dall’esodo dei docenti il Ministro ha detto: «Leggo che ci sono 17mila insegnanti in fuga dalla Lombardia: sono dati che emergono con evidenza – ha spiegato il Ministro – ma i nostri del ministero sono ancora più drammatici visto che in alcune zone c’è una scopertura del 32% di docenti».

Alla luce di tutto questo servirebbe un piano urgente per aiutare e sostenere i docenti fuori sede a pagare l’affitto così da poter permettere, ai singoli docenti e al personale della scuola in generale,  di restare più a lungo nelle Regioni dove hanno ottenuto la cattedra o il posto come amministrativo o collaboratore scolastico, si potrebbe pensare anche a costruire nuovi appartamenti da affittare al personale fuori sede, come avviene per gli studenti che alloggiano all’interno di alloggi universitari, ovviamente ad un costo ridotto rispetto a quello di mercato. 

Ovviamente sappiamo che questa situazione colpisce tutto il personale ata, quest’ultimo svolge un ruolo indispensabile nell’istituzione scolastica, che a sua volta si trova a dover affrontare un trasferimento al Nord, in quanto la disponibilità del posto di lavoro è maggiore rispetto al Sud.

Altra ipotesi di soluzione del problema legato al carovita potrebbe essere un canone calmierato in base al proprio reddito, in modo da permettere un livello di vita almeno sufficiente nelle Regioni dove il singolo docente è chiamato a trasferirsi.

Tante potrebbero essere le soluzioni ma per farlo ci vuole un intervento urgente da parte dello Stato, con investimenti congrui che dovrebbe tenere a cuore il benessere, anche economico, dei personale della scuola.

Non posso fare a meno che rivolgermi al Ministro dell’Istruzione: non c’è più tempo da perdere. Noi, docenti e personale della scuola, ce la mettiamo tutta nel nostro lavoro, nella nostra chiamata ad essere docenti o personale ata, nel seguire e nel formare gli studenti, nell’essere attenti ai vari problemi che colpiscono gli adolescenti e supportare il personale scolastico, le famiglia… tutta la comunità educante. Ma per continuare a farlo abbiamo bisogno che t questa situazione venga rivista altrimenti lo sconforto troverà la meglio e chissà quanti docenti  e personale ata comincerà a pensare ad un piano b nella vita con un perdita irrimediabile di competenze acquisite e abilità ampiamente dimostrate.

Convenzione con le maggiori università telematiche: Pegaso, Unimercatorum e Unisanraffaele

Il nostro sindacato ha perfezionato in questi giorni una convenzione per tutti gli iscritti al nostro sindacato. Inoltre, grazie a nuove e ulteriori convenzioni, siamo in grado di offrirvi non solo l’accesso alle classi di laurea in convenzione, ma di perfezionare l’eventuale accesso all’insegnamento in una o più discipline nella scuola secondaria di primo e secondo grado.

IN SINTESI:

PROMOZIONE SINDACATI: € 1700,00

La promozione è valida per l’iscritto il coniuge o parte dell’unione civile e di fatto, e figli.

PER LE AGEVOLAZIONI ECONOMICHE PER GLI ENTI CONVENZIONATI COME IL NOSTRO SINDACATO VISITA I SITI:

UNIVERSITA’ PEGASO: https://www.unipegaso.it/studenti/agevolazioni-economiche

UNIVERSITA’ MERCATORUM: https://www.unimercatorum.it/studenti/agevolazioni-economiche

UNIVERSITA’ SAN RAFFAELE:

Considerato che la retta ordinaria per l’iscrizione ai corsi di laurea è di € 2.500€ per anno accademico, onde agevolare l’accesso alla formazione specialistica ed universitaria, e superare gli impedimenti di un’eventuale gravosità economica, per gli associati Fe.N.S.I.R. – Federazione Nuovi Sindacati Istruzione e Ricerca, il costo d’iscrizione per ogni anno accademico è di € 2.000, da corrispondere secondo la seguente previsione:
1) € 250 entro il 31/10 o al momento dell’iscrizione;
2) € 250,00 entro il 31/01;
3) € 250,00 entro il 28/02;
4) € 250,00 entro il 31/03;
5) € 250,00 entro il 30/04;
6) € 250,00 entro il 31/05;
7) € 250,00 entro il 30/06;
8) € 250,00 entro il 31/07.
b. La suindicata agevolazione è estesa anche ai prossimi congiunti (coniuge e figli) del diretto beneficiario,
nonché ai conviventi e figli regolati dalla L. 20/5/2016, n. 76.
c. Per l’elenco completo dei programmi si rimanda al sito https://www.uniroma5.it/